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 2015  dicembre 24 Giovedì calendario

GARANTI DEL PIL, CUSTODISCONO I BAMBINI “LASCIATI INDIETRO”


Il lavoro in Cina è nelle città. Ormai da decenni milioni di giovani partono per andare a ingrossare le schiere dei migranti interni, circa 270 milioni di persone dall’inizio delle riforme economiche. Li chiamano “popolazione fluttuante”: è praticamente impossibile che ottengano un permesso di residenza stabile nelle città che pure contribuiscono a costruire, ma senza di loro, il Pil cinese non sarebbe cresciuto così in fretta. I figli di questi migranti restano spesso nelle campagne dove sono nati, perché fino ad oggi il governo ha rifiutato di estendere loro i benefici legati alla cittadinanza (asili, educazione e sanità). Alcuni sfidano le leggi e portano i figli con sè facendone di fatto bambini “in nero”. Più di 61 milioni di loro sono invece “lasciati indietro”, come si dice in Cina, nei paesi di origine (ma le statistiche sono del 2010, il fenomeno nel frattempo è cresciuto). Chi se ne occupa? I nonni. La speranza è di poterli un giorno portare in città, se la legge dovesse cambiare, o di raggiungerli se si creasse la possibilità di mettersi in proprio. Altrimenti, i bambini crescono senza vedere i genitori per undici mesi l’anno, con la sola eccezione del Capodanno cinese, quando tutti si mettono in movimento per tornare a casa (la media è due miliardi di viaggi in due settimane). I nonni che restano nelle zone rurali e che si occupano dei nipoti sono spesso a più di una generazione di distanza dai loro figli in termini reali – la Cina è cambiata così in fretta da scavare solchi molto più profondi di un semplice gap generazionale. Si tratta per lo più di persone semi-analfabete, nate prima della scolarizzazione obbligatoria e vissute negli anni feroci delle campagne politiche del maoismo. Le zone rurali popolate da nonni e nipoti non hanno riscaldamento nelle case, a volte nemmeno l’acqua corrente e appena un filo di elettricità; malgrado la legge sull’obbligo scolastico, le scuole elementari sono poche e mal gestite, per non parlare delle abitudini che ancora resistono in tema di igiene. I nonni-babysitter di questa Cina trascurata offrono, nel migliore dei casi, affetto e presenza, ma la durezza della loro vita fa sì che invecchino prima dei loro coetanei di città, col rischio che i bambini restino orfani due volte. Anche perché il meglio delle risorse del Paese viene utilizzato per le grandi città, mentre gli investimenti per le campagne sono esigui, e molto spesso, i genitori non vi fanno più ritorno.