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 2015  dicembre 21 Lunedì calendario

«CARA VONN, TI DICO: FACILE SENZA DI ME»

«CARA VONN, TI DICO: FACILE SENZA DI ME» –
Rilassata come mai si è vista in Coppa del Mondo, sorridente come dopo le vittorie più belle. Tina Maze è di nuovo in pista, in attesa di decidere cosa farà da grande dopo l’anno sabbatico.
Com’è la vita senza coppa del Mondo?
«Bella, mi sto prendendo i miei tempi. Lavoro con sponsor e tv, ho lanciato un energy drink, Vin Energy. Disegno e faccio pubblicità per gioielli, essere fotogenici aiuta. E ogni tanto suono il pianoforte. Una vita normale finalmente».
Non le manca nulla?
«Mi manca sciare, non la vita del circuito. Lo sport ad altissimo livello dopo tanti anni non aveva più senso. Non mi mancano i viaggi, gli hotel, gli orari fissi, lo stress di vincere».
Che cosa è cambiato?
«Prima ero concentrata su di me, da atleta, pensi solo a te stessa. Dopo un po’ diventa pesante, paghi nei rapporti».
Per questo ha detto basta almeno per un po’?
«Avevo già deciso prima della stagione scorsa, ultimamente non mi piaceva più. Ne ho parlato anche con Tomba, era stanco di vedere sempre le stesse persone, avere gli stessi giri. Ti alleni, dormi e mangi: non fai altro. Non hai più entusiasmo. Vedremo, magari dopo un anno fuori, cambia. In estate deciderò».
Com’è lo sci visto da fuori?
«Mi piace di più il maschile del femminile. C’è più lotta. Ho fatto un post su Twitter sulla Vonn dicendo che vinceva sempre perché non c’ero più io. Non mi ha risposto, spero non si sia offesa. Ma secondo me se vinci di due secondi c’è qualcosa che non va».
Un giudizio sui colleghi visti dall’esterno?
«Mi piace Svindal che non molla nulla e Hirscher che vince sempre andando al limite ogni volta. Spero che nel femminile la Gut dia un po’ fastidio alla Vonn. A me è sempre piaciuto avere avversarie e sfide, quando si fece male la Vonn ai Mondiali di Schladming, io ero spaesata. Mi mancava il nemico da battere».
Quanta Italia c’è nella sua vita?
«Nel mio team c’erano tanti italiani, mi hanno aiutato a cambiare. Io vengo dalla Slovenia, un paese in cui siamo più chiusi e riservati. L’Italia mi ha aiutato per la comunicazione, grazie anche a Tomba, per me essere un Alberto era impossibile ma è stato uno step importante da osservare. Andrea (Massi, il fidanzato, ndr ), l’Italia e la lingua mi hanno aiutato ad aprirmi, ero timida, avevo paura di tutto».
Com’è la sua vita ora?
«Vivo a Gorizia con Andrea. Ho finito gli esami all’Università di Maribor, sto lavorando alla tesi in Pedagogia sui bambini e la tecnologia. Ho già tutto pronto, devo solo scriverla, spero di discuterla a maggio o giugno».
Pensa a un futuro tra i bambini?
«Non sarebbe male se arrivasse un figlio, certo. Anche quando gareggiavo ho sempre pensato: se succede, smetto. Mi piacerebbe lavorare tra i bambini, ho fatto due o tre ore di tirocinio in una scuola, tutti mi conoscevano e ho dovuto dire: sono qui in un altro ruolo. Ma loro urlavano, una fatica!».
Come ha vissuto la prima estate di libertà?
«Sono andata in crisi, in completo down. Non volevo più fare nulla, ho smesso anche di scrivere la mia biografia con un giornalista sloveno, Vito Divac. Non volevo vedere nessuno. E’ come se il mio corpo si fosse fermato, non sono nemmeno andata al mare che è la mia passione. Ne sono uscita camminando. Io ho bisogno di stimoli per sentirmi bene. La prima cosa ora è la tesi».
Che cosa può dire a Federica Brignone?
«Di non accontentarsi, di andare avanti come se non avesse vinto nulla. Ma sentirsi nulla quando vinci è la cosa più difficile».
Dica la verità, è pronta a tornare?
«Ho fatto due curve e mi è sembrato di non avere mai smesso. C’è bisogno di fatica e allenamento, non ho deciso se ne ho ancora voglia».