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 2016  febbraio 17 Mercoledì calendario

INVULNERABILE

«Quando sei giovane ti senti invulnerabile, pensi che non ti accadrà mai niente. Poi Madre Natura un giorno ti presenta il conto e allora sei costretto a tornare con i piedi per Terra» (Kobe Bryant, cestista, all’ultima stagione da professionista).

INVINCIBILE «Il Barcellona è di un’altra categoria. Più che mai. Luis Enrique sta facendo un lavoro straordinario: un gruppo che si stima e si vuole bene. Visto quel rigore in due? Tutti vogliono far segnare i compagni. Direi che è quasi invincibile: il secondo posto vale la Champions. Come la nostra finale all’Euro 2012 contro la Spagna: puoi dare il massimo, ma loro erano inarrivabili» (Cesare Prandelli, ex ct della nazionale italiana).

SNOB «Non sono uno snob, parlo da appassionato: certe gare della Serie A sono difficili da digerire ed è un peccato per chi le gioca e per chi le vede. E dopo le partite, gli allenatori costretti a fare una marea d’interviste spesso rispondendo a domande sugli arbitri. Qui la tv paga uguale ma il tecnico fa solo la conferenza stampa. C’è un senso di leggerezza attorno al calcio che in Italia si è perduto» (Daniele Bonera, difensore, da quest’anno al Villareal).

AVVERSARI «Per il momento non voglio pensare ai miei avversari, sono concentrato su me stesso, sul lavoro che ho fatto e che dovrò fare. Certo, se penso al Tour penso che il mio rivale più pericoloso sarà Quintana. A 26 anni non sarà più il ragazzino inesperto, comincia ad entrare nella fase in cui un corridore è maturo e può mettere a frutto l’esuberanza fisica con la maturazione mentale» (Chris Froome, ciclista).

TIMORI «Negli ultimi mesi vivevo col timore di non fare bene, di non essere all’altezza. Il bisogno di dimostrare sempre qualcosa di più. Nella vita ho capito che più cerchi di ottenere qualcosa, più è difficile che questa arrivi» (Roberta Vinci, tennista).

IDEE «L’idea era quella di ritirarmi a fine anno, in coincidenza con la chiusura della Tinkoff. Ci sono due cose che possono farmi cambiare idea: una caduta al Tour de France, un incidente che non mi permetta di chiudere come voglio io, cioè lottando per la vittoria, la mia storia con questa grande corsa; oppure la possibilità di mettere su una squadra competitiva per la prossima stagione» (Alberto Contador, ciclista).