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 2016  febbraio 20 Sabato calendario

Sergio Marchionne “torna” in Confindustria. Ieri a sorpresa si è seduto in prima fila ad ascoltare a Torino nella sede dell’Unione industriale il primo confronto tra i quattro candidati alla presidenza di Confindustria, Marco Bonometti, Vincenzo Boccia, Aurelio Regina ed Alberto Vacchi

Sergio Marchionne “torna” in Confindustria. Ieri a sorpresa si è seduto in prima fila ad ascoltare a Torino nella sede dell’Unione industriale il primo confronto tra i quattro candidati alla presidenza di Confindustria, Marco Bonometti, Vincenzo Boccia, Aurelio Regina ed Alberto Vacchi. Certo la Fca (Fiat Chrysler Automobiles) è ancora socio aggregato dell’Unione torinese, ma è dal 2012 che non fa più parte della Confindustria nazionale. Se ne uscì sbattendo la porta, stanca dei bizantinismi di Viale dell’Astronomia, ostile a un modello di relazioni industriali che considerava arcaico e inapplicabile ad un gruppo ormai tendenzialmente apolide. Si fece il suo contratto (senza la Fiom) e riscrisse le regole del gioco nelle fabbriche italiane. I risultati non gli hanno dato torto. Dunque la presenza di ieri di Marchionne tra le grisaglie confindustriali, ancorché solo torinesi, ha un significato. Eccome. Questa volta nella partita per la scalata al vertice di Viale dell’Astronomia la Fca ci sarà. Dietro le quinte, ma ci sarà. Con l’interesse politico di una rupture in Confindustria. D’altra parte è uno dei candidati al dopo Squinzi, Marco Bonometti, industriale metalmeccanico bresciano (guida il gruppo Omr), fornitore della Fiat e anche della Ferrari, che da tempo fa sapere di aver ottenuto l’endorsement del manager con il maglione. Anzi, forte di questo ha deciso in “zona Cesarini” di scendere in campo. E non è casuale che uno dei temi centrali nella campagna elettorale appena partita (il voto che designerà il prossimo presidente sarà a fine marzo) è esattamente quello delle relazioni sindacali. Bonometti è un duro, un falco secondo la vecchia terminologia sindacale. Si è candidato anche contro l’emiliano Alberto Vacchi, sostenuto dall’Assolombarda, amico di Luca di Montezemolo oltreché di Romano Prodi, ritenuto un imprenditore del dialogo con il sindacato, in particolare con la Fiom. Pure Aurelio Regina ha detto che nella sua Confindustria ci sarebbe di nuovo posto per la Fca. La corsa al voto del mondo Fiat è così cominciata. E Marchionne, che certo non rientrerà in Confindustria, in qualche modo ha già vinto. Roberto Mania