20 novembre 2015
APPUNTI PER GAZZETTA - IL SEQUESTRO IN NIGERIA
REPUBBLICA.IT
BAMAKO - Almeno 27 persone sono morte nella sparatoria all’Hotel Radisson blu di Bamako, in Mali, dove un comando jihadista questa mattina ha preso in ostaggio 170 persone. Il blitz è stato condotto dalle forze speciali statunitensi e francesi. Le teste di cuoio hanno trovato dodici corpi al piano terra dell’edificio, quindici al secondo. Fra le vittime ci sarebbero un francese, un belga, due maliani e tre terroristi.
Anche se tutti gli ostaggi sono stati liberati "un gruppo di terroristi è ancora asserragliato ai piani alti del Radisson Blu a Bamako" ha detto il portavoce del ministero della sicurezza, Amadou Sangho. "Gli aggressori non hanno più ostaggi, sono asserragliati ai piani alti - ha sottolineato Sangho - sono da soli con le forze speciali maliane, che stanno tentando di stanarli". I corpi speciali stanno "bonificando" l’hotel cercando i terroristi nelle stanze.
Le persone liberate. Nell’edificio erano presenti 140 ospiti e 30 membri dello staff. Non risultano italiani coinvolti. Molti i francesi. Fra i primi a essere liberati sono stati i 12 membri dell’equipaggio di Air France e 6 cittadini americani, mentre tre dipendenti della Turkish Airlines sarebbero riusciti a fuggire. Libero anche il cantante della Guinea, Sekouba Bambino, che un anno fa era venuto in Italia per partecipare a un concerto. Sarebbe stato lui a rivelare agli inquirenti di avere sentito gli assalitori parlare tra loro in inglese. Il presidente del Mali, Ibrahim Boubakar Keïta, ha evocato la matrice islamista dell’attacco. "Condanno nella maniera più ferma possibile questo atto barbaro che non ha niente a che vedere con la religione", ha detto il capo di Stato come riferisce il sito Jeune Afrique. Sono stati liberati anche 22 dipendenti del Dipartimento della Difesa Usa militari e civili, come conferma il Pentagono.
La rivendicazione. Nel pomeriggio due gruppi terroristici legati ad al-Qaeda hanno rivendicato l’attacco. Secondo quanto riporta l’agenzia di stampa privata mauritana Al Akhbar, in una telefonata congiunta sia il Maghreb Islamico (Aqim) sia Al-Morabitun hanno precisato di essere gli autori dell’incursione.
Tre attentati in pochi mesi. L’assalto all’hotel Radisson di Bamako è il secondo nel giro di pochi mesi contro un albergo di una catena internazionale in Mali. L’8 agosto, infatti, uomini armati appartenenti al gruppo jihadista dei Mourabitoun, attivo nell’area sahelo-sahariana, assaltarono l’hotel Le Byblos a Sevare, nel centro del Paese, prendendo in ostaggio diverse persone, tra le quali alcuni dipendenti dell’Onu. Il 7 marzo scorso a Bamako un attentato contro un bar-ristorante aveva provocato cinque morti, tra i quali un francese e un belga. Si trattava della prima azione terroristica di questo tipo nella capitale maliana. Da marzo-aprile 2012 il nord del Paese è controllato da gruppi jihadisti.
Francia in prima linea. Il vasto deserto settentrionale del Mali è funestato da rivalità etniche e da una guerriglia fondamentalista: dal colpo di stato del 2012, si fatica a ristabilire una condizione di pace. Gli estremisti islamici riuscirono a prendere il controllo del Nord del paese nel 2012. Per liberare queste aree scese in campo la Francia che intervenne militarmente nel 2013. Bombe francesi furono lanciate su quei territori occupati dai fondamentalisti islamici, segnando l’inizio della guerra dell’ Europa contro Al Qaeda in Africa. I gruppi estremisti furono mandati via dalle città del Nord, ma l’area continua a rimanere poco sicura e quest’anno si sono verificati diversi attacchi.
La condanna dell’Onu. Il segretario generale dell’Onu Ban-Ki moon ha condannato l’attacco all’hotel: "E’ un attacco odioso", dicendosi "preoccupato per il fatto che questi attacchi si verificano in un momento in cui si sono fatti dei passi avanti nel processo di pace" tra il governo maliano e i ribelli touareg del Nord.
Obama: "Monitoriamo la situazione". "Stiamo monitorando la situazione", ha detto Obama quando gli e’ stato chiesto degli eventi in corso in Mali. L’ambasciata degli Stati Uniti ha consigliato a tutti gli americani e ai funzionari del governo nel paese di trovare un rifugio.
ROSALBA CASTELLETTI
obiettivo francia
hollande aveva sottolineato che il calif considera parigi nemico perché nel 2013 era intervenuto in mali ottrenendo una vittoria. il mali infatti è sprofondato nel caos nel 2012 prima con la rivolta dei touareg nel nord e infine con la deposiozione del presidente traorè che ha aperto al strada agli islamisti di al qaeda nel maghreb islamico. nel 2013 la coalizione a guida francese era riuscita a normalizzare la situazione e nello stesso anno era partita la missione di stabilizzazione dell’onu denominata minusma. che però ha un tristimmo record: è la missione onu con il maggior numero di vittime. quello all’hotel radisson è solo l’ultimo di una serie di attacchi sfferrato dalla rete jihadista e se l’obiettivo non è la francia è sicuramente quello di arrestare la stabilizzazione del paese
LA CRISI INTERNA DEL MALI
La crisi interna in Mali, un tempo considerato un modello di democrazia in Africa, è scoppiata nel gennaio del 2012 con la ribellione dei Tuareg nel nord del Paese ed è sfociata nel marzo di quell’anno nella destituzione da parte dei militari del presidente Amadou Toumani Tourè. Così si era aperta la strada alla conquista del nord da parte di ribelli separatisti e islamisti. Tre anni fa tutto il nord era stato occupato dai jihadisti un tempo alleati dei ribelli Tuareg del Movimento nazionale di liberazione dell’Azawad (Mnla).
A gennaio 2013 la Francia aveva avviato un intervento militare (Operation Serval) per allontanare gli insorti dal nord, dalle città di Timbuctu, Kidal e Gao. Poi, dopo le operazioni dei soldati francesi e africani, il primo luglio 2013 era partita la missione di stabilizzazione delle Nazioni Unite (Minusma), che ha contribuito alla sicurezza del voto del luglio di due anni fa, le prime elezioni presidenziali dopo 18 mesi di crisi politica e guerra.
Dal 2013 è attiva una missione militare internazionale di sostegno al Mali. Promossa sotto l’egida della Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (Ecowas) è stata autorizzata con la risoluzione 2085 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
Inizialmente prevista per il settembre del 2013, la missione era stata anticipata visto il rapido peggiorare della situazione in Mali, scosso da una sanguinosa guerra civile tra il governo centrale, i separatisti tuareg del Movimento nazionale di liberazione dell’Azawad e i ribelli islamisti. La Minusma - che conta su circa seimila
uomini provenienti da undici Paesi africani - si affianca ad un’analoga missione militare della Francia (Operazione Serval, poi ribattezzata nell’agosto del 2014 Operazione Barkhane ed estesa al Sahel) nel tentativo di sostenere le forze governative contro gli islamisti.
I GRUPPI TERRORISTICI IN MALI
L’attacco all’hotel Radisson bleu di Bamako è il terzo attacco dell’anno a obiettivi occidentali. In Mali agiscono diversi gruppi islamisti: al Morabitoun (nato dalla fusione del battaglione del jihadista algerino Mokhtar Belmokhtar, attivo in tutto il Sahara, con il "Movimento islamico per Azawad") e probabile autore dell’assalto all’Hotel Radisson blu di Bamako, Ansar Dine, al-Qaeda nel Maghreb islamico (Aqim) e il Movimento di liberazione di Macina guidato da Amadou Koufa, nato nell’omonima regione centro meridionale e attivo soprattutto lungo la frontiera con il Burkina Faso.
L’assalto all’hotel Radisson di Bamako è il secondo nel giro di pochi mesi contro un albergo di una catena internazionale in Mali. L’8 agosto, infatti, uomini armati appartenenti al gruppo jihadista dei Mourabitoun, attivo in tutta l’area sahelo-sahariana, assaltarono l’hotel Le Byblos a Sevare, nel centro del Paese, prendendo in ostaggio diverse persone, tra le quali alcuni dipendenti dell’Onu.
Nell’assalto all’hotel e nel successivo blitz per liberare gli ostaggi delle forze speciali del Mali, coadiuvate da militari francesi, persero la vita 12 persone: tre dipendenti di Le Byblos, cinque soldati maliani, un contractor della missione Minusma di peacekeeping delle Nazioni Unite e tre militanti jihadisti. L’albergo si trova vicino a una base dell’aviazione militare, mentre Sevare dista circa 620 chilometri a nord-ovest della capitale Bamako.
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Il gruppo jihadista che ha rivendicato gli attacchi è stato fondato dal terrorista Mokhtar Belmokhtar. Il movimento dei ’Mourabitoun’ è una fusione tra elementi del Movimento per l’unicità, il jihad in Africa occidentale (Mujao, altra costola dell’Aqim) e la Brigata dei Molathamun, creata da Belmokhtar dopo il suo allontanamento dai vertici di al-Qaeda nel Maghreb Islamico (Aqmi). Il gruppo dei ’Mourabitoun’ è apparso sulla scena durante il periodo dell’occupazione del nord del Mali da parte delle sigle salafite-jihadiste nel 2013.
Sempre a Bamako, il 7 marzo scorso, cinque persone (due europei e tre maliani) furono uccise in una sparatoria al ristorante ’La Terrasse’, frequentato da occidentali. Alcuni testimoni raccontarono che un gruppo di persone entrò nel locale gridando "Dio è grande" in arabo. Altri riferirono di aver visto un uomo lanciare alcune granate in strada e poi entrare nel locale aprendo il fuoco. Rimasero uccisi un belga e un francese. Anche in questo caso, l’attacco venne rivendicato dal gruppo jihadista dei Mourabitoun.
Il "Battaglione del sangue" (poi confluito nel Mourabitoun) era un’altra costola secessionista dell’Aqim, formato principalmente da combattenti stranieri con l’obbiettivo di una jihad globale. Tra le sue azioni più note l’attacco nel 2013 a un impianto di estrazione e raffinazione del gas in Algeria, col sequestro e l’uccisione di diversi stranieri.
Ansar Dine è guidato dall’ex ribelle tuareg Liyad ag-Ghaly, che ha come obbiettivo dichiarato di imporre la sharia (la legge islamica) in Mali. L’Aqim, invece - branca nord africana di al-Qaeda - è un movimento nato nei primi anni Novanta in Algeria durante la guerra civile. L’Aqim si è rafforzato nel 2007 quando l’altro gruppo islamista più forte della regione, il gruppo algerino salafita per la preghiera e il combattimento, si schierò con l’organizzazione di Osama bin Laden. Il Mujao nasce da una secessione dall’Aqim. Il gruppo vuole imporre la legge islamica e negli ultimi anni ha condotto varie operazioni militari contro i separatisti tuareg.