varie, 5 gennaio 2016
DELITTI USCITI SUL FOGLIO DEI FOGLI DEL 4 GENNAIO 2016
Ermal Abdushi, 26 anni. Origini albanesi, residente a Locate Varesino, in provincia di Como, sposato, precedenti per droga, giocava come attaccante nella squadra del Castronno. L’altro pomeriggio era a casa del conoscente Jasin Sulo, 30 anni, albanese pure lui, precedenti per detenzione d’armi. D’un tratto costui, chissà perché, gli sparò un colpo di pistola dritto in bocca.
Pomeriggio di mercoledì 30 dicembre a Locate Varesino, in provincia di Como.
Gino Toni Bellomo, 32 anni. Italo-brasiliano, residente a Terracina (Latina), noto alla polizia per spaccio di cocaina, la notte di Santo Stefano per questioni di droga litigò in piazza con due tunisini sui vent’anni che lo riempirono di calci e pugni finché non smise di respirare.
Alle due e mezza di notte di sabato 26 dicembre in piazza Garibaldi a Terracina, Latina.
Anna Maria Cenciarini, 55 anni. Ex dipendente di un’azienda che realizza misuratori per gas, aveva lavorato fino a quando un problema alla schiena l’aveva costretta alla pensione. Da qualche anno s’era trasferita in un casolare nelle campagne di Città di Castello col marito Antonio Bigotti, meccanico, e il figlio Federico, 21 anni. Costui, un passato difficile, disoccupato, il sogno di diventare attore, due anni fa aveva fatto un provino per un talent e s’era descritto così: «Sono grande e grosso ma allo stesso tempo buono, dolce e sensibile». Negli ultimi tempi Federico s’era messo a dieta, correva tutti i giorni, ed era arrivato a perdere una cinquantina chili. Però era pure diventato apatico e depresso e a volte restava tappato in camera sua per giornate intere. Lunedì scorso, solo in casa con la mamma, chissà perché le infilò un coltello da cucina una decina di volte nell’addome, nella gola, nella schiena. Quindi si tolse gli abiti zuppi di sangue, chiamò i soccorsi dicendo che era in camera sua al piano di sopra, che era sceso sentendo urlare la madre, che l’aveva vista colpirsi più volte, che aveva provato a fermarla senza riuscirci e che poi era scappato di nuovo in camera perché spaventato. Il giorno dopo, proprio mentre facevano l’autopsia alla madre, mise su Instagram il suo numero di cellulare dicendosi in cerca d’un lavoro da modello.
Alle 9.30 di lunedì 28 dicembre in un casolare in località Varesina nelle campagne di Città di Castello, Perugia.
Salvatore Chianese, 42 anni. Guardia giurata, originario del casertano ma da tempo domiciliato con la moglie e il figlio di 9 anni a Campiano (Ravenna), l’altra notte era appena sceso dall’auto di servizio all’ingresso della cava Manzona per un’ispezione quando qualcuno, con un fucile da caccia caricato a pallettoni, gli sparò due volte alla testa. Quindi gli rubò il portafogli e la pistola d’ordinanza e scappò via. Gli inquirenti non escludono nessuna pista ma sembrano privilegiare l’ipotesi che Chianese abbia disturbato una banda di ladri in azione.
Notte tra martedì 29 e mercoledì 30 dicembre a Savio, nel Ravennate.
Francesca Vianello, 81 anni. Pensionata, per una vita aveva fatto la guardarobiera al Casinò di Venezia. Minuta, garbata e riservata, poche amicizie, nubile, viveva da sola in un appartamento a Mestre dove i vicini la chiamavano «signorina». Il 23 dicembre aveva prestato cento euro a Susanna Lazzarini, 52 anni, figlia di una sua amica storica, vedova, due figli da mantenere. Il 28 dicembre le due donne si incontrarono, la Vianello voleva indietro i suoi soldi, l’altra le disse che non li aveva, ne nacque una lite e a un certo punto la Lazzarini, prendendo la vecchia da dietro, la strangolò con un cordino.
Mattina di lunedì 28 dicembre in un appartamento al sesto piano al civico 167 di corso del Popolo a Mestre, Venezia.
Giancarlo Zaccaria, 30 anni. Di Foggia, in galera da quattro anni perché era stato beccato con 160 grammi di droga, aveva ottenuto un permesso per trascorrere il Natale in famiglia. All’ora di pranzo del 25 dicembre bussò alla porta del cognato Patrizio Laveneziana, 45 anni, bracciante agricolo, con cui aveva vecchie ruggini. Gli aprì la sorella, cercò di non farlo entrare dicendogli che il marito non c’era, lui non le diede retta e si presentò nel salotto dove l’uomo era a tavola coi quattro figli. I due presero a litigare, volarono parole grosse, e quando il Zaccaria schiaffeggiò il cognato quello prese la sua pistola e gli sparò un colpo nella gamba, recidendogli l’arteria femorale.
All’ora di pranzo di venerdì 25 dicembre in un appartamento alla periferia di Foggia.
SUICIDI
Lorenzo Carinato, 16 anni. Di Montebelluna, Treviso, iscritto al liceo scientifico, giocava a basket e suonava la batteria. Il giorno di Capodanno, profittando dell’assenza dei genitori, legò una corda alla finestra della sua camera e si impiccò. A trovarlo che penzolava fu la madre. Nessun biglietto.
Prima delle 14.30 di venerdì 1° gennaio in via Feltrina a Biadene di Montebelluna, Treviso.