varie, 22 dicembre 2015
APPESO
«Dicevano che non sarei cresciuto, così stavo appeso a una barra del parchetto convinto di allungarmi» (Mattia Perin, portiere del Genoa).
FOTO «All’arrivo a Napoli sono stato assalito dalla folla. Due poliziotti mi hanno soccorso e poi hanno detto: “Mister, ci facciamo una foto?”» (Maurizio Sarri, allenatore del Napoli).
EREDITA’ «Ma non ho ancora pensato al mio posto nella storia, quanto all’eredità che lascio a chi viene dopo di me, a quanti nuovi giocatori ho influenzato in vent’anni, insegnando su tutto che ti devi preparare e devi puntare a vincere un titolo, che devi rimanere a quel livello, e tutto il resto è un fallimento» (Kobe Bryant, giocatore di basket dei Los Angeles Lakers, che si ritirerà a fine stagione).
OMBRA «Quando ero piccolo ho dovuto essere dieci volte più bravo degli altri. Nessuno mi ha mai regalato nulla. Anche gli anni alla Juve sono stati importanti: c’erano grandi campioni come Del Piero e Trezeguet. E io mi ripetevo: “Sono come loro”. Ho sempre voluto essere in prima fila, stare all’ombra degli altri non mi è mai piaciuto» (Zlatan Ibrahomovic, attaccante del Psg).
NOTTE «Alla Playstation organizzo tornei che durano tutta la notte» Franco Vasquez, attaccante del Palermo).
PACE «Adoro cucinare. È un momento di pace. Non è proprio meditazione, ma la tua mente si riscatta. Ti concentri solo su quello che fai, non pensi ad altro, ai tuoi impegni» (Carolina Kostner, pattinatrice).
CALMA «Quando gli faccio notare che io ho vinto uno Slam e lui no improvvisamente si calma. Purtroppo Fabio è nato nella stessa era di Federer, Nadal e Djokovic, forse la migliore epoca di sempre, ma a volte i tabelloni si aprono e lui deve essere bravo ad approfittarne» (Flavia Pennetta, tennista, parlando del fidanzato Fabio Fognini, anche lui tennista).
IGNORANZA «Quando mancano 10 minuti alla fine della partita mi riescono i colpi migliori. Ma è anche il momento in cui non riesco a contenere l’adrenalina e spesso mi scatta l’ignoranza» (Mauricio Pinilla, attaccante dell’Atalanta).
DIFETTI «Sono sincero e leale, mi considero perbene. Difetto? La distrazione. A volte senza volerlo ferisco le persone» (Gigi Datone, giocatore di basket).
TATUAGGI «Non ho tatuaggi: al giorno d’oggi mi sento più originale senza. Non ho orecchini: da ragazzino mi feci un piercing a un sopracciglio, è durato una settimana. Guido una Mini, però prima o poi la macchina per divertirmi la compro» (Leonardo Pavoletti, attaccante del Genoa).