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 2015  dicembre 15 Martedì calendario

I primi 100 mila garantiti, gli altri 80 mila svaniti: il bail-in sul conto corrente Il caso del correntista di Banca Network, un istituto online in liquidazione coatta amministrativa

I primi 100 mila garantiti, gli altri 80 mila svaniti: il bail-in sul conto corrente Il caso del correntista di Banca Network, un istituto online in liquidazione coatta amministrativa. Che si è rivolto al Tar per riavere i suoi soldi Puff. Ottantamila euro vaporizzati. Bond subordinati? No, soldi su un conto corrente bruciati nel crac di una banca online, Banca Network. Enzo Buccioni aveva 181 mila euro sul conto che in prima battuta è stato congelato e poi la procedura è stata automatica: 100 mila euro garantiti dal Fondo Interbancario, 80 mila dispersi nel crac. È un caso raro di «over centomila». Ora Buccioni ha avviato una causa amministrativa contro la Banca d’Italia: vuole accedere ai verbali delle ispezioni. Banca Network è nata 15 anni fa da una costola della Popolare Lodi e poi è stata venduta nel 2007 a una cordata guidata da Sopaf e con Aviva, De Agostini, Banco Popolare. Nel novembre 2011 Bankitalia ha disposto l’amministrazione straordinaria e, a maggio 2012, 28mila clienti si sono visti congelare i conti. A sorpresa? No, considerato che il primo provvedimento di Bankitalia è anteriore di sei mesi. Hanno pagato la fiducia nell’istituto o forse si sentivano garantiti proprio dall’insediamento dei commissari. Ora l’istituto è in liquidazione coatta amministrativa. E il Fondo Interbancario di tutela dei depositi garantisce solo fino a 100mila euro. Buccioni è rimasto con un cerino in mano del valore di «81.325,31 euro», secondo quanto si legge in una sentenza del Tar del Lazio depositata il 2 dicembre scorso. La cifra è quella «iscritta nello stato passivo della liquidazione e ad oggi non recuperata». Al Tar l’investitore, tramite l’avvocato romano Nicolò Paoletti, si è rivolto per ottenere da Bankitalia, che gliel’ha negato, l’accesso a tutta la documentazione sulle ispezioni in Banca Network. Questo perché Buccioni intende «valutare eventuali responsabilità» di Bankitalia per «possibili ritardi e manchevolezze» nello svolgimento delle ispezioni. Lo scopo è «essere risarcito» degli 81mila euro. Ma il Tar ha confermato la linea di Bankitalia sulla riservatezza dei documenti che «devono considerarsi coperti da segreto d’ufficio». Materia interessante che ora sarà trasferita al Consiglio di Stato al quale Buccioni farà appello.