Walter Passerini, La Stampa 14/12/2015, 14 dicembre 2015
COSA SUCCEDE AI CONTRATTI A PROGETTO
Dal primo gennaio 2016 scade il termine per la prosecuzione dei contratti di collaborazione a progetto. La formula contrattuale è stata fortemente popolata da abusi, che andranno sanati per evitare pesanti conseguenze. Il nodo da sciogliere è la genuinità della collaborazione autonoma: qualora risultasse che il lavoro del cocopro, anziché autodiretto, è palesemente eterodiretto, scatterebbe la clausola del contratto di lavoro subordinato. La conversione potrebbe riguardare fino a mezzo milione di persone, una parte delle quali senza alcun dubbio non svolge un lavoro autonomo bensì un lavoro subordinato. Sicuramente si darà luogo a un contenzioso tra datori di lavoro e collaboratori. Gli ispettori del lavoro verranno sguinzagliati ad accertare la genuinità della prestazione autonoma. Da questo punto di vista ben venga la definizione di un Job act degli autonomi, proprio per evitare di gettare il bambino insieme all’acqua sporca. Non tutto il lavoro autonomo è grigio. Tempo di scelte, quindi, per le imprese: qualora dovessero decidere di assumere il collaboratore, potrebbero farlo prima del 31 dicembre, se volessero usufruire degli sconti e delle agevolazioni previsti dalla vigente legge di Stabilità. Insomma, una fine d’anno movimentata per chi non avesse la certezza di avere collaboratori perfettamente in regola. In questo caso, anziché alla proroga, sarà necessario passare a un nuovo contratto subordinato a tempo indeterminato.