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 2015  novembre 22 Domenica calendario

LIBRO IN GOCCE NUMERO 65

(Sul tango)

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TANGO, FIGLIO DEGLI UMILI –
Tango. «El tango es una posibilidad infinita» (Leopoldo Marechal).
Parola. La parola tango ha origini incerte. Secondo alcuni deriva dal termine africano «tambo», o sarebbe una corruzione di tamburo. Certamente l’espressione viene fuori nell’area di Rio de la Plata a partire dal XIX secolo, una zona di migranti e di operai salariati.
Porteños. Gli abitanti di Buenos Aires, chiamati Porteños per via del porto. Intorno alla metà dell’Ottocento un quarto della popolazione portoñera era nera perché qui approdavano le navi che trasportavano gli schiavi. Il tango è emerso anche grazie a queste contaminazioni: la habanera cubana, il candombe africano e la milonga urbana.
Maschi. Buones Aires, alla fine dell’Ottocento, contava moltissimi uomini soli e sradicati. Il deficit di immigrazione femminile costringeva gli uomini a ballare fra di loro. Ecco perché l’ethos maschile veniva messo in scena e inflazionato simbolicamente, mentre la donna era costantemente al centro del tango, cantato e ballato.
Migranti. Il tango argentino, forma musicale e coreutica emersa fra il XIX e il XX secolo all’interno di una popolazione, in prevalenza maschile, costituita soprattutto da migranti provenienti dal sud dell’Europa. La storia del tango è una storia di deportazione (africana), migrazione (soprattutto italiana e spagnola) ed esilio (i creoli ei gauchos di matrice rurale).
Academias. Le cosidette academias, prima di diventare tali, erano locali umbratili dove le cameriere potevano essere affittate per ballare.
Milonga. La milonga corrisponde a un particolare modo di combinare ballo, sport e socialità. Una comunità di individui disparati che si impegnano in una serie di incontri ricorrenti ma di breve durata, generano un evento aperto a tutti coloro che praticano il tango, senza restrizioni di livello e di abilità.
Secolo. «Il ventesimo secolo è, da cima a fondo, il secolo del tango. Non si può raccontare la storia del Novecento escludendo il tango, tanto meno escludendo suo fratello gemello, il jazz» (Horacio Ferrer).
Parigi. Il tango arrivò a Parigi attraverso l’alta borghesia argentina composta dai latifondisti che s’erano arricchiti con l’esportazione di cereali e manzo surgelato. Ma sarà nel 1907 che il tango si diffonderà in Francia, grazie a Angel Villoldo e ai coniugi Alfredo Gobbi e Flora Rodriguez de Gobbi, arrivati nella capitale francese per incidere alcuni dischi, e rimasti sette anni ad insegnare come ballare il tango contribuendo alla sua fama.
Scorrimento. Il tango nella Parigi di inizio secolo viene classificato come ballo «a scorrimento» e distinto da quelli «a oscillazione».
Danzare. «Danzare è tutto, Nietzsche non si sbagliava: crederò a un dio solo se danza» (Louis-Ferdinand Céline).
Giorgio Dell’Arti, Domenicale – Il Sole 24 Ore 22/11/2015