VARIE 6/1/2016, 6 gennaio 2016
APPUNTI PER GAZZETTA - IL TEST NUCLEARE IN COREA DEL NORD
REPUBBLICA.IT
La Corea del Nord annuncia di aver fatto esplodere un ordigno termonucleare provocando un terremoto di 5.1 di magnitudo a 19 chilometri da Sungjibaegam, nei pressi di un sito militare utilizzato dal regime per i test nucleari. E subito si aggrava la tensione mondiale, con Giappone, Stati Uniti e Corea del Sud, ma anche Cina, in allarme per le nuove provocazioni di Pyongyang. "E’ una seria minaccia alla sicurezza dell’intero pianeta".
"Abbiamo fatto esplodere con successo il nostro primo ordigno termonucleare all’idrogeno", recita un comunicato ufficiale del governo di Kim Jong-Un. Quello effettuato alle 10 ora locale (le 2.30 del mattino in Italia) a Punggye-ri, nell’est del Paese, è il quarto esperimento nucleare negli ultimi cinque anni che si è concluso con un successo, nonostante il fatto che il Paese sia sotto embargo e isolata da una risoluzione dell’Onu proprio a causa del perdurare della sua politica di espansione nucleare. Ma quest’ultimo esperimento è certamente più preoccupante vista la natura dell’ordigno: non una semplice - si fa per dire - bomba atomica, ma una bomba all’idrogeno, sicuramente molto più potente. E, secondo quanto stanno accertando le strutture di intelligence giapponesi e occidentali, l’ordigno avrebbe anche avuto le dimensioni necessarie per essere verosimilmente caricato su un missile balistico.
Corea del Nord, test nucleare: l’annuncio in Tv
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La Corea del Nord ha fatto sapere che continuerà a rafforzare il suo programma nucleare, al fine di proteggersi contro le politiche ostili degli Stati Uniti. L’agenzia di stampa statale ha chiarito che Pyongyang non rinuncerà al programma fino a quando Washington manterrà quella che definisce "la loro posizione di aggressione". Ma ha anche assicurato che agirà come uno Stato nucleare responsabile e ha promesso di non usare le sue armi a meno che la sua sovranità non sia minacciata. E infine ha ribadito che non trasferirà le sue capacità nucleari ad altri soggetti.
La notizia è stata data ai nordcoreani da un’annunciatrice della tv statale, seguita su un megaschermo da una folla di persone radunate nel piazzale della stazione della capitale. Poco prima le autorità sudcoreane e il Servizio geologico americano avevano rilevato un sisma di magnitudo 5.1 a 49 km a nord di Kilju, vicino Punggye-ri.
Nord Corea, lo sciame sismisco causato dal test nucleare
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La conferma che all’origine della scossa di terremoto c’era un esperimento nucleare nordcoreano è venuta prima dai geologi cinesi e poi anche dal Giappone: il portavoce del governo, Yoshihide Suga, ha riferito che l’esplosione "sembrerebbe attribuibile a un ordigno nucleare".
L’intelligence sudcoreana, però non avalla l’ipotesi che l’ordigno testato dalla Corea del Nord sia una bomba nucleare all’idrogeno, riferisce la Yonhap News Agency. L’Agenzia meteorologica della Corea del Sud non ha rilevato alcuna radiazione attribuibile all’esplosione di una testata termonucleare. Non è escluso, quindi, che l’esperimento sia stato condotto in una zona sotterranea e che le immagini trasmesse dalla televisione di Pyongyang siano dei falsi. E gli esperti avvertono che ci vorranno giorni, forse settimane, per capire se effettivamente la Corea del Nord può ora disporre di una bomba all’idrogeno.
Il capo dell’organismo internazionale istituito per monitorare il divieto di test nucleari ha comunque condannato duramente il quarto test nucleare della Corea del Nord. "Questo atto costituisce una violazione della norma universalmente accettata contro i test nucleari," ha detto Lassina Zerbo, leader dell’Organizzazione che controlla la non proliferazione delle armi atomiche. "E’ anche una grave minaccia per la pace e la sicurezza internazionale", ha aggiunto.
Nei giorni scorsi, da un sottomarino nordcoreano era stato eseguito il lancio di un missile balistico, dopo il fallimento di un analogo esperimento avvenuto a novembre.
Non è ancora noto se la Corea del Nord sia riuscita a costruire con successo un dispositivo nucleare abbastanza piccolo da essere utilizzato come una testata su un missile balistico, ma la probabilità che questo possa comunque avvenire aumenta con ciascuna prova. E l’esplosione di stanotte avvicina sempre più i nordcoreani alla disponibilità di ordigni nucleari lanciabili con missili balistici anche da sommergibili, rendendo estremamente a rischio non solo le regioni confinanti, ma anche il resto delle nazioni.
REPUBBLICA.IT
ROMA - Condanna unanime della comunità internazionale nei confronti del regime nordcoreano che ha annunciato di aver sviluppato la bomba a idrogeno. I più preoccupati sono i Paesi più vicini, dalla Corea del Sud al Giappone, ma anche gli Stati Uniti, l’Unione europea, la Russia hanno parlato di "minaccia per la sicurezza globale". Il Consiglio di sicurezza dell’Onu, convocato d’urgenza, approva una risoluzione di condanna unanime e si dice pronto al varo di nuove sanzioni.
Secondo la Casa Bianca, però, le "analisi iniziali" indicano che nel suo ultimo test nucleare la Corea del Nord non ha usato una bomba all’idrogeno, come sostenuto da Pyongyang. Gli esperti americani continuano a studiare la situazione. Il portavoce della Casa Bianca Josh Earnest ha spiegato che "non si è verificato nulla nelle ultime 24 ore che possa cambiare la nostra valutazione delle capacità nucleari della Corea del Nord". Però quella della Corea del Nord è un atto altamente provocatorio, ha dichiarato il segretario di Stato americano, John Kerry. Della situazione il presidente degli Stati Uniti Barack Obama è stato aggiornato già due volte e intende a breve parlarne con i leader di Corea del Sud e Giappone. Earnest ha aggiunto che la consigliera per la sicurezza nazionale Susan Rice ha già stabilito contatti con la Cina a riguardo.
Sul fronte internazionale è significativo che anche la Cina, principale alleato di Pyongyang, abbia manifestato la propria "ferma contrarietà" al test nucleare, condotto "in disprezzo dell’opposizione della comunità internazionale". La Cina ha invitato "insistentemente" la Corea del Nord a "tener fede all’impegno della denuclearizzazione" e ad "astenersi da ogni azione che aggraverebbe la situazione". Invito che, per contro, molti osservatori interpretano come un ulteriore segno dell’indebolimento della forza di persuasione di Pechino nei riguardi di Pyongyang da quando alla testa del regime nord coreano si è insediato Kim Yong Un.
Il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon ha condannato il test nord coreano definendolo "profondamente destabilizzante per l’intera regione". "Questo test - ha rimarcato - ancora una volta viola numerose risoluzioni del Consiglio di Sicurezza. Inoltre è una grave violazione delle norme internazionali contro i test nucleari". Ban ha quindi esortato la Corea del Nord a "interrompere ogni ulteriore attività nucleare" e ad "assolvere i suoi obblighi verso una denuclearizzazione verificabile".
Tra i primi a parlare di "minaccia seria alla sicurezza mondiale", il primo ministro giapponese. Shinzo Abe ha aggiunto che verrà data una risposta decisa alla sfida della Corea del Nord contro la non-proliferazione nucleare, ribadendo che quest’ultimo test è una minaccia per la sicurezza del Giappone, una cosa assolutamente intollerabile per Tokyo.
Il ministro degli Esteri sudcoreano Yun Byung-Se ha convocato una riunione d’urgenza dei suoi esperti e del gabinetto di crisi per decidere quali risposte dare alla nuova minaccia che arriva da Pyongyang. I militari di Seul sono stati messi in stato di massima allerta subito dopo la riunione d’emergenza del Consiglio Nazionale presieduto dal presidente Park Geun-hye che ha sottolineato che "la Corea del Nord sta minacciando seriamente la pace nel mondo".
Il Pentagono annuncia che l’atto non potrà restare "senza conseguenze". Lo ha detto il segretario alla Difesa Ash Carter, parlando insieme al suo omologo sudcoreano Han min-goo. Fonti dell’amministrazione Usa hanno affermato che l’attività sismica rilevata in Corea del Nord è "coerente" con i precedenti test nucleari del regime guidato da Kim Yong Un e che le agenzie americane stanno studiando le rilevazioni di ogni possibile sensore per verificare l’esatta natura dell’evento. E, nel caso fosse confermato il test nucleare, di che tipo di ordigno si sia trattato. Anche se dall’amministrazione Usa filtra "scetticismo" rispetto alla versione nord coreana di una bomba all’idrogeno, anche se occorrerranno alcuni giorni per accertarlo.
La Casa Bianca ha annunciato "risposte appropriate e incisive" alle nuove provocazioni nordcoreane. "Difenderemo con ogni mezzo l’integrità e la sicurezza delle nazioni presenti in quell’area geografica da possibili aggressioni della Corea del Nord", ha aggiunto il portavoce della presidenza Usa. Ma negli Usa il test nord coreano diventa anche un argomento fornito ai candidati alla presidenza repubblicani per attaccare Obama. Se per Donald Trump è la Cina a dover risolvere la questione Pyongyang perché, ha dichiarato a Fox News, "è la Cina ad averne il totale controllo", Marco Rubio ha scaricato sulla Casa Bianca e sulla sua "fallimentare" politica estera Obama-Clinton la colpa delle attività nucleari della Nord Corea. Per lo speaker della Camera dei rappresentanti, il repubblicano Paul Ryan, il test nord coreano sembra una provocazione ma è presto per spingere su una risposta americana. "Ancora non conosciamo bene i fatti, credo che occorra una risposta particolarmente raffinata con i nostri alleati per quel regime canaglia".
Dura condanna anche dalla Gran Bretagna e dalla Francia. La Germania ha annunciato che convocherà oggi l’ambasciatore della Corea del Nord. E dall’Italia che tramite il ministro degli Esteri italiano Paolo Gentiloni rileva come se confermato, il test "rappresenti una grave violazione del diritto internazionale e delle pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e una seria minaccia alla pace e alla sicurezza internazionali e regionali". Il ministro Gentiloni, comunica la Farnesina, "avrà nelle prossime ore una conversazione telefonica con il suo omologo giapponese Fumio Kishida per discutere delle necessarie reazioni della comunità internazionale a questa provocazione, di cui viene investito oggi stesso il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite".
Per l’Alto rappresentante per la politica estera europea, Federica Mogherini, il test che il regime di Kim Jong-Un afferma di aver effettuato costituisce una "grave violazione" agli impegni che il Paese ha assunto e una "minaccia alla pace e alla sicurezza" della regione. Mogherini ha quindi chiesto Pyongyang di "riprendere un dialogo credibile e significativo con la comunità internazionale e cessare questo comportamento illegale e pericoloso". L’alta rappresentante per la Politica estera dell’Unione europea ha poi parlato al telefono con i ministri degli Esteri sudcoreano, Yun Byung-se, e giapponese, Fumio Kishida. Secondo una nota diffusa dal suo ufficio, i tre "hanno concordato sulla necessità di una azione forte, coordinata e unita della comunità internazionale, inclusi Onu e G7".
Nato e Russia, che la storia del nucleare ha spesso contrapposto, questa volta sono sulla stessa linea. "Se confermato, sarebbe un nuovo passo di Pyongyang nel percorso dello sviluppo di armi nucleari, che è una flagrante violazione della legge internazionale e delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell’Onu", si legge in una nota del ministero degli Esteri di Mosca. Stessa denuncia dal segretario generale dell’Alleanza Atlantica, Jens Stoltenberg, che in più sollecita Pyongyang ad abbandonare non solo i "programma esistenti per missili balistici e nucleari in maniera completa, verificabile e irreversibile" ma anche "la sua retorica incendiaria e minacciosa", oltre a impegnarsi in "credibili e autentici negoziati sulla denuclearizzazione".
Il portavoce di Vladimir Putin ha poi manifestato la "estrema preoccupazione" del presidente russo. "Putin ha ordinato uno studio completo degli indicatori da tutte le stazioni di misurazione, comprese quelle sismologiche, e un’analisi della situazione se il test dovesse essere confermato" ha dichiarato Dmitri Peskov. Mentre iI governo russo sollecita
le parti coinvolte a "mostrare moderazione" e non fare nessuna "mossa" che possa "aumentare la tensione nella regione" perché le divergenze nella penisola coreana vanno "affrontate per via diplomatica" nel quadro del "processo negoziale".
FRANCESCO SEMPRINI SU LASTAMPA.IT
Francesco Semprini per Lastampa.it
Kim Jong Un riapre un fronte di crisi internazionale, conducendo il suo primo test con la bomba a idrogeno. Si tratta di una chiara violazione alle disposizioni stabilite dalle risoluzioni delle Nazioni Unite, ma soprattutto rafforza i timori di una nuova corsa da parte della Corea del Nord verso la bomba atomica. «Abbiamo effettuato con successo un test nucleare per difenderci dagli Stati Uniti», spiegano le autorità nordcoreane.
Una minaccia non solo per i Paesi della regione, come Giappone e Corea del Sud, tradizionali rivali del regime di Pyongyang, ma anche per gli Stati Uniti, visto che la bomba può essere armata su missili di lungo raggio capaci di raggiungere le coste del Pacifico degli stati Uniti. Washington è stata sino ad oggi scettica sulla reale capacità della Nordcorea di sviluppare una bomba atomica, ma a sentire le dichiarazioni di Pyongyang sarebbe stato messo a punto un ordigno «miniaturizzato» la cui sperimentazione si è rivelata «un successo».
IL TERREMOTO PROVOCATO DAL TEST
Ci vorranno alcuni giorni per capire se tali affermazioni corrispondono a realtà, ma intanto a mettere in allarme i Paesi della regione è stata una scossa sismica di magnitudo 5,1 il cui epicentro sarebbe stato registrato a 49 chilometri a nord di Kilju, l’area nordorientale del Paese dove si trova uno dei siti nucleari del regime.
Si tratta di un terremoto indotto, come precisano gli esperti, ma senza dubbio della intensità più alta mai registrata per questo genere di sisma artificiale, maggiore di quello provocato da tutti gli altri test nucleari del passato avvenuti nel Paese. In una bomba a idrogeno, le radiazioni prodotte dalla fissione nucleare possono provocare un fenomeno di fusione responsabile di potenti esplosioni e radioattività.
La Corea del Sud ha detto che si consulterà con gli alleati e le potenze regionali per mettere la Corea del Nord di fronte alle conseguenze del test nucleare che afferma di aver condotto e per ulteriori sanzioni Onu. Il primo ministro giapponese Shinzo Abe (nella foto) ha detto che l’annuncio da parte della Corea del Nord è una minaccia alla sicurezza del proprio paese: «Non possiamo assolutamente permettere questo, e lo condanniamo fermamente». Tokyo ha annunciato una «forte azione» insieme a Usa, Corea del Sud, Cina e Russia e attraverso l’Onu.
Il capo dell’Organizzazione dell’Onu per il Trattato sul bando dei test nucleari, Lessina Zerbo, ha detto che il test, se confermato, sarebbe una violazione del Trattato e una grave minaccia alla pace e alla sicurezza internazionale. Zerbo ha precisato che le norme contro i test atomici sono state rispettate da 183 paesi dal 1996 e ha invitato Pyongyang a evitare altri esperimenti e ad aderire al trattato. E nella notte il Consiglio di Sicurezza ha tentato di organizzare una riunione d’emergenza al Palazzo di Vetro per valutare la situazione e capire come procedere.
La Casa Bianca dice di non poter confermare il test nucleare, ma precisa che, se fosse confermato, lo condannerebbe come una violazione delle risoluzioni delle Nazioni Unite. Il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale, Ned Price, ha detto che gli Stati Uniti sono «informati di attività sismica nella penisola coreana in prossimità di un noto sito di test nucleari nordcoreani, e hanno visto le affermazioni di Pyongyang di un test nucleare».
E’ plausibile tuttavia che siano state già allertate le postazioni militari dell’area Pacifico che ospitano i sistemi balistici di intercettazione e risposta rapida, in particolare le basi in California ma soprattutto in Alaska, a Fort Greely, che ospitano le batterie strategiche puntate proprio verso la Corea del Nord.
Nel 2013, il giovane leader Kim Jong Un aveva dichiarato di considerare nullo l’armistizio del 38 esimo parallelo, a 60 anni esatti dalla sua firma (al termine di tre anni di guerra tra le due Coree con la prima missione di peacekeeping dei caschi blu Onu). E aveva dato inizio a una campagna di retorica bellicosa nei confronti di Seul e di Washington minacciando il ricorso di attacchi nucleari nei confronti dei due Paesi. Da allora tuttavia non erano stati condotti, a parere delle intelligence e degli esperti occidentali, test nucleari condotti dal regime. Almeno sino a qualche ora fa.
Corea del Nord, Visetti: "La bomba all’idrogeno per trattare con Usa?"
"Bisogna capire perché Kim Jong-Un cerca di alzare la tensione. Se per un problema di natura interna o per cercare di trattare, attraverso la Cina, con gli Stati Uniti, la possibilità di avere alleggerite le sanzioni o di avere dei prestiti". Il commento di Giampaolo Visetti sull’esplosione di un ordigno termonucleare, che ha provocato un terremoto di 5.1 di magnitudo vicino a un sito militare, per i test del regime di Pyongyang
Zucconi: "Onu impotente. Kim Jong-un, uno squilibrato nel cuore dell’Asia che ribolle"
Perché la Corea del Nord ha voluto sviluppare - se l’ha fatto - la bomba all’idrogeno? Cosa si può fare per fermare la continua cavalcata di Kim Jong-un alla ricerca di armi sempre più micidiali? E se ora i vicini giapponesi abbandonassero la loro politica di demilitarizzazione?
Ivy Mike era il nome in codice dato al test statunitense della prima bomba all’idrogeno, o bomba H, compiuto il 1º novembre 1952 alle 07:15 (ora locale). Fatta esplodere sull’atollo di Enewetak (nelle isole Marshall, allora occupate dall’esercito americano), nel contesto dell’Operazione Ivy liberò un’energia pari a 10,4-12 megatoni, ossia quasi mille volte superiore a quella della bomba di Hiroshima.
DAGOSPIA
Lucio Di Marzo per Il Giornale
Un terremoto di magnitudo 5.1, con l’epicentro a una cinquantina di chilometri dal luogo dove la Corea del Nord conduce i suoi test nucleari.
Poi l’annuncio in televisione, con l’enfasi tipica della propaganda di regime: Pyongyang ha annunciato così quello che ha presentato come il test di una bomba all’idrogeno miniaturizzata, da mettere in campo contro i nemici del Paese.
Un annuncio che ha preoccupato le Nazioni Unite abbastanza da convocare un Consiglio di sicurezza, per capire se nella rivendicazione che arriva dalla parte settentrionale della penisola di Corea ci sia qualcosa di vero. I dubbi ci sono, e tanti. Alcuni esperti ritengono che il sisma provocato sia stato troppo debole perché si trattasse davvero di una bomba H. Tuttavia nessuno abbassa la guardia, non ancora.
C’è poi chi, da Facebook, si lancia in un umorismo un po’ greve. È il caso di Gad Lerner, che sulla sua pagina sul social network scrive che è un "peccato che Salvini e Razzi non si trovassero nella loro patria elettiva", riferendosi al fatto che entrambi - il leader leghista e il politico abruzzese - sono stati in passato nel Paese di Kim Yong-Un, in una visita organizzata a settembre di due anni fa.
Critiche vengono mosse anche da Angelo Bonelli. "Matteo Salvini e il senatore Antonio Razzi, che hanno omaggiato con le loro visite in Corea del Nord il dittatore Kim Jong-Sun, cosa hanno da dire su quanto accaduto?", si chiede l’uomo di Verdi.
Salvini, che su facebook - è noto - è estremamente attivo, non ci ha messo molto a replicare alla battuta poco felice di Lerner. "L’intelligenza di sinistra non si smentisce mai! - ha commentato - Ciao Gad, salutami la tua patria elettiva popolata di Rom e clandestini".
Sulla stessa linea la risposta di Antonio Razzi. "E beh, non è che sono tutti bravi e intelligenti. C’è chi deve parlare anche di quello che non sa e deve fare il professore. A Lerner posso solo dire ’e meno male che sei uno di sinistra’, e farmi una risata".
2. ANTONIO RAZZI (SENATORE FORZA ITALIA) A: “COREA DEL NORD? VOGLIO FARE MEDIATORE PER L’ONU”.
La Zanzara su Radio 24
“La Corea del Nord? All’Onu dico che sono disponibile a fare da mediatore, ad andare lì subito perché conosco la situazione e si fidano di me. Ci posso andare tranquillamente”. Lo dice Antonio Razzi, senatore di Forza Italia che più volte ha guidato missioni della commissione Esteri a Pyongyang, a La Zanzara su Radio 24.
“Non vogliono buttare la bomba – dice Razzi – la tengono in cantina bella chiusa. Non c’è da preoccuparsi, si vogliono solo difendere. Il terremoto? Ma quando mai, i terremoti vengono anche senza la bomba. Comunque la tengono bene chiusa a chiave in cantina, non la adoperano sicuro” .
“Kim Yong Un – sostiene ancora Razzi – è una bravissima persona, ce ne fossero come lui. E’ un Paese pulito, funzionante, tutti i giovani lavorano, non c’è nemmeno un disoccupato”. E allora che fare?: “L’unica cosa è togliere l’embargo, subito. Non si può fare come i ragazzini a scuola, che si fanno i dispetti”.
SANZIONI
ILPOST.IT
Il governo degli Stati Uniti ha imposto una nuova serie di sanzioni contro la Corea del Nord in risposta all’attacco informatico subito lo scorso novembre da Sony Pictures che ha portato alla sospensione dell’uscita del film “The Interview” (che è stato poi distribuito su YouTube). Le sanzioni riguardano dieci individui e organizzazioni nordcoreane che però non sembrano direttamente coinvolte nell’attacco.
Gli enti colpiti dalle sanzioni sono l’ufficio dell’intelligence militare, la KOMID – la principale società che si occupa di commercio di armi – e la Korea Tangun Trading Corporation – società impegnata nella ricerca militare. Le persone a cui sono state imposte le sanzioni sono i rappresentanti della KOMID in Russia, Iran, Cina, Namibia e Siria. Le nuove sanzioni sono state messe in atto tramite un ordine esecutivo del presidente statunitense Barack Obama, che permetterà al dipartimento del Tesoro di estendere le sanzioni a qualunque funzionario o persona “affiliata” o “controllata” dal governo nordcoreano che abbia compiuto attività illecite.
Alcuni funzionari del governo americano hanno spiegato ai giornalisti che le attuali sanzioni non servono a punire i diretti responsabili dell’attacco a Sony, ma a scoraggiare futuri attacchi simili. Secondo il corrispondente della BBC da Seul, in Corea del Sud, le sanzioni hanno un valore soprattutto simbolico: i due paesi, infatti, hanno scarsissimi rapporti commerciali.
La Corea del Nord è oggetto di sanzioni internazionali da più di sessant’anni: le prime sanzioni furono approvate dagli Stati Uniti nel 1950, poco dopo l’inizio della Guerra di Corea. Negli ultimi anni, le Nazioni Unite hanno imposto al paese nuove sanzioni economiche a causa del programma nucleare illegale nordcoreano e delle violazioni dei diritti umani compiute dal governo di Pyongyang. Oggi in molti paesi del mondo esistono limitazioni al commercio con la Corea del Nord, oltre a divieti di concedere visti a funzionari ed esponenti del regime.
L’attacco informatico subito da Sony Pictures lo scorso novembre ha portato al furto di moltissimi dati e alla distruzione di circa tre quarti dei computer e dei server della società. L’attacco è arrivato in seguito a una serie di minacce del governo nordcoreano legate all’uscita del film “The Inteview”, una commedia in cui viene raccontato un tentativo di assassinio del dittatore nordcoreano Kim Jong-un. L’FBI ha ufficialmente accusato la Corea del Nord di esser responsabile dell’attacco (la Corea del Nord ha sempre smentito). Molti esperti di sicurezza informatica, però, non credono alle accuse e ritengono invece che l’attacco sia stato compiuto da alcuni pirati informatici molto abili a nascondere le loro tracce.
SANZIONI HUFFINGTON
http://www.huffingtonpost.it/2016/01/06/corea-del-nord-sanzioni_n_8920910.html
Il quarto test nucleare effettuato dalla Corea del Nord mercoledì potrebbe tradursi in un inasprimento delle sanzioni già imposte dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e dall’Unione europea contro Pyongyang. Negli anni, infatti, i programmi nucleari e missilistici della Corea del Nord hanno dato vita a sanzioni a più riprese, sia da parte dell’Onu e della Ue, sia da parte dei singoli paesi.
Corea del Nord, test nucleare: l’annuncio in Tv
ONU - Per quanto riguarda il Consiglio di Sicurezza Onu, l’organismo ha imposto e ampliato sanzioni in quattro riprese, seguite rispettivamente al test missilistico del luglio 2006, ai test nucleari dell’ottobre 2006 e del maggio 2009 e al lancio di un razzo il 12 dicembre 2012. Le sanzioni del Consiglio di sicurezza vengono applicate da tutti i Paesi membri e includono: L’embargo sulla vendita, la fornitura e il trasferimento di armi e materiale bellico alla Corea del Nord, oltre al divieto di ottenere questo tipo di materiale dalla Corea del Nord. Il divieto sull’import e l’export di numerosi prodotti e tecnologie contenute in un elenco dettagliato dell’Onu. Il divieto all’export di beni di lusso. Il congelamento di fondi e risorse della Corea del Nord. Il divieto d’ingresso nel territorio di persone nominate in un elenco Onu. La cooperazione tra i paesi Onu per prevenire il traffico illecito di armi nucleari, chimiche o biologiche, di missili balistici e delle relative tecnologie e materiali.
Cina: sisma nel Nordest causato dal test nucleare nordcoreano
USA - A loro volta, gli Usa hanno imposto una serie di sanzioni che prevedono soprattutto il sequestro di beni di tutte le persone o le entità legate al traffico di armi con la Corea del Nord, al riciclaggio di denaro, alla contraffazione, al contrabbando di denaro contante e al traffico di droga. Inoltre, nessuna imbarcazione americana può battere bandiera nordcoreana. Tutte le importazioni di beni, servizi e tecnologie dalla Corea del Nord devono essere autorizzate dal governo Usa.
UE - L’Ue ha una propria lista di prodotti off-limit per l’export verso la Corea del Nord. L’Ue ha stilato inoltre un elenco di persone ed entità alle quali è vietato recarsi nel Paese o colpite da provvedimenti di congelamento dei fondi. Sempre l’Ue ha rafforzato le ispezioni dei cargo e le attività di vigilanza delle istituzioni finanziarie europee con banche che hanno sede in Corea del Nord.
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Kim Jong-un, il "dittatore bambino"
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COREA DEL SUD - Dopo l’affondamento di una corvetta sudcoreana nel marzo 2010 da parte di Pyongyang (che nega), Seul ha vietato gli scambi commerciali con il Paese e gli investimenti nel Nord. L’unica eccezione è una zona industriale gestita dalle due Coree.
GIAPPONE - Il Giappone ha iniziato a rafforzare le proprie sanzioni contro la Corea del Nord. In particolare, il primo ministro Shinzo Abe ha indicato che Tokyo intende imporre un giro di vite sulle procedure di controllo dell’immigrazione di dipendenti di un’organizzazione pro-nordcoreana in Giappone. Le sanzioni già in vigore includono un embargo commerciale totale con la Corea del Nord e il divieto di emettere visti ai cittadini del Paese. I trasferimenti finanziari di residenti in Giappone verso la Corea del Nord sono inoltre soggetti ad autorizzazione da parte del governo.
AUSTRALIA - L’Australia ha imposto sanzioni finanziarie, tra cui restrizioni alle transazioni che coinvolgono individui o entità legati a programmi nucleari o balistici della Corea del Nord. L’Australia ha inoltre imposto il divieto di emettere visti ai nordcoreani e vieta l’accesso nei suoi porti alle navi di Pyongyang.