Notizie tratte da: John Kampfner, Storia dei ricchi, Feltrinelli, Milano, pagg. 478, € 25,00, 3 gennaio 2016
LIBRO IN GOCCE NUMERO 71
(Storia dei ricchi)
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MANSA MUSA E LA FINE DEL SUO ORO –
Ricco. «Nessuno è tanto ricco da potersi ricomprare il passato» (Oscar Wilde).
Origini.La parola ricco deriva dalla stessa matrice indoeuropea che ha prodotto il vocabolo celtico rix, il latino rex e il sanscrito rajah, che vuol dire «sovrano».
Mansa Musa. Mansa Musa, sovrano dell’impero maliano nel quattordicesimo secolo, ricchissimo, possedeva 400 miliardi di dollari. Tutto l’oro del paese (e ce n’era moltissimo) era suo per diritto. Nel 1324 si recò alla Meccas per l’hajj, il pellegrinaggio rituale. Dovunque sostasse nel suo viaggio lungo un anno, Musa ricoprì d’oro quelli che incontrava. Più si avvicinava alla meta, più cresceva il suo fervore religioso; si dice che ogni venerdì pagasse la costruzione di una moschea in un sito di sua scelta. Elargì così tanto oro che persino lui ne restò a secco, e dovette farsene prestare per tirare avanti.
Cosimo de’ Medici. Giovanni di Bicci de’ Medici, che fondò a Firenze nel 1397 il Banco Mediceo, era solito dire: «Quand’anche fosse possibile far denari con la bacchetta magica, farei ugualmente il banchiere».
Luigi XIV. Luigi XIV salì al trono a cinque anni, ma solo a 23 poté prendere in mano le redini del potere. Fece subito arrestare il marchese Nicolas Fouquet, che oltre a mantenere un piccolo esercito privato s’era fatto costruire un palazzo sontuoso e s’era assicurato una sorta di monopolio nella protezione di artisti e scrittori.
Fouquet. «Il 17 agosto, alle sei del pomeriggio, Fouquet era il re di Francia. Alle due di notte non era nessuno» (Voltaire).
Versailles. Versailles, una villetta a una ventina di chilometri a sudovest di Parigi, «il meno attraente di tutti i luoghi», dove Luigi andava a caccia con il padre, diventò grazie a lavori durati decenni il più maestoso dei palazzi: il tasso di mortalità tra le squadre dei muratori che vi presero parte era tale che i cadaveri venivano rimossi di notte per non demoralizzare il resto della manodopera.
Akhenaton. Akhenaton, il cui nome vuol dire «lo spirito vivento del disco solare», regnò mentre l’Egitto era al culmine della sua ricchezza, sul finire della diciottesima dinastia (1353-1336 a.C.). Costruì una sua città e si dedicò a creare una propria religione. Dopo cinque anni dall’ascesa al potere aveva soppiantato millenni di tradizioni politeistica con una religione monoteista, eclissando le molteplici divinità e mitologie del suo paese con un singolo dio solare in ascesa: Aton.
Krupp. Quando, a 14 anni, Alfred Krupp subentrò nell’azienda di famiglia per la morte improvvisa del padre, la sua compagnia contava 5 dipendenti. Sessant’anni dopo, alla sua morte, presiedeva una città-stato aziendale che alloggiava, alimentava e controllava la vita di decine di migliaia di lavoratori.
Gente. «Io non credo che la ricchezza cambi davvero la gente» (Jeff Bezos)
Mobutu. Mobutu Sese Seko, che si impadronì del potere in Congo nel 1965, era, secondo la definizione di un ministro francese, «un caveau ambulante con il berretto di leopardo». Sfruttò la sua posizione per diventare una delle figure più ostentamente ricche del ventesimo secolo, sostenendo che la ricchezza e il prestigio del capo erano il miglior barometro con cui si potesse misurare il benessere di un paese in via di sviluppo.
Acrobati. «Da filosofo posso osservare come la gente si inchina e striscia davanti a lui. È una contorsione della spina dorsale che il migliore degli acrobati avrebbe difficoltà a imitare» (Heinrich Heine a proposito del barone James de Rothschild)
Giorgio Dell’Arti, Domenicale – Il Sole 24 Ore 3/1/2016