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 2016  gennaio 05 Martedì calendario

MARCHIONNE TORNA A GESTIRE L’AUTOMOBILE

Fin da quando Marchionne è arrivato al Lingotto, nel 2004, sono stati pochissimi gli anni in cui Fiat prima e Fiat Chrysler poi non sono state impegnate in operazioni straordinarie. Adesso che la separazione da Ferrari è in archivio, restano da definire nei prossimi sei mesi alcune questioni importanti sulla strutura finanziaria delle due aziende: «Entro il primo semestre» Ferrari lancerà un bond per consolidare il debito (finora ha fatto ricorso a un prestito ponte di un pool di banche); ed «entro il primo trimestre» Fca rinegozierà i due Term Loan 2017 e 2018 di Chrysler che ancora pongono vincoli alla gestione della liquidità del gruppo. E poi?
Marchionne è sembrato ieri indicare un rallentamento del dossier alleanze (anche se forse lui sosterrebbe di non averlo mai accelerato); certo, di fronte al secco no di General Motors e alle minori attrattive di altri partner potenziali, non c’erano molte alternative. Fca si concentrerà sulla gestione ordinaria e raggiungendo gli obiettivi finanziari per il 2018 - questo è il messaggio - sarà in una posizione migliore per negoziare eventuali accordi.
Come spiegato nell’articolo a pagina 4, i target finanziari per il 2018 sono tutti confermati. Su quelli operativi, però, la maggior parte degli analisti nutre forti dubbi. Difficile, per esempio, arrivare ai 7 milioni di auto vendute previsti dal piano; il 2015 si dovrebbe essere chiuso a 4,8 milioni o poco più, il Brasile è in piena crisi, la Cina dà segni di incertezza; pur tenendo conto della ripresa del mercato italiano (confermata dai dati di ieri su dicembre) Mediobanca, una delle più positive sul titolo Fca, vede un 2018 «poco sopra quota 5 milioni».
Nel corso dell’anno dovrebbe debuttare l’Alfa Romeo Giulia, presentata nel giugno scorso. Nelle prossime settimane, intanto, Marchionne presenterà una revisione del piano prodotti (almeno per il 2016) che terrà conto della frenata cinese e del tonfo di quello brasiliano.
Centrare i target finanziari con 2 milioni di vendite in meno sarebbe un’impresa straordinaria; ce la farà Marchionne? Un aiuto fondamentale dovrà arrivare dalla riduzione del debito netto, cui contribuirà in misura significativa lo stesso scorporo di Ferrari; il calo del debito permetterà a sua volta di tagliare gli oneri finanziari netti, che nel 2015 pesavano ancora per oltre 2 miliardi sul conto economico. Serviranno nuove operazioni straordinarie? Ieri ha smentito le possibili cessioni di Magneti Marelli o Comau per fare cassa, così come una ipotetica quotazione di Maserati. Si trasformerà davvero «da dealmaker a car guy» («da negoziatore a uomo dell’auto») come scrive Bloomberg? Anche senza arrivare a ipotizzare, come fa Max Warburton di Alliance Bernstein, che «Marchionne si annoierebbe a fare solo il gestore di un’azienda automobilistica», è certo che il dossier alleanze non verrebbe completamente accantonato: il manager ha dimostrato in passato (Chrysler insegna) di saper cogliere al volo le occasioni.