4 dicembre 2015
APPUNTI PER GAZZETTA - LA TRACCIABILITA’ DI CHI PRENDE L’AEREO
REPUBBLICA.IT
La Germania vota la missione militare. Hollande è aRrivato sulla portaerei Charles De Gaulle per passare in rassegna i soldati francesi impegnati nei bombardamenti, mentre per la prima volta la Francia ammette pubblicamente di condurre operazioni sopra le zone controllate dall’Is in Libia. Il ministro dell’Interno Angelino Alfano annuncia che è in dirittura d’arrivo l’accordo sulla tracciabilità dei voli, per consentire alle polizie europee di individuare le tratte seguite dai foreign fighter per andare e tornare dai teatri di guerra dov’è coinvolto l’Is. Intanto è allarme in Gran Bretagna per le minacce dei jihadisti dopo il via libera sui raid in Siria. Sono queste le principali novità sulla crisi internazionale che ruota attorno alla guerra al Califfato.
La Germania vota la missione militare. I deputati tedeschi hanno approvato Il supporto militare che la Germania è chiamata a fornire nella lotta contro i jihadisti dell’Is in Siria. Il Bundestag, la camera bassa, ha votato a grande maggioranza (445 voti a favore, 146 contro e 7 astensioni) il dispiegamento di aerei da ricognizione Tornado, di una fregata e di fino a 1.200 Soldati. Le truppe tedesche non saranno coinvolte in azioni belliche. Il voto giunge dopo un appello in tal senso della Francia sulla scia degli attentati che lo scorso 13 novembre hanno insanguinato Parigi.
I gruppi parlamentari conservatore e socialdemocratico, che sostengono l’esecutivo di Angela Merkel e controllano quasi l’80% dei seggi del Bundestag, già avevano indicato l’intenzione di appoggiare la misura. Il Consiglio dei ministri aveva approvato martedì la missione militare, di un anno di durata ma rinnovabile, con un finanziamento di 134 milioni di euro, centrata su riconoscimento, sicurezza e logistica (senza bombardamenti). Il governo tedesco ha ripetuto che l’Is rappresenta "anche secondo una risoluzione delle Nazioni Unite, una minaccia alla pace mondiale e alla sicurezza internazionale" per "il suo violento bagaglio estremista e salafita, le sue azioni terroriste, i gravi attentati persistenti, sistematici e contro i civili, così come il reclutamento e l’addestramento dei combattenti stranieri". La Germania si è impegnata anche a inviare 650 soldati in più in Mali - che si sommeranno ai 200 già dispiegati in loco - e 50 in Iraq, che si uniranno ai 100 che già operano sul territorio.
Hollande sulla portaerei, la Francia annuncia operazioni in Libia. Il presidente francese Francois Hollande è arrivato verso le 14.15 a bordo della portaerei Charles de Gaulle che si trova nel mediterraneo orientale per partecipare alle operazioni della coalizione anti Is in Siria e in Iraq. Il capo dello stato, accompagnato dal ministro della Difesa, Jean-Yves le Drian, incontrerà i piloti dei caccia della portaerei. Pronuncerà un discoso a fine pomeriggio sulla nave a bordo della quale si trovano circa 2.000 persone. Hollande assisterà in serata al decollo degli aerei Rafale e super Étendard.
Dalla de Gaulle sono decollati voli di ricognizione sulle zone controllate dallo Stato islamico in Libia. Due missioni sono state condotte il 20 e 21 novembre nelle zone di Sirte e Tobruk, ha riferito il documento. Si tratta della prima volta che Parigi rende pubblico di aver condotto operazioni sulle zone in mano allo Stato islamico in Libia. La Francia ha in programma ulteriori missioni "di intelligence, sorveglianza e riconoscimento" sopra il Paese nordafricano.
La Francia ha ordinato stock urgenti di munizioni per attaccare l’Isis in Iraq e in Siria. In particolare, secondo quanto si apprende da fonti della Difesa, Parigi ha ordinato alcune centinaia di bombe teleguidate. Dallo scorso settembre, l’aviazione francese ha sganciato nella regione non meno di 680 bombe.
Alfano, accordo sulla tracciabilità dei voli. "Abbiamo appena concluso un accordo sulla direttiva Pnr, che si concluderà definitivamente il 15 dicembre". Lo dice il ministro Angelino Alfano. Dopo le misure che il governo intende inserire nel pacchetto sicurezza, il titolare del Viminale è tornato a parlare del controllo dei voli, specificando che i dati saranno "in chiaro" per sei mesi e "resteranno accessibili" anche se criptati per i quattro anni mezzo successivi. L’accordo per la registrazione dei dati dei passeggeri (Pnr), ha specificato Alfano,"riguarda i voli intraeuropei" ed è stato raggiunto "tra governi europei" e "non in base ad un accordo tra istituzioni europee". "E prevede la possibilità per le polizie di avere in chiaro i nomi dei passeggeri, con l’obbligo per le compagnie aeree di tenere archiviati le indicazioni anagrafiche ed una serie di dati molto importanti".
Minacce in Gran Bretagna. La propaganda jihadista sul web inonda di
minacce la Gran Bretagna dopo il via libera ai raid in Siria.
"Non prendetevela con l’Islam quando vi colpiremo", affermano i network collegati all’Is e alla galassia jihadista.
DECISIONI ASSUNTE IL 28 NOVEMBRE
BRUXELLES. I contenuti web verranno controllati periodicamente e quelli ritenuti più pericolosi saranno censurati o rimossi. Le chat, anche quelle sulle "piattaforme non convenzionali" come le console per videogiochi, saranno accessibili agli investigatori. Tutti i passeggeri dei voli verranno schedati, e i loro dati saranno conservati e resteranno a disposizione delle forze dell’ordine. Insomma, la nostra vita di europei, dopo i fatti tragici del 13 novembre, è destinata a cambiare per sempre. In queste ore a Bruxelles si sta decidendo come e quanto. Un piano operativo articolato in cinque cruciali punti, è al centro di un dibattito serrato e urgente in corso all’interno del Coreper Giustizia e Affari Interni, ovvero l’organismo che riunisce settimanalmente i rappresentanti permanenti degli stati membri presso la Ue; e, soprattutto, all’interno del Psc, il Comitato politico e di sicurezza, il gruppo tecnico "di alto livello" specializzato in tema di politica estera e difesa. L’obiettivo è approvare i primi punti - gestione dati dei passeggeri e controllo del web - entro la fine dell’anno, e non andare oltre i primi mesi del 2016 per il resto.
"CONTROPROPAGANDA EUROPEA" Internet, come dimostrano gli attentati di Parigi e prima di Charlie Hebdo, è il principale strumento di reclutamento. Per questo gli esperti Ue stanno studiando un protocollo antiradicalizzazione, l’European Union IT form, del quale il prossimo 3 dicembre si discuterà diffusamente in un incontro tra i ministri degli Interni Ue e i giganti del web (Twitter, Facebook, Microsoft, Apple, Archive. org) che dovrebbe portare alla costituzione della Piattaforma centrale europea. La principale novi- tà si chiama Iru, l’Internet Referral Unit. "In rete - è scritto in un documento Ue preparatorio agli incontri - ci sono 46mila account twitter che vengono usati dai sostenitori dell’Isis dai quali quotidianamente vengono diffusi almeno 90mila tra tweet e interventi su altre piattaforme (...) È richiesto agli stati membri di condividere le risorse e di escogitare una strategia comune". Anche per questo è nato lo Sscat, Sirian strategic community advisor team, una squadra internazionale incaricata di organizzare la contronarrazione online della jhiad. Verranno scelte le piattaforme, individuati gli account e create delle autentiche campagne di comunicazione dedicate. Con l’industria del web, il 3 dicembre si discuterà anche di come, all’occorrenza, permettere alle forze di polizia, di controllare le comunicazioni su quelle piattaforme fino ad oggi considerate criptate, o comunque difficili da intercettare.
IL PNR. Tutti i dati raccolti via web verranno poi "stoccati" nelle banche dati presso il Counter Terrorism Center, all’Aia. In quei server dovrebbero finire anche i dati ricavati dal Pnr (il Passenger name record), ovvero il codice numerico che viene associato ad ogni viaggiatore che acquisti un biglietto aereo e che contiene tutti i dettagli, anche personali, del viaggio. Oggetto da anni di una lunga polemica sulla tutela della privacy, ora dovrebbe sbloccarsi. Restano da limare alcuni termini della questione: 1) Quali voli dovrebbero essere tracciati: tutti gli europei o solo gli intercontinentali e comunque non i charter?; 2) per quanto tempo dovranno essere conservati i dati: trenta giorni come chiede il parlamento o 4 anni come chiede la commissione?; 3) quali reati ipotizzati possono permettere alle polizie di accedere alle banche dati: solo il terrorismo o anche altro? Un compromesso probabile dovrebbe essere un pnr esteso a tutti i voli europei, interni ed esterni, i cui dati associati verranno conservati per un anno in chiaro e per quattro anni criptati nei server dell’Europol che li potrà utilizzare per il terrorismo e per un elenco di reati ritenuti "gravissimi".
I CONTROLLI INCROCIATI. Il Counter Terrorism Center dell’Aia dovrebbe avere un ruolo di primo piano anche per quanto riguarda l’altro elemento che ha facilitato l’attacco di Parigi, quello della comunicazione di informazioni rilevanti tra le intelligence degli Stati membri. Dal 1 gennaio il Center monitorerà i "travellers", cioè tutti quelli che si muovono dall’interno all’esterno dell’Europa. È una misura specifica contro i foreign fighters. Saranno raccolti in tempo reale i dati di chi entra e chi esce, poi con un software verranno fatti i controlli incrociati tra le varie banche dati delle polizie nazionali: per cui di un soggetto che entra in Grecia, per esempio, si riuscirà a capire se ha precedenti in Belgio o se è parente di qualcuno che è stato in Siria o sospettato di essere un terrorista.
ARMI E MISURE PATRIMONIALI. Ulteriori due misure riguardano
il traffico di armi: la proposta è di una procedura unica a tutti i paesi per la disattivazione delle armi da fuoco. E la possibilità, come decise l’Onu dopo l’11 settembre, di congelare i beni dei terroristi applicando un protocollo simile alle misure di prevenzione mafiose.
LASTAMPA.IT
Per battere il terrorismo, l’Europa scheda chi vola e organizza lo scambio dei dati fra gli inquirenti di tutto il Continente. Il Consiglio Affari interni Ue ha concluso oggi, dopo cinque anni di discussioni faticose, un pre-accordo sulla direttiva Pnr per la registrazione dei dati dei passeggeri nell’aviazione civile, che è considerata di grande importanza per il controllo e la prevenzione e le indagini nell’ambito del contrasto alla criminalità organizzata. L’intesa verrà chiusa formalmente il 15 dicembre con il «sì» del parlamento europeo.
Cos’è il PNR?
E’ per l’appunto il registro dei nomi dei passeggeri («passenger name record», in inglese) in cui vengono raccolti e memorizzati i riferimenti personali chiave di chi vola in aereo. In genere si tratta dei dati anagrafici, del numero del biglietto e di quello del posto, lo scalo di partenza e quello di arrivo, lo strumento di pagamento utilizzato e il luogo - anche virtuale - in cui l’acquisto è avvenuto. Non saranno immagazzinate le altre informazioni di tipo turistico, come gli alberghi e gli autonoleggi.
Perché è importante?
Si ritiene che possa essere un mezzo fondamentale per tracciare i terroristi e i criminali, seguendone i movimenti.
È obbligatorio?
Al momento, no. Solo la metà dei paesi europei ha sinora deciso di ricorrere al PNR per voli di sua competenza. La decisione odierna presa dai ventotto ministri dell’Interno dell’Ue certifica l’impegno di tutti i paesi a introdurre un loro PNR.
Qual è il senso della delibera europea?
I ministri hanno definito come archiviare e scambiare i dati contenuti nei loro PNR. E’ una decisione che introduce elementi di compatibilità che consentano alle polizie europee di vigilare meglio sui movimenti dei viaggiatori. In pratica, tutti i sistemi saranno uguali e, dunque, più facilmente consultabili.
Varrà per tutti i voli?
L’accordo prevede che le capitali decidano «volontariamente» di scambiare i dati anche sui voli interni e sui charter. Allo stesso tempo, rileva che tutti hanno questa volontà. Compromesso all’europea, al solito.
Quanto a lungo verranno conservati i dati?
Per 6 mesi saranno visibili a tutti gli inquirenti. Finito questo tempo, resteranno consultabili per 4 anni e mezzo mediante una procedura di criptazione destinata a garantire la tutela della privacy.
Da quando si comincia?
I dati, come si diceva, sono già immagazzinati in quattordici paesi. I criteri comuni per lo scambio entreranno in vigore «al più presto» dopo la pubblicazione della normativa sulla gazzetta ufficiale europea e il recepimento negli stati membri. Se si vuole davvero, al massimo in sei mesi.
Cosa cambia per noi comuni viaggiatori?
I nostri personali sono già immagazzinati, ma adesso saranno consultabili da tutte le polizie europee. Se cambia qualcosa per noi, dipende dalla qualità della nostra vita e dalle convinzioni personali.
PEZZO STAMPA 20 NOVEMBRE 2015
Fuori il passaporto
CONTROLLI IN TEMPO REALE E PIÙ FILE
Ci saranno più uomini nei gabbiotti delle dogane, più computer efficienti e in linea a tempo pieno. La bozza di conclusioni del vertice odierno afferma che i Ventotto rilanceranno il sistema di controlli «entro
il marzo 2016», con un «collegamento in tempo reale a Europol e a tutti i posti di frontiera dove avvengono le verifiche elettroniche dei documenti». I dati saranno immagazzinati e resi disponibili per tutte le polizie dell’Unione. Vuol dire più code e più attese, negli aeroporti, sui treni e lungo autostrade. Fra Roma e Bruxelles non cambia nulla. Ma se si rientra da Londra o New York bisognerà fare la fila. Un pezzo di autonomia persa. Temporaneamente, si spera.
L’emergenza e noi
MENO LIBERI MA PIÙ PROTETTI?
Meno liberi, più protetti? In Francia «l’état d’urgence» consente alle autorità di vietare all’istante la libertà di circolazione, limitare il soggiorno, vietare manifestazioni e autorizzare perquisizioni più facilmente. Il Belgio rafforza i controlli alle frontiere, spedisce altri 520 militari a pattugliare le strade delle città, userà il braccialetto elettronico per le persone sospette, mentre non si potrà più avere un telefono senza legare la carta Sim all’identità. Era in effetti una pratica piuttosto curiosa.
Anche per i voli interni
VIA LIBERA ENTRO L’ANNO AL REGISTRO DEI PASSEGGERI
Se ne parla da anni. È il registro europeo dei nomi dei passeggeri. I governi Ue sono d’accordo, ma il dossier è frenato all’Europarlamento, dove parte dei socialisti, liberali e verdi, vogliono essere certi che non ci siano limitazioni per il diritto alla tutela dei dati personali. La bozza sul tavolo del Consiglio stamane propone l’adozione entro l’anno del Pnr, con l’inclusione della schedatura dei voli interni e per «un periodo di tempo sufficientemente lungo».
Un anno, sarà. Senza un limite ai crimini di natura transnazionale. Controlli su cittadini anche europei e per ogni tipo di reato, il che non guasta.
Il club degli 007
NASCE IL COORDINAMENTO TRA SERVIZI SEGRETI
Li hanno presi, ma se li sono fatti anche passare sotto il naso. Meglio ragionare su come integrare e coordinare l’Intelligence.
Dal gennaio Europol lancerà l’Ectc, il Centro europeo antiterrorismo, nel quale «gli Stati potranno aumentare scambio di informazioni
e coordinamento operativo sul monitoraggio antiterrorismo». Le capitali faranno confluire nella cellula gli esperti nazionali, creando un’unità di vigilanza transfrontaliera.
«Faremo il massimo uso di queste capacità», assicurano. Sinora, non è successo.
Solo cinque governi informano regolarmente Europol sui dossier antiterrorismo.
IL TRATTATO DI SCHENGEN
Lo spazio Schengen è un’area di libera circolazione nell’Unione Europea, all’interno della quale sono stati aboliti i controlli alle frontiere, salvo circostanze eccezionali. È attualmente composto da 26 Paesi, di cui 22 membri dell’Unione europea e quattro non membri (Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera). Il trattato non include Bulgaria, Cipro, Croazia, Romania (perchè non ancora in vigore) e Irlanda e Regno Unito, che non hanno aderito alla convenzione. Gli Stati non Ue che partecipano a Schengen sono Islanda, Norvegia, Svizzera e Liechtenstein. Oggetto del trattato è il controllo delle persone, che non va confuso con i controlli doganali sulle merci, aboliti tra gli Stati Membri della Ue dal 1º gennaio 1993 (caduta delle frontiere). L’area di libera circolazione è entrata progressivamente in vigore a partire dal 1985, con un accordo di massima concluso da un gruppo di governi europei nella località lussemburghese di Schengen.