Notizie tratte da: Maria Adriana Giusti, Arte di regime, Giunti, Firenze, pp.256, euro 49., 14 dicembre 2015
LIBRO IN GOCCE NUMERO 86
(Arte di regime)
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LE RICORRENTI OSSESSIONI DEI TOTALITARISMI –
Aereo. Le imprese nei cieli e nei mari furono tra i temi più frequentati dalla grafica durante il periodo fascista. Nel periodo fra le due guerre l’aereo era simbolo di un’era nuova dei trasporti transcontinentali, ma anche delle strategie offensive. «La sua immagine è pervasiva e investe ogni campo artistico, industriale, militare: flotte aeree, industria aeronautica, futurismo, vedute di città dall’alto, Italo Balbo che attraversa l’oceano col suo idrovolante (1933) sono i diversi aspetti della mitizzazione del volo. L’aspirazione a volare, che già il futurismo aveva identificato col progresso, la potenza della macchina, la grandezza del super-eroe, si sviluppa dagli anni ’30 nell’aeropittura che ne coglie le potenzialità dinamiche».
Aratro. «Ferisco per fecondare. Il più grande aratro del mondo a trazione diretta con sollevamento automatico» (pubblicità della ditta Fratelli Marinelli, Modena, 1922-1932).
Duce. «Il Duce di tutte le vittorie. Vincere e vinceremo» (scritta su una cartolina di propaganda fascista).
Germania. Frasi sui poster di propaganda fascista, 1944: «Operai italiani arruolatevi! La Grande Germania vi proteggerà»; «Sta per scoccare l’ora dell’espiazione per l’antieuropa»; «La Germania è veramente vostra amica».
Architettura. L’architettura, considerata da Mussolini l’arte più rappresentativa perché assolve la missione di «sorreggere, accompagnare e illustrare le conquiste del fascismo impegnato in una gara di primato nel mondo».
Arte fascista. Il quartiere E42 di Roma, che «sembra trascrivere l’obiettivo del Duce di “creare un nuovo patrimonio da porre accanto a quello antico, un’arte nuova, un’arte dei nostri tempi, un’arte fascista”».
Socialista. L’essenza del realismo socialista e i compiti degli intellettuali sovietici secondo la definizione di Andrej A. Zdanov, fedele esecutore della politica di Stalin: «essere al servizio del popolo, del partito di Lenin e Stalin, della causa del socialismo».
Realismo. Secondo Sergej Gerasimov, artista ufficiale del regime stalinista, il realismo è un’arte «socialista nel contenuto e realista nella forma».
Opere. «Le opere trasmettono il senso comunitario del popolo unito dagli ideali marxisti, che s’identifica con masse compatte, uniformi nell’aspetto e nella gestualità, colte in atteggiamenti trionfanti e radiosi, generalmente intente in attività lavorative o sportive, come dimostrano in particolare i dipinti di Aleksandr Deineka, artista tra i più rappresentativi del realismo socialista che raggiunge una qualità poetica capace di travalicare le stesse circostanze storiche» (Maria Adriana Giusti).
Vergogna. «Vergogna! Il tuo nome non è ancora nella lista dei volontari dell’aviazione» (manifesto russo, 1923).
Slogan. Slogan sui manifesti sovietici: «Colui che non sa leggere è cieco»; «La conoscenza spezza le catene della schiavitù».
Palazzo dei Soviet. A Mosca, l’abbattimento nel 1931 della cattedrale di Cristo Salvatore, simbolo dello zarismo e della Chiesa ortodossa, fu il primo atto emblematico della rifondazione che doveva consentire la realizzazione di un Palazzo dei Soviet di dimensioni ciclopiche, ma fuori scala per il luogo e quindi mai attuato.
Populiste. «Le idee fondamentali del movimento nazionalsocialista sono populiste (völkisch) e le idee populiste (völkisch) sono nazionalsocialiste» (Hitler nel Mein Kampf).
Corpo. «Il tuo corpo non ti appartiene» (Slogan nazista).
Casa dell’arte. La casa dell’arte tedesca di Monaco di Baviera, l’edificio monumentale ideato da P. L. Troost con lo sporgente colonnato dorico, si inaugurò nel 1937 con la mostra sull’ “arte degenerata”, con cui il nazismo diffamò artisti d’avanguardia come Kokoschka, Dix, Klee, Beckmann.
Giorgio Dell’Arti, Il Sole 24 Ore 14/12/2015