Varie, 14 dicembre 2015
Frank Sinatra per il Foglio - Frank Sinatra Hoboken (New Jersey) 12 dicembre 1915 – West Hollywood (California) 14 maggio 1998
Frank Sinatra per il Foglio - Frank Sinatra Hoboken (New Jersey) 12 dicembre 1915 – West Hollywood (California) 14 maggio 1998. Cantante. 2200 brani originali. 21 Grammy Awards. Oltre 600 milioni di dischi venduti. «Hoboken sta dall’altra parte del fiume Hudson rispetto a Manhattan. Le luci di New York contro una landa grigia. Mamma Natalina Garaventa, soprannominata Dolly, veniva da Rossi di Lumarzo, Riviera ligure, papà Antonio da Lercara Friddi, gelido paesino siciliano sulle Madonie. Il nonno Francesco emigrò, lo raggiunse poi il figlio in terza classe, in fondo alla stiva, e nel giorno di San Valentino Antonio – a quel punto diventato Anthony – sposa l’innamorata a Jersey City e mette su casa a Hoboken». [Gianni Riotta, La Stampa 11/12] Cominciò da piccolo a cantare nel bar del padre. «Al Marty O’Brien’s di mio padre c’era un pianoforte a cilindro; mettendoci 5 cents suonava una canzone. Avrò avuto 9 o 10 anni; ogni tanto qualcuno mi metteva a sedere sul piano e io cantavo con la musica del cilindro. Avevo una voce terribile, orrenda. Ma un giorno metto 5 cent e dico: “Questo è il mestiere giusto, questo devo fare”. Nel mio piccolo pensavo che cantare fosse bellissimo; il seme aveva già messo radici, era stato piantato lì». [Antonio Lodetti, il Giornale 7/10] Nel 1935 partecipò al talent radiofonico Major Bowes and His Original Amateur Hour, dove si esibì con gli Hoboken Four. Lo ascoltò Harry James e lo volle nella sua big band facendolo debuttare su disco con From the Bottom of My Heart e Melancholy Mood. Poi Tommy Dorsey lo portò nella sua orchestra facendogli raccogliere i primi successi. «Con lui ho vissuto cose meravigliose: fare ottocento chilometri di notte per arrivare alla tappa successiva della tournée e avere quaranta minuti per scendere dal pullman, entrare in albergo, aprire la doccia, far uscire un sacco di vapore e appendere lo smoking per far sparire le pieghe, ingollare un panino e presentarsi sul palco. Il saluto del pubblico era la ricompensa più bella del mondo. Allora non si pensava mai ai soldi. Se avevi di che vivere, andava tutto bene». [Antonio Lodetti, il Giornale 7/10] Aveva il complesso di non esser andato al college. Portava sempre con sé un dizionario rilegato in pelle, che apriva durante i tempi morti per imparare parole nuove. [William Stadiem, Mr. S. La vita segreta di Frank Sinatra, Sperling & Kupfer] La prima canzone registrata è del 1939, la prima tournée nell’orchestra di Tommy Dorset del 1940, il primo ingaggio cinematografico del 1941, l’esordio con un ruolo significativo del 1944 (Higher and Higher) dopo un paio d’anni passati a cantare per le truppe americane impegnate in guerra. [Giorgio Gosetti, Ansa.it 10/12] Soprannomi: “The Voice”, “Ol’ Blue Eyes”, “Swoonatra” (“swoon” significa svenimento, per le ragazze in deliquio alle sue esibizioni) [Andrea Dusio, il Giornale 20/2] Nel 1938 finì nel carcere della contea di Bergen, arrestato per aver sedotto e abbandonato una ragazza del New Jersey. Fu rilasciato su cauzione (1.500 dollari). Poco dopo si scoprì che la donna era sposata. Sinatra, dunque, non risultò più colpevole di non averla condotta all’altare bensì di adulterio. E pagò altri 1.500 dollari di cauzione. [Gianni Poglio, Panorama 11/10/2012] Per un concerto al Maracanà arrivarono 160.000 spettatori. [Giorgio Gosetti, Ansa.it 10/12] È l’unico sulla Walk of Fame di Hollywood ad avere tre stelle: una per la musica, una per il cinema e un’altra per la tv. [Claudio Angelini, Il Messaggero 16/3] Accusato di essere coinvolto con la mafia, che lo avrebbe aiutato a far carriera. J. Edgar Hoover, il direttore dell’Fbi, lo fece pedinare per anni, al punto che il fascicolo su di lui arrivò a 2.400 pagine. Sinatra negò sempre le accuse, anche durante un processo del 1981 nel quale venne chiamato a testimoniare e, pur indagato, non fu mai ufficialmente incriminato per reati di tipo mafioso. Nel 1998, quando il dossier che lo riguardava fu reso pubblico, si scorpì che la polizia federale lo aveva segretamente inquisito non solo per i suoi legami con la mafia, ma anche per quelli con il Partito Comunista. Alla pubblicazione, però, mancava un capitolo di 25 pagine, coperto dal segreto di Stato. Scrisse il Corriere: «Spiegherebbe che non furono mai trovate prove per incriminarlo, o che, se furono trovate, vennero insabbiate su ordine superiore. Su ordine, come è stato scritto, ad esempio dei Kennedy, che avevano contratto un debito con Sinatra: l’elezione di John a presidente con l’appoggio dei sindacati di Michigan e Illinois, controllati dalla mafia». In verità il documentario Fbi: dossier Frank Sinatra (di Clara e Robert Kuperberg) spiega che il cantante fosse diventato un’ossessione per Hoover, il quale per anni lo fece spiare e cercò di incastrarlo. Dalla carte segrete, insomma, Sinatra esce più come vittima che come gangster. [Aldo Grasso, Corriere della Sera 11/12] Sinatra conobbe Lucky Luciano, Carlo Gambino, Sam Giancana, cresciuti come lui a Hoboken. «Quando la sua carriera ebbe momenti difficili, alla fine degli anni Quaranta e nei primi anni Cinquanta, furono i proprietari dei night club a dargli lavoro quando altrove trovò porte chiuse. Come fai a dire di no quando hai tre figli da sfamare e la moglie che hai lasciato da mantenere? Era questo il suo rapporto con quell’ambiente, con la gente con cui era cresciuto. Questa è la base. Ma lui non ha mai chiesto favori. Salvo che per i Kennedy: e questa è storia» (Tina Sinatra, figlia). [Massimo Gaggi, Sette 2/10] «Joe Kennedy, il papà di John, un uomo d’affari molto più vecchio di mio padre, aveva avuto un sacco di rapporti con la mafia. Credo col contrabbando di alcolici negli anni del proibizionismo, e altro. L’America di quegli anni era fatta anche di questo tipo di intrecci. Quando John si mise in corsa per la Casa Bianca, si ritrovò ad aver bisogno di aiuto politico nelle primarie in West Virginia e, mi pare, Illinois: Stati nei quali le organizzazioni mafiose potevano avere una rilevante influenza elettorale, soprattutto perché in grado di orientare i sindacati. Joe disse a papà: non posso farlo io in prima persona, non posso andare da Sam Giancana. Puoi farlo tu che li conosci? Puoi chiedere loro il favore di premere sulle unions a favore di John? Papà accettò. Capì che ne sarebbe nato un debito di riconoscenza pesante, ma era un vero amico di John, si conoscevano dal 1947, e voleva aiutarlo. Non so se se ne sia pentito, visto quello che è successo dopo, non l’ho mai capito» (Tina Sinatra, figlia). [Massimo Gaggi, Sette 2/10] Quando è morto, a 82 anni, era ancora iscritto alle liste elettorali come democratico. Ma appoggiò Ronald Reagan, che conosceva personalmente, e Nixon nel 1972 [Massimo Gaggi, Sette 2/10] Leggenda vuole che quando Nikita Krusciov visitò Hollywood nel 1959 chiese di incontrare Marilyn Monroe senza il marito scrittore Arthur Miller, sospettato di essere comunista. Invece la moglie di Krusciov, Nina, desiderava girare per Los Angeles con Frank Sinatra. Questi, riluttante, sarebbe stato convinto dal suo amico John Kennedy, futuro presidente Usa. [Gianni Riotta, La Stampa 11/12] Cinquantatre film, un Golden Globe (Pal Joey, 1957), una nomination (L’uomo dal braccio d’oro, 1955), un Oscar onorario (per il cortometraggio del 1948 The House I live in), un Oscar nel 1954 (Da qui all’eternità). [Giorgio Gosetti, Ansa.it 10/12] «La sera che ho vinto l’Oscar è iniziato il cambiamento più grande della mia vita. Ed è curioso: mentre sali sul palco ti sembra un sogno. Poi ti danno la statuetta davanti a trenta milioni di persone e tu ti sforzi di trattenere le lacrime. Che momento. Non mi sono ancora ripreso. [Bruna Magi, Libero 2/12] Tentò il suicidio due volte. Il motivo, entrambi le volte, fu sempre l’amore per Ava Gardner. La storia d’amore nel 1948: lui aveva 31 anni ed era già sposato con Nancy Barbato, che ne tollerava le scappatelle. Si incontrarono a una cena, ma lui l’aveva già adocchiata su una rivista. Non la mollò un momento e per poco non finirono a letto: la donna scappò all’ultimo minuto. S’incontrarono di nuovo un anno dopo, lui intanto aveva avuto da Nancy il terzo figlio. Passarono la notte insieme. Raccontò la Gardner: «Di lì ci amammo per sempre». Lei restò incinta per due volte, e due volte abortì, intanto Sinatra chiese il divorzio che Nancy respinse. Per provocarlo, la Gardner riprese a frequentare il suo ex: a questo punto il cantante inscenò il primo suicidio. Per niente turbata, Ava Gardner andò in Spagna per girare un film e lì non fece nulla per nascondere il flirt con l’ex torero Mario Cabré. A questo punto Sinatra s’imbottì di pillole, volendo farla finita sul serio. La Gardner rientrò dalla Spagna e, poco dopo, nel novembre del 1951, si sposarono. Non ci fu mai pace: il matrimonio durò fino al 1957, tra scenate di gelosia, anelli di smeraldi lanciati dalla finestra e televisori sfasciati. «Eravamo troppo uguali», disse lei che non si risposò mai più. E che sul comodino dell’ospedale dove morì, nel 1990, teneva solo una foto di loro due. Quando Sinatra lo seppe, pianse per giorni. «Ripeteva una sola frase: “Sarei dovuto restare con lei”». [Irene Soave, Corriere della Sera 4/8] «Un dio arrogante, che puzzava di sesso», secondo Ava Gardner. [Paolo Valentino, Corriere della Sera 8/7/2013] Conobbe l’allora diciannovenne Mia Farrow negli studi di produzione della Fox: lei, indosso un abito trasparente, attirò la sua attenzione facendosi cadere dalle mani la borsetta che rovesciò sul pavimento una scorta di preservativi. [William Stadiem, Mr. S. La vita segreta di Frank Sinatra, Sperling & Kupfer] A 52 anni sposò Mia Farrow (che ne aveva 23). Battuta di Dean Martin: «Perfino lo scotch che Sinatra beve è più vecchio di lei». [William Stadiem, Mr. S. La vita segreta di Frank Sinatra, Sperling & Kupfer] David Evanier Woody nel libro The Biography, scrive Sinatra nel 1993 voleva far ammazzare Woody Allen dalla mafia. Motivo: era furioso per la relazione con Soon-Yi e il tradimento di Mia Farrow, che per due anni era stata sua moglie. Lo scrittore dice che era stata la stessa Farrow a chiedere aiuto al suo ex, dal quale era separata ormai da venti anni. [Vittorio Sabadin, La Stampa 1/11/2015] Ronan Farrow, il figlio che Mia Farrow ha avuto quando stava con Woody Allen. Ha bellissimi occhi azzurri e molti sospettano che in realtà sia figlio di Sinatra. [Vittorio Sabadin, La Stampa 1/11] La stessa Farrow disse che in effetti potrebbe essere vero. Allora, però, arrivò subito la smentita di Tina Sinatra: «Papà si era sottoposto a un’operazione di vasectomia ben prima del concepimento di Ronan. Parlai con la Farrow dopo aver letto la storia. Le dissi: “Sai che non è vero, come ti è venuto in mente di dire una cosa simile?”. Mi spiegò che voleva prendere in giro la stampa inventando una burla scandalosa: ma in due ore e mezzo la notizia aveva fatto il giro del mondo». [Massimo Gaggi, Sette 2/10] «L’ho amato molto, era uomo schivo, timido e oppresso da un’infanzia infelice con la madre, vittima del bullismo per l’aspetto mingherlino. Fragile e tenero, si difendeva con il Jack Daniels ed era insonne. Una notte comprammo due libri sicuramente da sonnifero, uno su come si formano le nuvole e uno sull’acustica nelle cattedrali, ma lo ritrovai sveglio all’alba che li aveva divorati entrambi» (Mia Farrow). [Maurizio Porro, Corriere della Sera 10/8/2014] Alle cinque, in qualunque parte del mondo fosse, telefonava ai figli Tina, Nancy e Frank Jr. [Massimo Gaggi, Sette 2/10] Barbara Blakeley, la quarta e ultima moglie. Si sposarono nel 1976, quando aveva 49 anni e il cantante 61. Nata povera nel Missouri, poi modella, showgirl a Las Vegas, madrina delle prime edizioni di Miss Mondo. Sposata una prima volta a 20 anni con un beone giocatore d’azzardo, poi con Zeppo Marx: la sua villa di Palm Springs confinava con quella di Sinatra e la loro storia d’amore nacque sotto ai suoi occhi. Quando Sinatra cominciò a dire di sposarla, la madre lo gelò: «Non ci sono già abbastanza puttane qui in giro?». [Giuseppe Videtti, la Repubblica 9/10/2011] Si dice abbia avuto cinquemila amanti. [Roberto Gervaso, Amanti. Storie di cuori e di potere, Mondadori] Andava pazzo per il pesto. [Bruna Magi, Libero 2/12] Si faceva la doccia dodici volte al giorno e odorava sempre di lavanda. [dagospia 2/6/2011] Nero, il colore preferito. Sulle donne detestava l’arancione. [William Stadiem, Mr. S. La vita segreta di Frank Sinatra, Sperling & Kupfer] «Credo che molti vedano Sinatra come un eroe. Era un tipetto di sessanta chili cresciuto sulla strada e divenne un gigante che visse il sogno americano. Aveva tutti i punti di forza che può avere un uomo e tutte le sue debolezze. Quando cantava, parlava al cuore della gente perché era sincero» (Frank Sinatra Jr., figlio). [Bruna Magi, Libero 2/12] Il 20 maggio 1998, sei giorni dopo la morte, andarono in oltre 400 alla chiesa cattolica di Beverly Hills. La bara fu scortata da un picchetto militare in alta uniforme. Volle essere sepolto con la cravatta e i colori del Genoa Football Club. Nel cimitero di Palm Springs la sua tomba è segnalata da una piccola lapide. C’è scritto: «The best is yet to come». [Giorgio Gosetti, Ansa.it 10/12] «La sua voce esprimeva un bisogno sfacciato di libertà e la triste consapevolezza di come va il mondo» (Bruce Springsteen). [Massimo Gaggi, Sette 2/10]