varie, 11 dicembre 2015
FIAMMIFERI
«Se vogliamo che scatti la scintilla dentro di noi non possiamo aspettare che ci portino il fiammifero a casa. E poi, non pensiamo sempre a tutte le cose in negativo. Per noi è importante provare a guarire. Le nostre ferite sanguinano ancora» (Vincenzo Montella, allenatore di un Sampdoria in profonda crisi).
COMPAGNI «Potrei scrivere un libro sui miei compagni di squadra, ne ho avuti così tanti e con così diverse personalità nel corso degli anni, da ognuno ho imparato qualcosa. Ma il migliore è stato Valentino Rossi» (l’ex pilota di motociclismo Nicky Hayden).
BRIT-POP «Non mi piace stare in mezzo al caos, cerco la calma e la vita riparata. Amo andare al cinema con la fidanzata oppure mettere un bel disco in casa. Oasis, Blur, diciamo tutto il brit-pop. Stacco completamente dal lavoro. So anche suonare un po’ la chitarra» (il centrocampista del Milan Giacomo Bonaventura).
SHOW «C’è tutta una serie di cose che possiamo e dobbiamo fare per lo spettacolo. Non siamo lì per apparecchiare uno show per la Mercedes e vendere le loro auto. O quelle della Ferrari» (il patron della Formula 1 Bernie Ecclestone).
VELOCI «Ovviamente ci aspettiamo di guidare macchine più veloci, perché ora non lo sono. Un’auto più rapida è uno spettacolo migliore per il pubblico, ma è difficile sapere cosa fare per rendere le gare più emozionanti. Quest’anno abbiamo avuto quattro o cinque Gp noiosi e poi all’improvviso gare ricche di spettacolo, eppure le regole, i team e le vetture erano sempre uguali» (Fernando Alonso, pilota della McLaren).
DIFENSIVO «La gente pensa che il fatto di essere italiano e, per di più, un ex difensore, faccia sì che il mio stile sia per forza difensivo. A me, però, piace vincere attraverso la qualità. Non ho mai lavorato con Guardiola, ma è questo il tipo di tecnico che mi piace» (Fabio Cannavaro, attualmente allenatore dell’Al Nassr).
TRISTE «Dagli All Blacks ho imparato l’attitudine. Prepararsi all’allenamento come se fosse una partita. Ogni mattina, quando ti svegli, decidi se sei triste, stanco o chissà cos’altro. È una tua decisione. E poi a prendersi cura dell’altro. Da ragazzo credevo che, se c’era un altro che voleva giocare estremo, io e lui eravamo contro. Poi capisci che questo non serve, che se tu aiuti lui poi lui aiuterà te» (il rugbista neozelandese Mils Muliaina).