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 2015  dicembre 24 Giovedì calendario

GUIDA AL MONDO NEL 2016

Qualche giorno fa, l’agenzia di informazioni Bloomberg ha pubblicato una Guida pessimista al mondo nel 2016. Un gioco (si fa per dire) per immaginare cosa potrebbe andare male l’anno prossimo, fondato su quel che sta succedendo oggi. Era circa come segue. Le tensioni in Medio Oriente esplodono e il prezzo del petrolio torna a salire, oltre i cento dollari al barile. David Cameron è ansioso di togliersi di torno il referendum sulla Brexit, lo anticipa al 2016 e lo perde: la Gran Bretagna esce dall’Unione europea. Hacker russi e iraniani attaccano le banche occidentali e creano caos e paura nei mercati e tra gli investitori. La Ue si spacca sulla questione dei rifugiati, svanisce Schengen, tornano le frontiere. L’economia cinese va molto peggio del previsto, i militari acquistano potere e nel Mar della Cina aumentano le tensioni con gli Stati Uniti. Israele, preoccupata, attacca le postazioni nucleari in Iran: l’accordo voluto da Obama con Teheran salta. Putin mette nell’angolo Washington nella soluzione della crisi siriana e promuove un regime favorevole a Mosca. Nonostante Parigi, si registrano episodi estremi legati ai cambiamenti del clima. In America Latina entrano in grave crisi il Brasile, il Venezuela e l’Argentina, il continente si avvia verso un altro decennio di declino. Donald Trump diventa presidente degli Stati Uniti.

Crisi acute. Non sono previsioni, fortunatamente. Sono dieci scenari possibili. Quel che è interessante, però, è il confronto con la fine dell’anno scorso. A pochi sarebbe venuto in mente un esercizio di pessimismo del genere applicato al 2015. Eppure, si sono scatenate crisi così acute e allo stesso tempo così profonde da fare pensare che abbiano tracciato una separazione tra il prima 2015 e il dopo: Charlie Hebdo, la lunga tragedia greca, la guerra in Ucraina, la dissoluzione definitiva della Siria, la crescita del Daesh, le centinaia di migliaia di rifugiati in Europa, il terrorismo a Parigi e in altre parti del mondo. Dopo un anno del genere, non è strano che la tendenza ad aspettarsi il peggio aumenti. Non è vero, però, che l’Occidente è debole e rammollito. Si fonda su valori e istituzioni che nell’ultimo quarto di secolo hanno conquistato il pianeta: libertà e benessere. Se la risposta ai rischi continuerà a essere debole e solo in rincorsa, come quella data finora, allora ci sarà sì da preoccuparsi. Ma non è detto che non abbiamo l’energia e l’inchiostro per scrivere una “Guida ottimista al mondo nel 2016”.