VARIE 11/12/2015, 11 dicembre 2015
APPUNTI PER GAZZETTA - ANCORA SUL SALVABANCHE
REPUBBLICA.IT
MILANO - "La riforma del sistema del credito è quanto mai urgente, come abbiamo visto non solo nelle ultime ore ma nell’ultimo anno con la riforma delle popolari". Così il premier Matteo Renzi, intervenuto all’Accademia dei Lincei, torna sul salva banche che sta agitando gli ultimi giorni di governo, Bankitalia e Consob, e mettendo in difficoltà alcuni investitori, che si sono visti azzerare azioni e obbligazioni subordinate. Titoli rischiosi nei quali avevano messo i loro risparmi considerandoli erroneamente porti sicuri. Scelte che, come ha avuto modo di rimarcare la Ue, derivano dal suggerimento ricevuto in alcune filiali. Linea suggerita anche dalle numerose e disperate testimonianze raccolte, storie culminate con il tragico suicidio del pensionato di Civitavecchia.
Il governo è al lavoro per cercare di alleviare parte di queste perdite, con il famoso fondo da un centinaio di milioni che si attende a corollario della Stabilità. Ne parlerà il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, atteso in serata in audizione alla commissione Bilancio di Montecitorio. Dal titolare delle Finanze, presente al Rome Investment Forum, per il momento arriva la constatazione che "serve un sistema finanziario sano ed efficiente". Sul dossier c’è ovviamente il faro di Bruxelles. In Europa riscuote consenso l’idea di passare attraverso degli arbitrati individuali che accertino se da parte delle banche sono stati venduti titoli in forma ingannevole, come accadde in Spagna nel 2012, per stabilire quali risparmiatori possono accedere al fondo di ristoro. Nella veste del giudice potrebbe esser chiamata la Consob. Quel che non si può fare, invece, è il rimborso diretto, che ricadrebbe nella fattispecie degli aiuti di Stato. Sembra invece praticabile la via che passa attraverso la dotazione della ’bad bank’ - nella quale sono confluiti i crediti in sofferenza e svalutati - di una linea di finanziamento con la quale far fronte ai rimborsi.
Intanto la polemica divampa e Bankitalia, presso la quale c’è la convinzione di aver operato nel migliore dei modi possibili, torna a suggerire lo stop al collocamento di titoli troppo rischiosi presso il pubblico indistinto. "Gli enti preposti al controllo, Bankitalia e Consob, non sono stati solo a guardare. Però bisogna verificare se, in alcuni casi, vi siano delle responsabilità tali per cui avrebbero dovuto fare molto di più", rimarca il sottosegretario all’Economia, Enrico Zanetti, ai microfoni di Agorà su RaiTre, sottolineando che non c’è stata una sottovalutazione degli impatti. "Con l’intervento del governo abbiamo salvato correntisti e dipendenti; se non ci fosse stato, le persone coinvolte sarebbero state 10 volte di più", aggiunge infatti. Fortemente critica la leader Cgil, Susanna Camusso, per la quale "la promessa fatta dal mondo a se stesso nel 2008 che non ci sarebbe più stata la finanza tossica, dei derivati, quella non trasparente e non governata, non si è tradotta né in regolamenti né in vincoli".
Dal M5S arriva l’annuncio di un esposto in Procura e Corte dei Conti sul provvedimento: Alessio Villarosa lo descrive un "colpo di mano del governo e della Banca d’Italia che potevano tranquillamente salvare" i quattro istituti di credito coinvolti nella vicenda "ricorrendo al fondo interbancario, ma non l’hanno fatto. Vogliamo chiarezza, anzi la esigiamo". Proprio sul fronte giuiziario, intanto, la procura di Civitavecchia procede nel fare luce sui rapporti finanziari tra Banca Etruria e Luigino D’Angelo, il 68enne suicida il 28 novembre dopo aver perso i suoi risparmi, e ha disposto l’acquisizione della documentazione all’istituto di credito. Saranno poi sentiti i responsabili della Banca Etruria che hanno gestito i risparmi di D’Angelo.
Vittime del salva banche, manifestazione alla Leopolda di Renzi
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Il mondo del credito si affida alle parole di Luigi Abete, presidente Bnl che dal Rome Investment Forum esprime "grande tristezza per le situazioni umane prodotte, grande attenzione da parte del governo per gli investitori inconsapevoli ma anche grande condivisione per una norma corretta". La condivisione delle perdite, che in questi casi si devono a gestioni manageriali quantomeno discutibili (o almeno lo sono per alcuni magistrati che indagano), non dovrebbe dunque estendersi a tutti: "Chi ha assunto rischi inconsapevoli è giusto che sia tutelato, serve un modello per distinguere le diverse fattispecie".