Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  febbraio 20 Sabato calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - LA MORTE DI UMBERTO ECO


REPUBBLICA.IT

Umberto Eco è morto. Il mondo perde uno dei suoi più importanti uomini di cultura contemporanei e a tutti noi mancherà il suo sguardo sul mondo. Aveva 84 anni, è stato scrittore, filosofo, grande osservatore ed esperto di comunicazione e media. La conferma della scomparsa dell’autore de "Il nome della Rosa" e de "Il pendolo di Foucault" è stata data dalla famiglia a Repubblica. La morte è avvenuta alle 22.30 di ieri sera nella sua abitazione.
Cultura in lutto, è morto Umberto Eco
Navigazione per la galleria fotografica
1 di 27
Immagine Precedente
Immagine Successiva
Slideshow

()
()


Nato ad Alessandria il 5 gennaio del 1932, Umberto Eco era un semiologo, filosofo e prolifico scrittore. Nel 1988 aveva fondato il Dipartimento della Comunicazione dell’Università di San Marino. Dal 2008 era professore emerito e presidente della Scuola Superiore di Studi Umanistici dell’Università di Bologna.

L’ultima sua intervista: "Siamo pazzi, lasciamo la Mondazzoli" di FRANCESCO MERLO

Umberto Eco ha scritto numerosi saggi di estetica medievale, linguistica e filosofia, oltre a romanzi di successo. Tra questi il già citato "Il nome della Rosa", uscito nel 1980 e diventato in brevissimo tempo un bestseller internazionale con 14 milioni di copie vendute, traduzioni in oltre cento lingue, una trasposizione cinematografica che ha vinto 4 David di Donatello nel 1987, e "Il Pendolo di Foucault", del 1988. Dal 12 novembre 2010 era socio dell’Accademia dei Lincei, per la classe di Scienze Morali, Storiche e Filosofiche.
Addio Umberto Eco, la notizia sui siti esteri
Navigazione per la galleria fotografica
1 di 33
Immagine Precedente
Immagine Successiva
Slideshow

()
()


L’ultimo suo libro, pubblicato nel 2015, proprio il giorno del suo compleanno, è stato "Numero Zero" , uscito per i tipi della da Bompiani. Un libro ambientato nel 1992 che parla di una immaginaria redazione di un giornale, con forti riferimenti alla storia politica, giornalistica, giudiziaria e complottistica italiana, da Tangentopoli a Gladio, passando per la P2 e il terrorismo rosso. E uscirà postumo il suo ultimo libro con il titolo Pape Satan Aleppe. La pubblicazione inizialmente prevista a maggio è stata anticipata al 27 febbraio. Lo ha annunciato Elisabetta Sgarbi: "Il libro lo aveva finito, consegnato e corretto. La copertina è disegnata dal suo amico Cerri. È un volume di saggistica, di interventi su temi di attualità e lo pubblicheremo insieme ai suoi precedenti dieci titoli di saggistica". E sarà il suo contributo alla neonata casa editrice "La Nave di Teseo".
"Numero Zero" - Eco-Scalfari, dialogo sull’Italia e i suoi giornali
Condividi

La scommessa sulla Nave. L’ultima sua intervista, invece, fu a Repubblica lo scorso 24 novembre quando lo scrittore decise insieme a Sandro Veronesi, Hanif Kureishi, Tahar Ben Jelloun ed altri di non pubblicare più per il nuovo colosso Mondadori-Rcs controllato da Segrate, pur essendo tra i migliori della scuderia Bompiani. E di seguire Elisabetta Sgarbi in una nuova avventura, la casa Editrice "La nave di Teseo". E proprio questa nuova "avventura" di Umberto Eco, appresa la notizia della scomparsa, ha voluto salutare con un tweet la sua "guida". "La nave di Teseo saluta il suo capitano. Grazie Umberto".

De "La Nave di Teseo" Umberto Eco aveva parlato, come detto, al nostro giornale. Il punto della massima chiarezza è stato anche quello della massima oscurità, quando, raccontava Umberto Eco, "si sono incontrate per non capirsi Elisabetta Sgarbi e Marina Berlusconi", non donne incompatibili e incomunicabili per ideologia, ma per antropologia. È da quell’incontro che è nata "La Nave di Teseo", due legni arcuati e all’insù come simbolo, la nuova case editrice finanziata dagli scrittori, a partire dai due milioni messi proprio dallo scrittore che, faceva progetti con l’entusiasmo e i rischi di un ragazzo, pur sapendo di avere ormai 84 anni (ancora da compiere): "Perché il progetto è l’unica alternativa alla Settimana Enigmistica, il vero rimedio contro l’Alzheimer". Velleitari? "Peggio, siamo pazzi", diceva a Francesco Merlo che lo intervistava per Repubblica, di cui Eco è stato storico collaboratore, così come con l’Espresso.
Umberto Eco, le copertine dei suoi libri tradotti in tutto il mondo
Navigazione per la galleria fotografica
1 di 47
Immagine Precedente
Immagine Successiva
Slideshow

()
()


Eco ammetteva che con questa nuova esperienza potevano rischiare il magnifico fallimento. L’editoria infatti - ragionava lo scrittore assieme agli altri che lo hanno voluto seguire in questa nuova avventura - è il modo più elegante per dissipare i propri risparmi, magari in modo lento, ma sicuro. Inoltre - sosteneva ancora - in un’epoca non creativa, l’editore può essere destinato all’impotenza.

Ma lo scrittore spiegava: "Teseo è solo un pretesto, un nome come un altro. L’importante è la nave, non Teseo", tirando fuori la sua tanto amata semiologia, riferendosi anche al fatto che la nave di Teseo è proprio quella che perde e sostituisce i pezzi, un po’ premonitore della sua scomparsa. Eco ha voluto a tutti i costi che la nave continuasse a navigare, con o senza di lui, pur sapendo, forse, di avere poco tempo a disposizione per condurla in acque sicure.

"Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita - aveva detto in passato - Chi legge avrà vissuto 5000 anni. La lettura è un’immortalità all’indietro".

Eco e la politica. Una scelta, quella di lasciare il gruppo editoriale della famiglia Berlusconi, che ha probabilmente origine nelle posizioni che Eco prese nei vent’anni del Cavaliere. Lui, da garante di Libertà e Giustizia, fu sempre in prima fila nel denunciare gli eccessi politici e personali del premier. "Noi credevamo che il nostro presidente del Consiglio avesse con Mubarak in comune solo una nipote, ma invece ha anche il vizietto di non voler dare le dimissioni" diceva nel 2011 a Firenze.

I suoi studi universitari e il suo rapporto conflittuale con la Chiesa. Figlio di un negoziante di ferramenta, in gioventù fu impegnato nella GIAC (l’allora ramo giovanile dell’Azione Cattolica) e nei primi anni cinquanta fu chiamato tra i responsabili nazionali del movimento studentesco dell’AC (progenitore dell’attuale MSAC). Nel 1954 abbandonò l’incarico (così come avevano fatto Carlo Carretto e Mario Rossi) in polemica con Luigi Gedda.

Durante i suoi studi universitari su Tommaso d’Aquino, smise di credere in Dio e lasciò definitivamente la Chiesa cattolica; in una nota ironica, in seguito commentò: "si può dire che lui, Tommaso d’Aquino, mi abbia miracolosamente curato dalla fede".

Laureatosi in filosofia nel 1954 all’Università di Torino con Luigi Pareyson con una tesi sull’estetica di San Tommaso d’Aquino, iniziò a interessarsi di filosofia e cultura medievale, campo d’indagine mai più abbandonato, anche se successivamente si dedicò allo studio semiotico della cultura popolare contemporanea e all’indagine critica sullo sperimentalismo letterario e artistico. Nel 1956 pubblicò il suo primo libro, un’estensione della sua tesi di laurea dal titolo Il problema estetico in San Tommaso.

Le sue pubblicazioni. Nel 1962 Umberto Eco pubblica Opera aperta, analisi di testi letterari in termini strutturalisti a partire da Ulisse di Joyce, che fa discutere e diviene uno dei manifesti della neoavanguardia riunita l’anno dopo nel Gruppo ’63. Nel 1980 esce invece il romanzo storico medioevale "Il nome della rosa", che suscita consensi internazionali, best seller da oltre 12 milioni di copie, tradotto in cento lingue. In mezzo, molte altre pubblicazioni, saggi, articoli.

Da osservatore ironico e semiologo avvertito oltre che creativo, ha dimostrato in ogni occasione di saper cogliere lo spirito del tempo. Il suo Lector in fabula, saggio del 1979 (non a caso periodo in cui stava scrivendo proprio Il nome della rosa), è appunto il lettore che in un testo, in particolare se creativo, letterario, arriva a far interagire col mondo e le intenzioni dell’autore, il proprio mondo di riferimenti, le proprie associazioni, che possono creare una lettura nuova: ’’generare un testo significa attuare una strategia di cui fan parte le previsioni delle mosse altrui’’. Un’’opera aperta è proprio quella che più riesce a produrre interpretazioni molteplici, adattandosi al mutare dei tempi e trovando agganci con scienze e discipline diverse.

Una tesi che apparve dirompente in un paese legato alle sue tradizionali categorie estetiche, diviso tra crocianesimo e marxismo storicista. E il discorso di Eco non riguardava, ovviamente solo la forma, la struttura di un’opera, come intesero molti autori di quegli anni, tanto che poco dopo dette alle stampe La struttura assente, che spostava il discorso sulla ricerca semiologica e le sue interazioni. Così, forse, il tentativo più esemplare nel mettere in pratica le sue teorie, è nel 2004 La misteriosa fiamma della regina Loana, romanzo illustrato con foto di libri e riviste, manifesti, tavole di fumetti, che fanno parte del racconto e contribuiscono a far rivivere l’atmosfera dell’epoca (da fine anni ’30 alla guerra) a ogni lettore anche con i propri ricordi. Eco è stato anche autore di paradossali e ironiche pagine su aspetti minori della realtà raccolte in Diario minimo negli anni ’60, e successivamente con le "Bustine di Minerva" sul settimanale l’Espresso.

La fenomenologia "Mike Bongiorno". Proprio in "Diario Minimo", Eco affronta in un saggio la fenomenologia "Mike Bongiorno", il famoso presentatore televisivo italoamericano che all’epoca aveva conquistato la televisione nazionale italiana. Il saggio uscì nel momento di massima popolarità del presentatore, in cui il semiologo lo consacrava al rango di fenomeno di massa. Mike Bongiorno ’’non provoca complessi di inferiorità, pur offrendosi come idolo, e il pubblico lo ripaga, grato, amandolo. Egli rappresenta un ideale che nessuno deve sforzarsi di raggiungere perché chiunque si trova già al suo livello’’, scriveva infatti Eco all’inizio degli anni ’60, all’epoca in cui la gente si ritrovava ad affollare i bar la sera per seguire la prima grande trasmissione di culto della televisione, ’Lascia o raddoppia’.
Il semiologo, non ancora autore di romanzi di successo, fece del popolarissimo presentatore, sulla scia dei ’miti d’oggì di Roland Barthes, un’icona dell’Italia del boom, che ’’convince dunque il pubblico, con un esempio vivente e trionfante, del valore della mediocrità’’. Un ritratto che ovviamente non piacque a Bongiorno, il quale, teneva a ricordare che Eco era stato tra i collaboratori di ’Lascia o raddoppia’: ’’Arrivava anche lui il giovedì con la sua busta di domande... ma non lo dice mai: forse è un ragazzo un po’ timido’’.

Eco e i social network. Negli anni successivi, lo scrittore ha parlato anche molto dei social, affermando che "danno diritto di parola a legioni di imbecilli", scatenando così fortissime polemiche.
Umberto Eco e i social: ’’Danno diritto di parola a legioni di imbecilli’’
Condividi

Col Nome della rosa, lo scrittore raggiunse il successo internazionale, suscitando comunque più polemiche delle sue innovative teorie saggistiche.
Umberto Eco: ’’Odio ’Il nome della rosa’, è il mio peggior romanzo’’
Condividi

Poi verranno gli altri romanzi, altri best seller che ne consolidano la fama e stemperano le astiosità: Il pendolo di Foucault nel 1988, L’isola del giorno prima (1994) e Baudolino (2001), La misteriosa fiamma della regina Loana (2004) e Il cimitero di Praga. Fino all’ultimo romanzo sul mondo dei giornalisti e dell’editoria, Numero Zero, uscito l’anno scorso.
La lectio magistralis di Eco sul dolore
Condividi

Numero Zero. Un romanzo giallo sul cattivo giornalismo, pieno di ironia e di colpi di scena sulla storia d’Italia - come l’indagine che, partendo dall’assunto dell’esistenza di due Mussolini, vuole dimostrare che il cadavere di piazzale Loreto non era quello del duce - e su misteri e pagine oscure da Gladio alla P2, dall’assassinio di Papa Luciani alla Cia e ai terroristi rossi. "La questione è che i giornali non sono fatti per diffondere ma per coprire le notizie", viene sottolineato nel libro. A cinque anni da ’Il cimitero di Praga di cui era protagonista un cinico falsario antisemita, il settimo romanzo e quarantatreesimo libro di Eco torna anche su un argomento che da sempre appassionava lo scrittore, filosofo e semiologo: il tema del falso e della menzogna. "Non lo nego, ma mio padre mi ha abituato a non prendere le notizie per oro colato. I giornali mentono, gli storici mentono, la televisione oggi mente" e anche "la scienza mente" dice uno dei protagonisti della storia. Il libro si svolge da aprile a giugno del 1992, subito dopo lo scandalo di Tangentopoli che sarà al centro del numero 0/1 di ’Domani’. L’editore è il commendator Vimercate che ha il controllo di alberghi sulla costa adriatica, case di riposo, tv locali con televendite, aste e improbabili show, e per lui "Domani" dovrebbe essere uno strumento di ricatto più che di informazione. L’impegno è di far uscire dodici numero zero in poche copie che mettano in difficoltà i salotti buoni della finanza e della politica per poi chiuderlo in cambio dell’ingresso in questi ambienti. Il direttore Simei ne è consapevole come il giornalista, Colonna, ghost writer fallito (più precisamente ne’gre) a cui viene affidata la stesura parallela del libro Domani: ieri che il direttore pensa possa rappresentare un investimento per il suo futuro.
Rep idee, Eco e Bartezzaghi giocano con gli incipit della nostra storia
Condividi

L’ultimo suo libro, "Pape Satàn Aleppe". Uscirà il 27 febbraio con la nuova casa editrice di Elisabetta Sgarbi, La Nave di Teseo, l’ultimo libro di Umberto Eco, ’Pape Satàn Aleppe’ saggio che raccoglie Le bustine di Minerva (la rubrica di Eco sull’Espresso) dal 2000 a oggi (l’ultima del 27 gennaio dedicata alla mostra sul bacio di Hayez), ’’legate al tema della società liquida e dei suoi sintomi’’. Di Pape Satàn Aleppe, che era stato inizialmente annunciato con uscita nella seconda parte del 2015 edito da Bompiani, esiste su siti come Amazon anche una descrizione ufficiale, con dichiarazioni di Eco. ’’Dal 1985 pubblico su "l’Espresso" La Bustina di Minerva - scriveva -. Ne sono state raccolte molte in "Il Secondo Diario Minimo" e poi "La bustina di Minerva". Dal 2000 a oggi ne rimanevano moltissime, ho scelto quelle che potevano riferirsi al fenomeno della "società liquida" e dei suoi sintomi: crollo delle ideologie, delle memorie, delle comunità in cui identificarsi, enfasi dell’apparire etc.. "Cronache di una società liquida" è il sottotitolo ma, data la varietà dei temi non unificabili sotto una sola espressione "slogan", il titolo sarà "Pape Satán Aleppe", citazione evidentemente dantesca che non vuole dire niente e dunque abbastanza "liquida" per caratterizzare la confusione dei nostri tempi’’.

Tags

Argomenti:
cultura
morte umberto eco

Protagonisti:
umberto eco

© Riproduzione riservata
20 febbraio 2016
Articoli Correlati
Cultura in lutto, è morto Umberto Eco
Cultura in lutto, è morto Umberto Eco
Cultura in lutto, è morto Umberto Eco
Umberto Eco & C. :
Umberto Eco & C. :"Siamo pazzi, diciamo addio a Mondazzoli"
Addio Umberto Eco, la notizia sui siti esteri
Addio Umberto Eco, la notizia sui siti esteri
Addio Umberto Eco, il cordoglio su Twitter
Addio Umberto Eco, il cordoglio su Twitter
Umberto Eco, le copertine dei suoi libri tradotti in tutto il mondo
Umberto Eco, le copertine dei suoi libri tradotti in tutto il mondo
Addio a Umberto Eco, Mattarella:
Addio a Umberto Eco, Mattarella: "Uomo libero, pieno di passione civile"
Umberto Eco:
Umberto Eco: "Così il darci del Tu rischia di impoverire la nostra memoria e il nostro apprendimento"
blog
La lectio magistralis di Eco sul dolore
La lectio magistralis di Eco sul dolore
Cacciari: ’’Umberto Eco, una cultura sterminata presentata con leggerezza’’
Cacciari: ’’Umberto Eco, una cultura sterminata presentata con leggerezza’’
"Numero Zero" - Eco-Scalfari, dialogo sull’Italia e i suoi giornali
Morto Umberto Eco, scienza e amore: scene cult da Il nome della rosa
Morto Umberto Eco, scienza e amore: scene cult da Il nome della rosa
Umberto Eco, Furio Colombo: ’’Io, lui e Juliette Gréco sulla mia Topolino’’
Umberto Eco, Furio Colombo: ’’Io, lui e Juliette Gréco sulla mia Topolino’’
Umberto Eco e i social: ’’Danno diritto di parola a legioni di imbecilli’’
Umberto Eco e i social: ’’Danno diritto di parola a legioni di imbecilli’’
Umberto Eco: ’’Odio ’Il nome della rosa’, è il mio peggior romanzo’’
Umberto Eco: ’’Odio ’Il nome della rosa’, è il mio peggior romanzo’’
Rep Idee,
Rep Idee, "Da dove si comincia?", gli incipit della nostra memoria - l’integrale
RepTv News, Matite: così Eco & Co. parlavano di Linus, ecco l’audio perduto
RepTv News, Matite: così Eco & Co. parlavano di Linus, ecco l’audio perduto
successivo
da Taboola
Guarda Anche
Umberto Eco, l’annuncio dell’editore: ’’Funerali laici, secondo la sua volontà’’
Umberto Eco, Dario Fo: ’’Mi voleva ne ’Il nome della rosa’’’
Umberto Eco, il ricordo di Asor Rosa: ’’Ha portato il nome dell’Italia nel mondo’’

da Taboola
Promosso
Dal Web
Se hai partita IVA scopri i vantaggiFiat
8 parole tedesche difficilissime e i trucchi per pronunciarle perfettamenteBabbel
I rivenditori ti nascondono un segreto per approfittare di svendite online! Leggi …Swoggi
I COMMENTI DEI LETTORI
Segui le risposte ai miei commenti
Ciao utente48406
(Logout)

177 commenti

IscrivitiRSS

6 nuovi commenti pubblicati di recente
Metti in pausa il flusso
20 minuti fa
Gautedal�¬ Carlin
Oltre ad avere e diffondere una sterminata cultura è stato un ITALIANO VERO, come ne sono rimasti pochi, che ha difeso a oltranza la lingua italiana, le tradizioni e la culrura del nostro paese

RispondiCondividi

0
0
14 minuti fa
ale0966
Frequentavo il V ginnasio quando lessi "Il nome della rosa": un mondo meraviglioso si spalancò davanti a me..e da allora la stessa, intatta meraviglia ad ogni nuovo libro, romanzo o saggio che fosse.
Sono sempre i migliori a lasciarci troppo presto.
Grazie professore, che la terra ti sia lieve.

RispondiCondividi

0
0
26 minuti fa
un0umano0censurato01

Era uno bravo.

RIP

RispondiCondividi

0
0
28 minuti fa
domenicobasile
Grazie Maestro!
Fra i tanti ricordi... il nodoso bastone su cui si appoggiava attraversando i corridoi del DAMS nel ’77.
Simbolo atavico di virtù terapeutiche, propedeutiche, scaramantiche e...dissuasive...!

RispondiCondividi

0
0
33 minuti fa
rocap
Una perdita insopportabile! Che la terra ti sia lieve grande Umberto!!

RispondiCondividi

0
0
42 minuti fa
easyrider51
…ed una ricca ECO della sua accademica intellettualità riccamente risuonava nei suoi ricchissimi bestsellers di purissimo ricchissimo ENTERTAINMENT…..

RispondiCondividi

0
0
25 minuti fa
bayuzz
Ma almeno si è arricchito dicendo cose intelligenti.

RispondiCondividi

0
0
44 minuti fa
ciaociaociao
leggendo gli aforismi di Eco ( e molte sue opere) che sostanzialmente non dicono nulla e capire perchè venga tenuto così tanto in considerazione da chi fa andare il mondo a rotoli in un non senso generale verso il suicidio ed invece non considerare centinaia di aforismi di Schietti che invece significano qualcosa come le sue campagne per salvare il mondo dall’effetto serra e la povertà come l’invenzione del suo motore per dare energia pulita, fa capire come sia il mondo

RispondiCondividi

1
4
10 minuti fa
ale0966
Perché l’apprezzamento dell’uno dovrebbe escludere l’altro ? La solita mentalità italiana che non ammette i grigi, le sfumature, ma solo la divisione e la contrapposizione sterile, inutile e fine a se stessa..lei mi fa molta tristezza.

RispondiCondividi

0
0
35 minuti fa
bayuzz
Un giorno, anni fa, Eco, interrogato su cosa ne pensasse delle nuove tecnologie di veicolazione delle informazioni (=internet), disse che abbiamo a disposizione molti più mezzi (=media) che informazioni da veicolare. Questo comporta inevitabilmente uno scadimento della qualità delle informazioni. E’ un concetto apparentemente banale ma è in effetti rivoluzionario, perchè spiega l’appiattimento culturale e l’istupidimento collettivo di cui siamo progressivamente affetti, specialmente negli ultimi venticinque anni, guarda caso in coincidenza con la nascita e lo sviluppo delle tv commerciali e di un certo tipo di politica (che Eco peraltro avversava apertamente). Questo è un esempio del pensiero di Eco. Sembrerà banale, ma qualcuno doveva elaborarlo e lui lo ha fatto.

RispondiCondividi

1
0
34 minuti fa
rocap
Con gente come lei si capisce benissimo perchè stiamo andando a rotoli.

RispondiCondividi

2
0
31 minuti fa
bayuzz
E il "Nome della Rosa" parla della paura che il potere ha del sapere. Per poterci controllare meglio, il potere tende a mantenerci nell’ignoranza. Questo è un altro concetto importantissimo legato a quello che ho descritto nel post qui sotto e, se anche non l’ha elaborato Eco, gli va dato il merito di averlo posto in risalto con quel capolavoro che è "Il Nome della Rosa".

RispondiCondividi

2
0
45 minuti fa
bayuzz
Secondo me quello che fa grandi persone come Eco è la sua capacità di confrontarsi con chiunque alla pari e, se era invitato e partecipava a consessi di elevatissimi spessore culturale nei quattro angoli del mondo, me lo immagino d’altro canto capace di sedersi al tavolo con amici, non necessariamente intellettuali, per farsi una briscola davanti ad un bicchiere di vino ...

RispondiCondividi

1
0
46 minuti fa
stirner03
Non mi mancherà.

RispondiCondividi

0
6
36 minuti fa
rocap
Tu mancheresti ancora meno.

RispondiCondividi

4
0
49 minuti fa
froberta16
Ho letto tutti i suoi romanzi e alcuni dei suoi saggi. Incommensurabile. Già le "Bustine di Minerva" erano godimento puro. Mi mancherà molto... Ricordo due anni fa l’emozione nel vederlo e nell’ascoltarlo nel "processo al Liceo classico", tenutosi al teatro Carignano di Torino, in cui il mio adorato liceo ha avuto in lui un meraviglioso avvocato difensore...

RispondiCondividi

2
0
49 minuti fa
emanuelemeli
matteo non avrà letto nemmeno" Il nome della rosa" io si.

RispondiCondividi

0
0
34 minuti fa
rocap
Penso che un buon psicologo ti sarebbe di aiuto! Matteo penso sia Renzi e se lo "vedi" anche in questo caso, hai dei grossi problemi. Buona fortuna!

RispondiCondividi

0
0
51 minuti fa
mrs3
Gigantesco, a mio parere, nel nome della rosa, non così accattivante nei successivi ma mai banale, sempre dottissimo ed intrigante. Un colosso della letteratura, uno dei pochissimi che hanno saputo scrivere nel senso proprio della parola. E sono veramente pochi quelli che si possono fregiare dell’appellativo di "scrittori". la maggior parte sono solo dei pennivendoli di cui il tempo farà, con somma giustizia, strage consegnandoli al nulla da cui sono venuti ed in cui torneranno. Grande Eco, e per sempre.

RispondiCondividi

1
0
Mostra altri commenti
da Taboola
TOP VIDEO
Umberto Eco, l’annuncio dell’editore: ’’Funerali laici, secondo la sua volontà’’
Umberto Eco, Dario Fo: ’’Mi voleva ne ’Il nome della rosa’’’

da Taboola
Promosso
DAL WEB
Stock di iPad rimasto in magazzino, valore 619€ in vendita per 4…Swoggi
7 trucchi per imparare qualsiasi lingua in 1 settimanaBabbel

I più letti
I più condivisi

Unioni civili, ddl in salita. M5s si smarca sul ’supercanguro’. Il voto slitta
Unioni civili, il ddl slitta di una settimana. Pd: "Avanti senza stralcio adozioni". Cirinnà: "Se legge diventa schifezza, lascio politica"
Nomine Rai: Fabiano direttore di RaiUno, Bignardi alla guida di RaiTre
Battaglia sulle pensioni di reversibilità
Regeni tradito dai suoi report sui gruppi di opposizione: “Intercettati dagli apparati”
Siria, bombe su ospedali e scuole. Onu: 50 morti. Turchia: colpa dei russi. Damasco: jet americani. Usa: è stato Assad
F1, ecco la nuova Ferrari SF16-H per la stagione della riscossa
Scheda: cos’è il "canguro" parlamentare

Il mio libro / e-book

ilmiolibro
ebook

TOP EBOOK
Il gioco dei rumori
di Stefano Sosio
Libri e Ebook
La Pietra di Edheston
di Antonio Pisano

La rivoluzione del libro che ti stampi da solo. Crea il tuo libro e il tuo ebook, vendi e guadagna
Guide alla scrittura
Concorsi letterari e iniziative per autori e lettori

ilmiolibro


Lutto nel mondo della cultura per la scomparsa a 84 anni di Umberto Eco. Verrà commemorato nella sua città d’adozione, Milano. Il feretro del grande scrittore, filosofo e semiologo dovrebbe essere esposto nel corso di un rito civile al Castello Sforzesco. Sarebbe questo, secondo indiscrezioni, l’orientamento dei parenti: un rito civile che dovrebbe tenersi martedì prossimo, alle 15, al Castello Sforzesco. L’uscita del nuovo libro di Eco, Pape Satàn Aleppe, inizialmente prevista in maggio, è stata anticipata a sabato 27 febbraio. Lo annuncia l’editore Eugenio Lio. Il libro consegnato e corretto dallo scrittore, con la copertina disegnata da Cerri, aspettava solo di andare in stampa per la casa editrice La nave di Teseo.

Intervista a Elisabetta Sgarbi: "Presto in libreria ’Pape Satàn Aleppe’"

IL NOME DELLA ROSA - Il trailer

Quando ricevendo il premio scherzò: ’Avete raschiato il barile’ (da YouTube)



Fu il conferimento del Sigillum Magnum a Umberto Eco ad aprire il 19 giugno scorso la ReUniOn dell’Universita’ di Bologna, primo raduno mondiale dei laureati Alma Mater. Alla consegna l’allora rettore Ivano Dionigi aveva ricordato che il riconoscimento è "simbolo del sapere dei saperi, riservata a Capi di Stato, Pontefici e personalità internazionali". Eco, visibilmente commosso, ricevendo usò però la sua consueta ironia: "ho letto da qualche parte che il Sigillum Magnum è stato istituito nel 1888, quindi, se non ho sbagliato i calcoli, ne avete dati 137 sino ad adesso a persone illustrissime e meritevoli. Immagino che il Rettore Dionigi si sia trovato a dover raschiare il fondo del barile e quindi lo abbia dato a me". "Per cui non mi resta che imitare i nostri gloriosi ciclisti vincitori di tappa - aveva aggiunto tra gli applausi generali -: ’sono molto contento di essere arrivato ultimo, ciao mamma, saluto gli amici del bar sport’".