Stefano Arcobelli, La Gazzetta dello Sport 29/11/2015, 29 novembre 2015
VEZZALI FUORI DAI GIOCHI. UN FIORETTO DA LEGGENDA
La meraviglia di Alice si compie in un giorno davvero solenne per la scherma azzurra a Torino: Valentina Vezzali abdica e non può più proseguire quell’inseguimento olimpico, ora anche aritmeticamente impossibile ad Arianna Errigo ed Elisa Di Francisca. Ed Alice Volpi trionfa per la prima volta, in Coppa del Mondo, in una tappa italiana. Momenti diversi, tra pomeriggio e sera, uniti simbolicamente. Passato e futuro che s’incrociano, si sfiorano appena. E’ struggente la scena in cui, la Valentina sconfitta bacia la pedana come in un passo d’addio: la fiorettista più titolata non nasconde le lacrime, non ha più nulla da aggiungere alle parole dette, alle sensazioni di questo ultimo anno complicato tra famiglia ed allenamenti, lavori parlamentari e viaggi. Valentina utilizza Twitter per ringraziare e lanciare i complimenti alla vincitrice. Magari a Rio ci andrà per i Mondiali consolatori a squadre, riservati alle due specialità non olimpiche di questa tornata, magari le ultime stoccate saranno agli Europei, ma non sarà più la stessa cosa. Non sarà più la stessa Valentina, che dopo il bronzo di Londra nel ruolo prestigiosissimo della portabandiera, aveva promesso a se stessa una sesta Olimpiade. Ci ha provato, non è più riuscita ad essere la Valentina leggendaria, a volte stoica. A 41 anni.
Autostima Quasi nel silenzio surreale prima ed in un tripudio genuino poi, si completa un cambio generazionale epocale, tra la più grande fiorettista di sempre, uscita troppo presto per il suo valore (ai sedicesimi dalla russa Yakovleva, 8-7 alla priorità) ed una emergente che si affaccia sul mondo, sale sul podio più desiderato. Alice, senese tifosa della Fiorentina, ha 23 anni scopre la bellezza sublime della giornata di grazia e ritiene che la chiave di tutto sia l’autostima. Non ditelo a Valentina: un talento ed una testa da far saltare generazioni di fiorettiste. Alice, finalmente, sul gradino più alto del Palaruffini tra la pluridecorata Arianna Errigo e la campionessa mondiale in carica di Mosca, Inna Deriglazova, dominata senza ragionevoli dubbi: 15-4. Dopo 2 podi a Shanghai, dopo 10 anni di titoli giovanili, dopo l’oro dei Giochi europei di Baku, dopo i titoli col Dream Team, respinge agli ottavi e ai quarti con un identico 15-10 la solida americana Massalias e un’alta russa, Pirieva, reduce dal successo su Elisa Di Francisca, per poi esaltarsi in un capolavoro più complicato in semifinale, ribaltare il continuo svantaggio sino al delicatissimo 12-14 e chiudere l’ingresso in finalea all’ultima stoccata contro un’altra allieva di Stefano Cerioni, Zagidullina.
Alice, invece, ora è un’allieva di Giovanna Trillini, già storica avversaria di Valentina, che l’allena proprio a Jesi con la Di Francisca e Beatrice Monaco, e dove Annalisa Coltorti le ha fatto perdere 11 chili. «Questa vittoria è arrivata dopo una scalata e tanto lavoro fatto con Giovanna e Annalisa. Per Jesi ho lasciato il mio club e maestro di sempre Daniele Giannini non senza dolore e fatica. Una decisione molto sofferta ma necessaria trasferirmi a Jesi, dove ho trovato grandi stimoli. Allenarmi con Vezzali e Di Francisca è un grande valore. Con Giovanna è cominciata poco per volta, c’è ancora molto lavoro da fare come gestire il vantaggio, e anche a livello mentale». E’ a Jesi che Valentina ha costruito la sua ineguagliabile epopea. Corsi e ricorsi: il giorno più triste per Valentina, diventa il più emozionante per Alice, che scavalca l’eterna fuoriclasse anche nel ranking per la qualificazione olimpica a Rio. Una città da dove proviene la mamma, una città dove comunque andrà per i Mondiali a squadre (visto che il fioretto donne nel 2016 non farà parte del programma dei Giochi) forse anche con Valentina. Quando trionfò a Baku, Alice non smetteva di ripetere: «Valentina mi ha promesso che smetterà». Ieri diceva: «Mi dispiace per lei, ma al momento sono tanto più felice per la mia gara». Quel monumento enorme cade in piedi, ora tocca alle Volpi.