varie, 5 gennaio 2016
AMORI USCITI SUL FOGLIO DEI FOGLI DEL 4 GENNAIO 2016
POLVERE Secondo il libro Vita emotiva segreta di Zhou Enlai della giornalista cinese Tsoi Wing-mui il braccio destro di Mao sarebbe stato omosessuale e per un uomo avrebbe coltivato un lungo amore, cominciato sui banchi di scuola. La prova principale è il diario tenuto da Zhou nel 1918, quando aveva vent’anni e studiava in Giappone. La biografia sostiene che era innamorato di un compagno di scuola di due anni più giovane, Li Fujing, conosciuto al liceo di Tianjin. Nel diario, Zhou confida di sentire molto la mancanza della famiglia e dell’amico, che chiama «fratello»: «Ho sentito una fitta terribile al cuore, la mia felicità è diventata polvere quando ho saputo che ci saremmo separati». I due giovani poi si ritrovarono a Londra, dove volevano entrare in un’università prestigiosa. Li Fujing ci riuscì, Zhou, che non aveva abbastanza soldi per mantenersi agli studi là, passò in Francia, dove entrò in contatto con l’Internazionale Comunista. La biografia suggerisce che Zhou andò in Francia per non allontanarsi troppo dall’amico. Il suo orientamento sessuale nascosto spiegherebbe, secondo la biografa, la freddezza di Zhou nei confronti della moglie Deng Yingchao. La storiografia ufficiale sostiene che Zhou era troppo preso dalla politica per essere romantico con lei: le aveva chiesto di sposarlo tramite cartolina e poi non l’aveva più vista per cinque anni. Quando lei nel 1925 arrivò a Guangzhou ed entrò nella sala del sindacato dove Zhou lavorava, quello non si alzò nemmeno per abbracciarla (Guido Santevecchi, Corriere della Sera 31/12).
RAPIDITA’ Iris Murdoch ebbe numerose relazioni, anche omosessuali. Tutte storie note al marito John Bayley, sposato nel 1956, che teorizzava la «coppia aperta». L’amante più noto fu Elias Canetti, cui la Murdoch rimproverava: «Sei accecato dal narcisismo e concedi briciole del tuo cuore solo a tua moglie». Ebbe intensi legami con le colleghe di Oxford, ritenendo l’amore lesbico «un’esperienza da consumare con rapidità, prima che il segreto diventi pubblico» (r.bert., il venerdì di Repubblica 24/12).
LIRICHE A Londra la casa editrice Faber ha pubblicato una edizione delle opere complete di Thomas Stearns Eliot, Nobel per la letteratura nel 1948. Il volume contiene alcune liriche inedite che, secondo i curatori dell’opera, dovrebbero far luce sulla vita intima del poeta. Finora, infatti, egli è stato presentato dai biografi come un uomo timido, dalla sessualità traumatizzata nel matrimonio con Vivienne Haigh-Wood, morta in manicomio. Invece, nel 1957, Eliot quasi settantenne si risposò con la sua segretaria, Valerie Fletcher. A lei sono dedicate alcune liriche da cui si evince una prepotente passione fisica. In una, per esempio, scrive: «Amo questa ragazza alta / adoro quando si siede su di me con niente addosso / e io con niente addosso». In un’altra, invece, compone versi per lodare la solidità «dei suoi seni magnifici che tocco con voluttà» (Roberto Bertinetti, il venerdì di Repubblica 24/12).
FATWA Nel rifugio di Abu Sayyaf, tesoriere dell’Isis ucciso con un raid aereo a maggio nel nord della Siria, è stata ritrovata la fatwa numero 64 dello Stato Islamico, datata 29 gennaio 2015, che regolamenta l’uso delle schiave del sesso. Nel testo, diviso in 15 punti, si legge: «Non è possibile per il padrone di una schiava avere rapporti sessuali con lei fino a che non ha avuto il ciclo ed è diventata pulita». Al secondo e al terzo punto viene spiegato come non sia permesso «far abortire una schiava che rimanga incinta e avere rapporti con lei fino a quando non abbia dato alla luce il bambino». E ancora: «Se il padrone possiede sia la figlia che la madre non può avere rapporti con entrambe ma solo con una di esse». Stesso discorso se le schiave sono sorelle. Inoltre padre e figlio non possono violentare la stessa donna. Infine la fatwa 64 informa che non è concesso avere «rapporti anali con le schiave» e «che bisogna essere compassionevoli con esse» (Marta Serafini, Corriere della Sera 30/12).
EX C’è un’organizzazione a Londra, fondata da Michelle Young, 51 anni, ex moglie di un ricco immobiliarista britannico, che chiede la modifica delle leggi che rendono difficile la “disclosure”, ossia l’individuazione dei patrimoni degli ex mariti occultati all’estero. Tutto è nato dalla storia della signora: nel 2013 il tribunale ha stabilito che le spettassero quasi 28 milioni di euro, al termine di una causa di separazione durata dieci anni, 65 udienze e l’impegno di nove investigatori privati incaricati di dare la caccia a un patrimonio di oltre 550 milioni, che secondo la donna, l’ex marito, scomparso lo scorso anno, aveva nascosto all’estero. La sua è un’esperienza condivisa con tante altre mogli di ricconi: Janna Kremen, 48 anni, avrebbe avuto diritto a circa 17,5 milioni di euro dall’ex coniuge, l’oligarca russo Boris Agrest. Questi, però, prima di tornare a Mosca, appellandosi a un accordo firmato dopo le nozze e definito dal giudice «fasullo», ha lasciato a lei e ai tre figli solo un milione di euro. Si lamenta: «Ho pagato 125mila euro solo per vedere degli avvocati scambiarsi delle lettere» (Clara Attene, il Venerdì di Repubblica 24/12).