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 2015  novembre 21 Sabato calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - IL BELGIO NEL TERRORE


REPUBBLICA.IT
BRUXELLES - Le autorità belghe ritengono ormai imminente un attentato a Bruxelles. Gli inquirenti sono alla ricerca di almeno due uomini di cui uno trasporterebbe una bomba del tipo di quelle azionate dai kamikaze negli attacchi di Parigi. Secondo i media potrebbe essere lo stesso Salah. E’ quanto si legge sul sito di Le Soir. Abdeslam, l’unico membro del commando di Parigi che manca all’appello, è stato avvistato a Bruxelles. Si continua a cercarlo e a vederlo ovunque. E’ stato diffuso anche un nuovo possibile identikit, grazie alle immagini di telecamere di sorveglianza. Con parrucca e grossi occhiali.
Il livello di allerta nella capitale è stato portato al massimo livello - il quattro - e lasciato a tre nel resto del Paese. Il Centro di Crisi del Ministero dell’Interno belga ha diramato un allarme con toni inequivocabili che lasciano presagire il peggio. Un allarme che arriva proprio mentre l’Onu lancia un primo segnale di compattezza nella lotta allo Stato islamico.
Allarme sicurezza: Bruxelles blindata
Paura a Bruxelles. Nel testo dell’allerta si mette in guardia la popolazione per "un’imminente e molto grave minaccia nella regione di Bruxelles che richiede l’assunzione di specifiche misure di sicurezza così come di raccomandazioni alla popolazione". Tra queste "evitare posti con alte concentrazioni di persone: concerti, stazioni ferroviarie e aeroporti, trasporti pubblici, le zone ad altra concetrazione commerciali". Si chiede anche di "facilitare i controlli di sicurezza" e di "non contribuire a diffondere voci infondate ed attenersi e seguire solo le informazioni ufficiali dalle autorità locali e della polizia". Il comunicato si conclude sottolineando che "non saranno forniti ulteriori elementi perché sono in corso indagini. Mentre nella prossime ore ci sarà un aggiornamento dal governo". Come misura precauzionale, sono state chiuse tutte le stazioni della metropolitana della capitale. Chiuso anche il più grande cinema di Bruxelles, la multisala Kinepolis, e annullati i concerti delle due maggiori sale da concerti, l’Ancienne Belgique e Cirque Royale. Sospesi i campionati di calcio di prima e seconda divisione. Annullato anche il concerto di Johnny Hallyday.
Perquisizioni: ritrovati esplosivi e prodotti chimici. Almeno sei giovani sono stati fermati e interrogati dalla polizia in un’operazione a Bierges, a pochi chilometri a sud di Bruxelles, nel Brabante vallone. La polizia si è presentata in forze, con sei camionette e diverse volanti. Secondo fonti della Derniere Heure, Salah Abdeslam era solito frequentare quella zona. Secondo quanto riferiscono i media, la polizia belga ha anche trovato "un importante arsenale" nelle perquisizioni effettuate ieri sera a Molenbeek, tra cui prodotti chimici ed esplosivi.
L’arresto chiave. L’uomo arrestato ieri sera a Bruxelles è "un personaggio chiave" nell’inchiesta anti-terrorismo. Lo riferiscono fonti vicine all’inchiesta citate dal sito della tv pubblica Rtbf specificando che l’ arresto sarebbe avvenuto in strada e che durante la perquisizione della sua abitazione a Molenbeek sono state trovate tre o quattro armi. Altre due sarebbero state trovate in un furgoncino.
Attacchi Parigi, video inedito, infermiere tenta di rianimare kamikaze: "Non sapevo chi fosse"
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Presi in Turchia fiancheggiatori di Salah. La Turchia ha ufficializzato l’arresto di tre cittadini, dei quali uno cittadino belga di origine marocchina, sospettati di implicazione negli attentati di Parigi. Uno è stato fermato mentre era in procinto di fuggire in Siria. Alcune foto diffuse dopo dalle forze di sicurezza mostrano Ahmad Dahmani, 26 anni, con un giubbotto su cui spicca il logo della Ferrari, le mani dietro la schiena, mentre agenti di polizia in borghese lo portano via. Dahmani - ha detto un funzionario del governo turco - è accusato di essere stato "in contatto" con il commando jihadista e Abdeslam che ha lanciato gli attacchi del 13 novembre. E’ stato arrestato nei pressi di Antalya, città balneare dove pochi giorni fa si è tenuto il summit del G20, assieme a due siriani che avrebbero dovuto aiutarlo a passare il confine.
L’avviso del ministro, setacciare Molenbeek. Daltronde il primo ministro belga, Jan Jambon, era stato perentorio: "Controllare casa per casa" gli abitanti di Molenbeek, il quartiere di Abdelahamid Abaaoud e i fratelli Abdeslam. "L’amministrazione locale dovrebbe bussare a ogni porta e chiedere chi ci vive davvero", ha detto in un’intervista al giornale fiammingo Nieuwsblad, sottolineando che "dei 130 combattenti tornati dalla Siria in Belgio, 85 vivono a Molenbeek". "E’ inaccettabile che non sappiamo chi si trovi sul territorio del comune", ha sottolineato ancora Jambon che è stato designato dal governo federale come coordinatore della situazione a Molenbeek. "Al momento ci sono appartamenti in cui sono ufficialmente registrate due persone, ma dentro i quali vivono in dieci".
"Cittadini rispettino consegne". "Non faremo commenti sull’inchiesta per motivi di sicurezza - ha detto in conferenza stampa il premier belga Charles Michel - il centro anti-crisi rivedrà il livello d’allarme domani a mezzogiorno, nel frattempo raccomandiamo a tutti i cittadini di rispettare le consegne di sicurezza e tenersi informati sui canali ufficiali". Il premier ha inoltre sottolineato che "si agisce a causa di una minaccia di attentati in diversi posti da parte di diversi individui". Il governo ha istituito anche una linea speciale per le emergenze che risponde al numero 1771.
Salah, ricercato anche dall’Is. Proprio a Bruxelles è stato segnalato nelle ultime ore il ricercato numero uno, Salah Abdeslam, l’unico membro del commando di Parigi che manca all’appello.
Belgio, allarme terrorismo al livello più alto a Bruxelles. Salah avvistato in Belgio
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Ma sulle sue tracce non ci sono solo i servizi di tutta Europa. Sembra che anche gli uomini dell’Is vogliano elimarlo non avendogli perdonato di essersi sottratto al suo destino: quello di kamikaze. Non a caso, la notte del venerdì 13, chiamò in aiuto due amici e non fedelissimi del Califfato. Non a caso il fratello di Salah, nei giorni scorsi, ha lanciato una appello al fuggiasco: "Costituisciti". Intanto, secondo quanto riferisce la Dernière Heure, a Bruxelles è stato arrestato A. Lazez, 39 anni, marocchino residente a Jette, un quartiere della capitale. L’uomo, il terzo belga arrestato nell’inchiesta su Parigi, è accusato di aver aiutato Salah Abdeslam a Bruxelles dopo gli attentati di venerdì 13 a Parigi. E’ stata anche sequestrata una Citroen, collegata a Lazaz, all’interno della quale c’è del sangue e un’arma.
Alcuni amici di Salah Abdeslam hanno raccontato all’emittente americana Abc che starebbe tentando di raggiungere la Siria e che si troverebbe a Bruxelles. Sostengono di avergli parlato via Skype. Hanno raccontato all’emittente di essere stati contattati martedì scorso, Salah gli avrebbe detto di trovarsi in una brutta situazione, di aver avuto un ruolo minore negli attacchi e di portare le proprie scuse alla sua famiglia e al fratello, arrestato dalla polizia belga subito dopo l’attacco e poi rilasciato.
Non è Hasna il kamikaze di Saint-Denis. Secondo l’esame del Dna effettuato ieri sulle slame del biltz a Saint-Denis, Hasna Aitboulachen, la cugina di Abaaoud, non sarebbe stata il kamikaze che si è fatto esplodere durante il raid della polizia. A saltare in aria è stato un uomo ancora da identificare. La polizia ha recuperato nell’appartamento solo parti del suo corpo. Di sicuro, comunque, non si tratta di Salah Abdeslam. E’ stato invece identificato il terzo kamikaze dello Stade de France: è passato il 3 ottobre scorso da Lero, isola greca del Dodecanneso di fronte alla Turchia, proprio come l’altro dei tre kamikaze che si sono fatti esplodere durante l’amichevole Francia-Germania.
Daily Mail: "Basta Siria, Is chiede di colpire in casa". Secondo il Daily Mail, l’Is ha cambiato strategia. Nonostante i duri colpi subiti nelle ultime settimane, ha ordinato ai suoi ’adepti’ in Gran Bretagna di non raggiungerli più in Siria per combattere al loro fianco. Saranno più utili alla causa se resteranno a casa, senza dare nell’occhio, per prepararsi ad effettuare attentati, quando riceveranno l’ordine, come quelli di venerdì scorso a Parigi. Il tutto avendo cura di colpire solo "infedeli" e non musulmani. Lo riferisce il giornale britannico, che ha intercettato diversi messaggi sui sistemi criptati usati dai seguaci del sedicente califfo Abu Bakr al Baghdadi. Il cambio di tattica è stato confermato da fonti di intelligence.

ONU
NEW YORK - Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu lancia un segnale di unità nella lotta all’Is. I Quindici hanno approvato all’unanimità la risoluzione presentata dalla Francia in risposta agli attentati di Parigi, che invita gli Stati membri "a raddoppiare e coordinare gli sforzi per prevenire e reprimere gli atti terroristici". Inoltre, il documento chiede loro di "adottare tutte le misure necessarie in linea con il diritto internazionale", per sconfiggere lo Stato Islamico. Nella risoluzione si domanda ai Paesi membri dell’organizzazione internazionale di "intensificare i propri sforzi per arginare il flusso dei ’foreign fighters’, per prevenire e reprimere i finanziamenti al terrorismo". Il testo è modellato sulla risoluzione adottata dopo gli attacchi dell’11 settembre 2001. E arriva nel giorno della nuova strage in Mali. A una settimana esatta dai massacri di Parigi. Mentre il Belgio innalza al massimo livello l’allarme attentati per la capitale Bruxelles.
Onu, il Consiglio di sicurezza: "Autorizzata qualsiasi misura contro l’Is"
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La risoluzione in sé non fornisce comunque le basi legali per ricorrere all’uso della forza. Il testo, infatti, non invoca il capitolo 7 della Carta Onu - usato nelle grandi missioni internazionali come la I Guerra del Golfo (risoluzione 678 del 1990) e in Libia (la 1973 del 2011) - l’unico elemento che formalmente autorizza l’uso della forza e concede il crisma della legalità internazionale agli interventi armati.
"Quello dell’Is è stato un atto di guerra nei confronti della Francia - ha affermato dopo il voto l’ambasciatore di Parigi al Palazzo di Vetro, Francois Delattre - lo Stato Islamico però non ha attaccato solo la Francia e i francesi, ma tutto il mondo". "Nei prossimi giorni - ha aggiunto - Parigi triplicherà la sua capacità di attacco contro il cuore dell’Is con l’arrivo della portaerei Charles de Gaulle". Mentre l’ambasciatore britannico alle Nazioni Unite, Matthew Rycroft, ha detto che oggi il Consiglio di Sicurezza ha inviato "un segnale unanime, ossia che non ci sarà tregua negli sforzi per fermare l’Is".
L’ambasciatore russo Vitaly Churkin ha invece continuato a sostenere l’importanza di adottare anche il testo di Mosca: una versione aggiornata del documento anti-Is proposto a margine dell’Assemblea Generale che contiene ancora il punto respinto sin da subito dai Paesi occidentali, in cui si chiede di intervenire contro i gruppi di estremisti "con il consenso dei governi degli stati colpiti". Puntando quindi a coinvolgere nella coalizione anche il presidente siriano Bashar al Assad.
Raid franco-russi. Intanto, però, è in pieno corso l’offensiva franco-russa sulle postazioni dell’Is in Siria. Almeno 36 persone sono morte durante le ultime ore nella provincia di Deir Ezzor, nell’est del Paese, controllato dai jihadisti. Tra le vittime - secondo l’Osservatorio siriano sui diritti umani - ci sono anche dieci bambini". Secondo l’ong, si è trattato del "più violento bombardamento in questa regione dopo l’inizio della rivolta nel 2011".

UN INFERMIERE TENTA DI RIANIMARE UN KAMIKAZE
La storia di David, infermiere fuori servizio che stava cenando al cafè Comptoir Voltaire, a pochi passi dal Bataclan, al momento degli spari e delle esplosioni avvenute nella zona lo scorso 13 novembre, la notte degli attacchi terroristici di Parigi. David, che non ha voluto rendere noto il suo cognome, ha raccontato alla Reuters di aver prestato soccorso a un uomo disteso a terra, incosciente, con un’enorme ferita su un lato del corpo. "Non aveva nulla di speciale, era solo privo di sensi - racconta - L’ho sdraiato a terra, pensavo fosse uno dei tanti clienti vittima di un’esplosione causata da una fuga di gas. Ho iniziato a effettuare un messaggio cardiaco nel tentativo di rianimarlo (come si vede nei primi secondi di questo video, nelle immagini amatoriali girate al cafè, ndr), insieme a un’altra persona". Solo più tardi, quando i due hanno tolot all’uomo la t-shirt per prestare meglio soccorso, David si è accorto della presenza di fili colorati e di bulloni sul pavimento, misti al sangue. "In quel momento ho capito che si trattava di un kamikaze. L’uomo che l’infermiere ha provato a rianimare, senza successo, era Ibrahim Abdeslam, fratello di Salah (ancora ricercato) e uno dei terroristi che ha causato la morte di almeno 130 persone

MALI
BAMAKO - Le autorità del Mali hanno proclamato lo stato d’emergenza per dieci giorni, oltre a tre giorni di lutto nazionale, dopo l’assalto di ieri all’hotel Radisson Blu di Bamako, in cui venerdì mattina sono stati uccise almeno 21 persone, di cui 19 ostaggi e due terroristi. Ad annunciarlo è stato lo stesso presidente Ibrahim Boubacar Keita, in un messaggio in cui ha ringraziato le forze nazionali e quelle francesi per il loro ruolo nella soluzione dell’assedio all’hotel.
Mali, attacco all’hotel Radisson: il fotoracconto
Un primo bilancio dell’attacco - operato dal gruppo Al Morabitoum legato ad al Qaeda nel Maghreb Islamico - contava 27 vittime, di cui 13 terroristi. Numeri ridimensionati dallo stesso presidente maliano che ha chiarito che le vittime sono 21, inclusi due terroristi, e 7 i feriti. Sono più di tre i sospetti "attivamente ricercati".
Il commando jihadista aveva ha preso in ostaggio 170 persone. Fra le vittime una cittadina americana, Anita Ashok Datar, 41enne di origine indiana che lavorava per Palladium Group (ong per la salute della donna), a cui si aggiungono tre cinesi, sei cittadini russi dipendenti della compagnia aerea Volga-Dnepr, un israeliano, due cittadini belgi (di cui uno è Geoffrey Dieudonné, che lavorava per il Parlamento della Federazione Vallonia-Bruxelles) e un senegalese, dipendente di un’azienda petrolifera.
Boubacar Keita visiterà oggi l’hotel Radisson, incontrerà i leader della sicurezza del Mali e i diplomatici occidentali, per poi visitare i feriti dall’attacco ricoverati in ospedale. Il quartiere residenziale Aci 2000 Hamdallaye, dove si trova l’hotel, è presidiato da un massiccio contingente di forze di sicurezza.
Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha condannato l’attacco al Radisson: "Questa barbarie rinforza solo la nostra determinazione a far fronte a questa sfida" ha detto al Washington Post. "Gli Stati Uniti ed i suoi alleati non permetteranno a questi assassini di avere un rifugio sicuro", ha aggiunto durante un discorso al summit delle nazioni del sudest asiatico a Kuala Lampur, in Malesia.
L’Egitto ha condannato l’attacco dei miliziani islamisti. "L’Egitto condanna nei termini più duri l’attacco terroristico contro un hotel di Bamako", recita un comunicato diffuso oggi dal ministero degli Esteri del Cairo. "Gli attacchi terroristi che di recente hanno colpito molti Paesi hanno messo in luce come il terrorismo sia un fenomeno globale che richiede di concentrare gli sforzi per sradicarlo".