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 2015  dicembre 19 Sabato calendario

VI SEMBRO UNA CHE NE HA 40?


[Federica Pellegrini]

Evoluzioni di Fede. Agli ultimi Europei in vasca corta, Federica Pellegrini ha vinto la 40ª medaglia internazionale grazie all’oro nei 200 e messo il sigillo finale a un altro indimenticabile anno. Il suo romanzo continua, e il 2016 olimpico sarà un anno di svolta, definitiva. Tra passato e futuro, l’unica certezza è che Fede resta fedele a se stessa da quando, a 16 anni, diventò la più giovane medagliata olimpica azzurra della storia. Ora ne ha 27, ha smussato alcuni spigoli del suo carattere, ma non ha mai contraddetto il suo essere diretta. Precisa e scomoda. Sincera.
Federica che cosa non ha potuto fare ancora?
«Vivere senza l’“ossessione” del tempo».
L’emozione che le fa ancora venire i brividi?
«Vincere e firmare il record davanti alla mia gente durante i Mondiali di Roma 2009 nei 200 e 400 stile libero».
La gara che ha più rivisto?
«La finale olimpica di Pechino 2008».
Quando è stata perfetta?
«Nei 200 di Roma 2009. Uno stato di forma così non l’ho più provato a oggi».
Se ripensa al primo titolo, che cosa la rende più orgogliosa?
«Aver iniziato a vincere così giovane».
Il giorno più nero della sua vita?
«Il 12 ottobre 2009, quando morì il mio allenatore Alberto Castagnetti: pensai davvero di smettere».
Lo stress come lo vince nei momenti cruciali?
«Con l’aiuto di una figura professionale che ti dà i mezzi per ridurlo allo stretto necessario».
Ha mai temuto di non farcela?
«Più volte. La mia carriera è costellata di difficoltà non solo sportive e sono orgogliosa di essere riuscita a superarle».
Essere bandiera di uno sport pesa o rende fieri?
«Non mi è mai pesato, mi rende fiera perché mi dimostra che ho combinato qualcosa di buono in quello che amo fare».
Ha incontrato tanti personaggi nello sport e oltre: chi l’ha più colpita?
«Monica Bellucci, per la sua sensualità».
Essere una donna vincente, tra tante che ancora fanno fatica a emergere nel mondo del lavoro, che effetto fa?
«In Italia non è facile perché se sei determinata diventi arrogante agli occhi degli altri. Se hai degli obiettivi diventi una montata. Per gli uomini invece è molto più naturale essere vincenti e determinati».
Sapere di essere un modello per le giovani, la condiziona nei comportamenti e negli atteggiamenti?
«Non mi ha mai condizionato perché penso che al giorno d’oggi bisogna dire quello che si pensa, anche se va controcorrente o non è politicamente corretto. Per il resto penso di essere una brava ragazza».
Se si facesse un film su di lei, da quale attrice vorrebbe essere interpretata?
«Scarlett Johansson».
Cosa ha dovuto sacrificare per rimanere al top nel nuoto?
«È stata dura la lontananza dalla famiglia troppo presto. Il resto non sono sacrifici ma la vita che ho voluto per me».
Il 2015 non si dimentica perché...
«Per il coronamento di dieci anni dei miei 200 stile libero e per la prima, davvero storica, medaglia nella staffetta femminile!».
Raccogliere medaglie anche per la staffetta centuplica gli sforzi e rende meno egoisti?
«Ci sono sempre stata per la squadra e per le staffette e in molti sanno da quanti anni credevo in questa 4x200».
Il patriottismo: quanto ne ha messo a Kazan per la prima medaglia mondiale della staffetta?
«Quello non mancherà mai, sono pur sempre figlia di un parà della Folgore».
Sei podi di fila ai Mondiali, nessuna altra donna ci è riuscita. Che cosa ha pensato?
«Che sono felice di sentirmi fatta per nuotare!».
Qualche collega straniera le ha mai chiesto consigli?
«No, ma in questo caso il problema è mio che non parlo bene inglese».
Essere osservata, assediata in pubblico: la rende nervosa o le fa piacere?
«Mi fa piacere quando va tutto bene. Ma se cominci ad avere problemi privati o sportivi, diventa molto difficile».
Cosa le resta da fare a Rio per sentirsi completamente appagata?
«Non lo posso dire per scaramanzia».
Come si vede a 40 anni?
«Spero ancora in forma e con una bella famiglia».
Se ripensa alle 40 medaglie...?
«Fa proprio un bell’effetto: a livello femminile, l’Italia non ha potuto contare nel recente passato su staffette da podio, quindi sono tutte molto sudate e sofferte, adesso ci sono ragazze che mi aiutano».
Ha postato una foto su Instagram parlando di Hermann Hesse: perché? «Cercavo qualche bella frase dopo un oro inatteso in una stagione davvero speciale e prima di un anno delicato. Sono andata su Google, ho trovato delle sue citazioni sull’acqua e ho fatto copia e incolla».
Vincere aiuta a vincere: in che modo lei ci riesce sempre?
«Con l’entusiasmo: un anno fa a dicembre col mal di schiena non sapevo se ce l’avrei fatta ad affrontare una stagione mondiale, eppure è andata bene. A volte anche se non vinci cerchi quelle sensazioni tecniche in acqua che ti danno fiducia e sicurezza. È stato molto bello a Netanya: negli ultimi 50 metri ho chiuso gli occhi e non ho più guardato niente fino all’oro».
La più grande duecentista di sempre: è così che vuole essere ricordata?
«È una gara che sento proprio mia, vicina alle mie caratteristiche: direi quasi una vocazione. Ognuno di noi è nato per fare qualcosa nella vita, e quando nuoto i 200 mi sento così felice, provo piacere nonostante le tensioni di una gara».
Il premier Renzi la chiama come il suo nickname su Twitter: mafaldina88.
«Con il premier abbiamo un buon modo di comunicare, anche in privato. Ho apprezzato molto i suoi complimenti dopo l’oro europeo di Netanya».
Dove non avrebbe voluto andare per paura degli attentati post Parigi.
«La paura è passata, mi avevano garantito che il livello di sicurezza era alto».
A Pechino vinse l’oro olimpico al mattino, a Rio le finali saranno quasi a mezzanotte.
«Ci adatteremo anche a questo, noi italiani siamo dei tiratardi: basta abituarsi a quei ritmi facendo delle simulazioni, spostando le gare di avvicinamento di sera».
Perché ha tagliato i capelli dopo tanti mesi a farli crescere?
«Ho cercato di farli allungare iniziando due anni fa, ma non mi vedevo molto. Noi nuotatrici abbiamo sempre capelli bagnati, e non mi piacevano più».
Il suo rapporto con la bellezza?
«Una donna deve sentirsi bella e in equilibrio con se stessa per essere al top anche a livello sportivo».
Quanto l’hanno condizionata i cambiamenti del fisico dovuti allo sport?
«Non sarò mai una modella, questo lo so, ma sono felice dei miei muscoli e della mia altezza e poi fa piacere sentirsi dire spesso: “Cavoli, Fede, in tv sembri il doppio e invece...”».
Cos’è l’eleganza per lei?
«Femminilità, stile, charme».
Il colore che rispecchia la sua personalità? «Rosso: penso di essere una persona molto appassionata».
La notte più pazza della sua vita?
«La tengo per me, per ora...».
La cosa che sa fare meglio a casa?
«Pulizie, lavatrici, dolci e organizzare gli armadi».
Oltre il suo sport, come si vede in una vita di routine a Verona?
«Chi lo sa... Non so nemmeno se sarà a Verona. Ho imparato a vivere alla giornata».
Cosa le mancherà di più quando non avrà i riflettori su di sé?
«L’adrenalina della gara».
Pochi o tanti figli?
«Minimo due... Poi quello che Dio vorrà».
Che ruolo pubblico si ritaglierebbe volentieri?
«Nella squadra di Roma 2024».
Andrebbe a vivere all’estero?
«Non penso: ho vissuto molto all’estero ma come l’Italia, anche se con i suoi problemi politici, non ce n’è!».