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 2016  febbraio 20 Sabato calendario

Gloria Rosboch, 49 anni. Professoressa di francese a Castellamonte (Torino), un’esistenza racchiusa in un paio di chilometri, la villetta in periferia dove abitava con i genitori, la scuola a 10 minuti a piedi, la spesa in centro a un chilometro, nel 2013 aveva iniziato una relazione con l’ex allievo Gabriele Defilippi, 22 anni, belloccio, vanitoso, molto sicuro di se

Gloria Rosboch, 49 anni. Professoressa di francese a Castellamonte (Torino), un’esistenza racchiusa in un paio di chilometri, la villetta in periferia dove abitava con i genitori, la scuola a 10 minuti a piedi, la spesa in centro a un chilometro, nel 2013 aveva iniziato una relazione con l’ex allievo Gabriele Defilippi, 22 anni, belloccio, vanitoso, molto sicuro di se. Costui, solito chiamarla «dolce Glo», nel 2014 l’aveva convinta a darle tutti i suoi risparmi, 187 mila euro in banconote da 500, inventandosi la balla che con quel denaro sarebbero diventato soci di una finanziaria in Costa Azzurra e che poi laggiù avrebbero costruito il loro nido d’amore. Invece presi i soldi era sparito: aveva lasciato Castellamonte, cambiato numero di cellulare, modificato i suoi numerosi profili sui social network. Dopo un anno di inutili tentativi di incontrarlo, Gloria, su suggerimento dei genitori, lo aveva denunciato per truffa. La madre del Defilippi, Caterina Abbattista, infermiera all’ospedale di Ivrea, invano aveva tentato di convincerla a ritirare la querela sostenendo che non spaeva dove fosse il figlio ma che comunque il ragazzo non l’aveva truffata. Era stato picchiato dal capo che lo aveva raggirato, «i soldi non ci sono più». Alla fine la Rosboch era riuscita a rintracciare Defilippi e s’erano dati appuntamento per mercoledì 13 gennaio. Quel giorno lei uscì di casa alle tre meno un quarto dicendo ai genitori «torno fra mezz’ora» e andò davanti alla scuola media. Gabriele l’aspettava con l’amico Roberto Obert, 53 anni, parrucchiere. Insieme percorsero una quindicina di chilometri, fino a una discarica abbandonata nelle campagne tra Rivara e Pertusio, nel Canavese, e lì Defilippi saltò addosso alla professoressa e le strinse il foulard che teneva sempre al collo finché non smise di respirare. Quindi lui e l’amico tirarono il corpo fuori dall’auto, gli sfilarono i pantaloni, e lo buttarono nelle gelide acque fangose di una vasca di scolo. Della professoressa non si seppe più nulla finché Obert, venerdì 19 febbraio, convocato in caserma raccontò tutto ai carabinieri. In manette, oltre ai due uomini, anche la madre di Defilippi, Caterina Abbattista, infermiera all’ospedale di Ivrea: la donna, che sapeva del delitto, avrebbe occultato e distrutto alcune prove a carico del figlio. Pomeriggio di mercoledì 13 gennaio nelle campagne tra Rivara e Pertusio, nel Canavese.