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 2015  dicembre 31 Giovedì calendario

MATTARELLA NON DICE NIENTE. E PIACE A TUTTI

D’accordo, il discorsone di san Silvestro raramente è frizzante come le bollicine che attendono di essere stappate dopo qualche ora. A memoria, ci si ricorda un Cossiga 1991, qualche Scalfaro in epoca berlusconiana, forse un paio di moniti di Napolitano negli anni bui della crisi del debito e del cupio dissolvi della Seconda Repubblica.
Mattarella, tuttavia, ha battuto ogni record di banalità, con un discorso in linea con questo suo primo anno da Presidente: tutta forma, zero sostanza. Che stride anche solo col rabbioso Te Deum di Papa Francesco di qualche ora prima, che parlava della sofferenza dei profughi e di Roma. L’elenco dei temi trattati parla da solo: lavoro, evasione fiscale, disuguaglianze, mezzogiorno e poi l’attualità di ambiente, terrorismo, politiche di accoglienza dei migranti e la solita chiusa sulle donne italiane che si fanno largo nel mondo.
Intendiamoci: tutto giusto. Giusto dire che sebbene l’occupazione sia cresciuta dopo anni di calo, le difficoltà sono ancora molte, soprattutto per giovani e donne. Giusto dire che le tasse vanno pagate. Giusto dire che la questione ambientale è importante, che il terrorismo islamista - sì, ha detto islamista: unico sussulto della serata - è una questione seria e che gli attentati vanno prevenuti a livello europeo, e che l’Europa deve avere una politica unica sull’immigrazione, e che malaffare e corruzione vanno combattute.
Tutto talmente giusto da averlo già sentito migliaia di volte. Sarebbe servito magari aggiungere proprio questo: perché, se tutto questo è vero, più o meno da quando è nata la Repubblica, settant’anni fa, non si è mai riuscito a far nulla? Quali gli errori che la politica deve evitare, per far sì che le cose finalmente cambino? Quale la direzione da seguire affinché il 2016 sia un anno diverso?
Forse non è da Mattarella che sarebbe stato lecito attendersi queste risposte. E forse già lo sapevamo da quando l’avevamo eletto, che sarebbe finita così. Rimangono gli applausi del popolo, certo. Ma sono gli applausi di chi, forse, si sente rassicurato da un Presidente in seconda fila. Forse perché gli anni dei presidenti in prima fila, si chiamassero Scalfaro o Napolitano, non sono stati anni semplici. Tu chiamalo, se vuoi, ritorno alla normalità.