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 2016  febbraio 20 Sabato calendario

MA IN AMORE NIENTE SLALOM


[Federica Brignone]

Con il botto. Così è stato l’esordio di Federica Brignone in Coppa del Mondo all’inizio della stagione. Nello slalom gigante di Sölden, in Austria, ha infatti conquistato la sua prima vittoria nel circuito della World Cup, e un primo posto nella specialità che all’Italia mancava da otto anni. Sempre all’attacco, perfetta, concentrata, Federica si è così lasciata alle spalle due stagioni poco brillanti e, annusato il profumo del podio, ha fatto di tutto per risalirci. E così è stato. La venticinquenne milanese, trapiantata a sei anni a La Salle, in Val d’Aosta, nei giganti successivi si è piazzata tre volte terza, una quinta ed è uscita di pista due volte.
Ora l’azzurra è quarta nella classifica generale della Coppa di specialità, dietro all’austriaca Eva Maria Brem, alla tedesca Viktoria Rebensburg e alla svizzera Lara Gut. In pratica ha ancora due gare per cercare di salire sul podio: il 5 marzo a Jasna in Slovacchia e l’ultima di tutta la stagione il 20 marzo a St. Moritz. Ci riuscirà? Di sicuro Federica si impegnerà al massimo. Facendo anche super giganti e slalom. Perché la ragazza è perfezionista, estremamente competitiva e non si arrende facilmente. Lo sci del resto ce l’ha nel Dna: sua madre è Ninna Quario, slalomista della Valanga Rosa, vincitrice di quattro gare di Coppa del Mondo tra il 1979 e il 1983, suo padre Daniele Brignone è maestro di sci. E da quando ha 17 anni è entrata a far parte del Centro Sportivo dei Carabinieri e quindi ha potuto fare l’atleta a tempo pieno.


Federica, questa stagione può essere considerata la sua migliore in Coppa del Mondo?
«Per ora sì e non è ancora finita. I miei obiettivi sono il podio nella Coppa di specialità ed entrare nelle prime 10 della Classifica generale».
Quanto contano oggi i materiali?
«Molto. Bisogna trovare quello che meglio si adatta alle proprie caratteristiche di sciata e anche far sviluppare uno sci performante ai tecnici. Grazie alla “sensibilità” dei miei piedi sono riuscita a farmi mettere a punto gli sci che uso in gara».
Quali sono le doti di un campione?
«Deve avere tecnica, fisico e forza mentale. I primi due valgono un 20 per cento l’uno, il terzo “pesa” per il 60 per cento. La tecnica è migliorabile; il fisico deve sempre essere al top per reggere tutta la stagione; e bisogna essere determinati, dare il massimo prendendosi i giusti rischi».
In pista si verificano incidenti sempre più brutti: come mai?
«La concorrenza è tanta e per vincere si affrontano allenamenti sempre più pesanti senza rispettare le esigenze del corpo che così si usura. I viaggi continui non aiutano il recupero e i materiali sono difficili da governare se non si è in forma. Se si è stanchi in gara, è più facile cadere...».
Una vita da vagabonda tra continui allenamenti, gare e viaggi.
«Manco da casa circa nove mesi l’anno. Ma questa vita mi piace. Sono frenetica: amo cambiare e non sto mai ferma».
Avrebbe messo gli sci anche se i suoi genitori non fossero stati sciatori?
«Ho cominciato a sciare a un anno e mezzo e mi sono subito sentita a mio agio. I miei genitori mi hanno avvicinato a diversi sport. Quando ho scelto lo sci non mi hanno mai fatto pressioni, solo incoraggiata».
Cosa significa per lei sciare?
«Mi diverte, è la mia passione. È uno sport vario, ogni tracciato è diverso dall’altro e quindi non mi annoia mai. Sciare significa anche impegno e determinazione, ma non è esagerando che si diventa campioni».
Come si rilassa?
«Correndo e ascoltando musica. Il mio gruppo preferito sono i Dire Straits.
Amo anche cantare e ballare».
La sciatrice italiana di tutti i tempi?
«Deborah Compagnoni: ha vinto tanto dando sempre il massimo. Un’atleta di talento con una marcia in più».
E l’amore?
«Sono legata a Nicolas Raffort, un discesista francese. Stiamo insieme due mesi l’anno, ma sono giorni intensi. Ci vogliamo bene e ci accomunano due passioni: lo sci e il surf. Inoltre siamo complementari: io esplosiva e molto socievole, lui più pacato e introverso».
Ha un debole per...
«I vestiti. Ne compro appena posso e ne ho pieni gli armadi. Adoro anche le scarpe con i tacchi».
Golosa?
«Adoro i gelati e i semifreddi. Meglio se con il cioccolato fondente. Mangio anche tante verdure sia crude che cotte. Ho un’alimentazione variata con colazioni abbondanti a base di yogurt, cereali, frutta fresca e secca, tè verde».
Cosa fare per attirare più attenzione sul Circo Bianco?
«Concordo con l’ex ct azzurro Claudio Ravetto: organizzare Gran Premi con prove maschili e femminili da svolgersi nell’arco di una settimana in una o due località vicine tra loro. Con montepremi alti».
Come si vede fra dieci anni?
«Nel mondo dello sport, magari come telecronista. Comunque sono una persona che vive nel presente. Dando il massimo. Se non vivi il momento non puoi costruire il futuro».