Marco A. Capisani, ItaliaOggi 24/12/2015, 24 dicembre 2015
ESSERE IMMORTALI? NIENTE SELFIE SUL WEB, MEGLIO UN RITRATTO
«Italiani immortalatevi con un ritratto pittorico». Meglio che immortalarsi su internet, tra selfie e social network? «Che ridere, mi fa sorridere chi crede che il web sia per sempre. Anche server e file sono soggetti a decadenza. Chiedetelo a quel premio Pulitzer che ha visto sparire il server del giornale con i suoi articoli, dopo che la testata era fallita»: è questa l’esortazione di Camillo Langone, scrittore e giornalista per il Foglio e il Giornale, firma di letteratura, architettura, enogastronomia e, per l’appunto, arte contemporanea.
Oltre ad aver fondato e a dirigere www.eccellentipittori.it, portale esclusivamente dedicato a un centinaio di pittori italiani viventi, Langone è anche un «convinto assertore del valore estetico e spirituale del ritratto», come sostiene lui stesso. «Seleziona e promuove i migliori pittori ritrattisti italiani» su un altro portale da lui ideato: www.ritrattoitaliano.com.
Dal racconto con la parola scritta a quello per immagini il confine è labile, ma l’idea di lanciare Ritratto Italiano è nata dal «piacere che c’è nell’essere ritratto e nel fare ritratti. Io stesso ho studiato ritrattistica», spiega Langone. «Inoltre, pochi sanno che l’Italia ha un buon numero di bravi autori di ritratti. Così ho deciso di selezionarne alcuni, oggi sono otto, e poi di promuoverli e raccontarli».
Più di capire chi può essere interessato a commissionare un ritratto, è importante capire perché farsene fare uno: «per vanità, che è pure una cosa utile. Un ritratto aiuta a darsi valore. È quasi come si faceva una volta comprando un titolo nobiliare», secondo il giornalista. Appendere sulle pareti di casa un quadro con la propria immagine può avere prezzi diversi a seconda delle intenzioni di spesa. Un quadro medio-piccolo (60x80 cm circa) costa dai 5 mila-7 mila euro in su, uno più grande da mettere in soggiorno o sopra il camino (80x120 cm) dai 10 mila ai 20 mila. Il prezzo varia a seconda dell’autore, della sua quotazione, delle dimensioni del quadro e della sua complessità, visto che il soggetto può comprendere una sola persona, una famiglia, un genitore coi figli o con il proprio cane. Il ritratto dà soddisfazione dunque, a giudizio del giornalista, ma non bisogna considerarlo un investimento, logica che vale per lo più «per opere che hanno un costo maggiore e un mercato internazionale. Ma anche in questo caso, attenzione, è come giocare d’azzardo».
Non ci sono regole per essere sicuri prima che il ritratto venga bene esteticamente parlando? «Perché il ritratto sia un buon ritratto», sottolinea Langone, «bisogna incontrare il pittore e conoscersi reciprocamente. Poi meglio lasciargli la libertà di elaborare il soggetto. Se viene costretto dentro regole, il risultato non sarà buono. Fare un ritratto è un affare lungo. Sbaglia chi crede di cavarsela inviando al pittore una fotografia e basta». Con l’autore si concordano solamente il soggetto, lo sfondo e le dimensioni dell’opera, però i committenti non chiedono di venir dipinti un po’ più belli che nella realtà? «Il ritratto è leggermente migliorativo», conclude Langone. «Spesso».