varie, 15 dicembre 2015
MORTI «Meglio due feriti che un morto» (Antonio Cassano dopo il pareggio della sua Sampdoria contro la Lazio, lunedì scorso)
MORTI «Meglio due feriti che un morto» (Antonio Cassano dopo il pareggio della sua Sampdoria contro la Lazio, lunedì scorso). PRATO «Si diventa campioni sul prato dietro casa, da soli, non nelle accademie» (Marcello Lippi). BRUTTO «Alcuni dei miei non stanno giocando ad alti livelli. Ed è brutto da vedere» (José Mourinho e la crisi del suo Chelsea). NERVOSO «Questa qualificazione olimpica che mi trovo ad affrontare per la prima volta a 37 anni non è stata per niente semplice da gestire. Tanta tensione, nervosismo. Finora le gare mi erano uscite un po’ bene e un po’ no. Questa vittoria è arrivata al momento giusto» (l’olimpionico di sciabola ad Atene 2004 Aldo Montano commentando il recente successo ad Harvard). PIANGERE «Nel tennis è successo a campioni come Federer e Nadal di piangere in campo. È difficile contenere queste cose. E’ anche il bello dello sport: ci tieni talmente tanto, troppo, come succede a me, che non accetti vada male. E la gente non capisce la reazione, sbagliata, ma umana» (il tennista Fabio Fognini). BETTOLE «Mio padre aveva comprato una bettola fuori Las Vegas misurando solo il backyard, il cortile sul retro. Aveva già stabilito che avrebbe costruito un campo da tennis per allenarmi, notte e giorno» (Andre Agassi ricordando i suoi inizi tennistici e il suo pessimo rapporto con il padre). UOMINI «Questo sport è individuale e difficilissimo, dal punto di vista fisico e mentale. Le autobiografie sono importanti perché raccontano l’uomo e non solo l’atleta, che resta una persona come le altre anche se diventa famoso, alternando gioie, dolori, successi e insuccessi» (il n. 1 del tennis mondiale Novak Djokovic). FERRARISTI «Vettel il primo giorno era già più ferrarista di quanto non lo sia stato Alonso all’uscita dopo cinque anni passati nella scuderia. Davanti a una platea di 1.200 persone Sebastian ha parlato in un italiano perfetto, aveva imparato il discorso a memoria» (il presidente della Ferrari Sergio Marchionne). MUSICA «Nello studio di registrazione trascorro la maggior parte del mio tempo libero. La musica è stata una grande mia passione da quando ero molto giovane. Ho iniziato a suonare la chitarra quando avevo tredici anni. Qui posso essere me stesso, posso essere vulnerabile, posso mostrare un lato di me che la gente non arriva a vedere« (il campione del mondo di Formula 1 Lewis Hamilton).