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 2015  novembre 19 Giovedì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - SALEH E ABU SONO STATI UCCISI


REPUBBLICA.IT
ARIGI - Sono stati uccisi entrambi, Salah Abdeslam e Abdelhamid Abaaoud. Le "menti" delle stragi di Parigi sono stati identificati tra i terroristi che hanno perso la vita nel raid a Saint-Denis. La conferma su Ababoud è arrivata dalla Procura di Parigi, dopo che la notizia era stata confermata da fonti dell’Intelligence americana al Washington Post, da "due fonti di alto livello dell’intelligence belga" al quotidiano fiammingo De Standaard e da fonti investigative qualificate a Repubblica.
Su Abdeslam ci sono ancora dubbi, l’intelligence italiana è in attesa della conferma ufficiale della notizia da parte degli 007 francesi. Se confermata, la Francia potrebbe tirare un primo sospiro di sollievo, in quanto la cellula dell’Is autrice dei sanguinosi attacchi di venerdì 13 novembre potrebbe essere stata annientata. La risposta sull’identità di Abdeslam dovrebbe arrivare dall’esame del dna comparato con quello dei suoi famigliari residenti a Parigi.
Più certa la sorte di Abaaoud, morto nell’appartamento di rue de Courbillon, a pochissimi chilometri dall’aeroporto Charles de Gaulle e a 12 chilometri da La Défense, che, secondo fonti dell’Intelligence americana, erano i prossimi obiettivi degli attentatori. Il corpo dell’islamista 28enne belga è stato ritrovato fra le macerie dell’appartamento "crivellato di colpi". Il ministro degli Interni spagnolo Jorge Fernandez Diazha rivelato che Abaaoud stava reclutando donne in Spagna per portarle nella roccaforte dell’Is: "Cercava di contattare spagnoli, soprattutto donne, sui social network per convincerli a unirsi all’Is e ripopolare il Califfato".
Nuove operazioni a Charleville e Aubervilliers. Un’operazione di polizia è in corso a Charleville-Mézières, nella regione francese di Champagne-Ardenne. Le forze dell’ordine sono intervenute al numero 54 di Rue 11 novembre di Charleville-Mezieres ma l’appartamento era vuoto. L’esplosione che i residenti del quartiere Ronde-Couture hanno sentito è stata conseguente alla detonazione per aprire la porta dell’appartamento. Lo scrive il sito de L’Union, quotidiano delle Ardenne. Inizialmente l’emittente France3 aveva diffuso la notizia che un francese convertito all’Islam era stato arrestato. Un’altra vasta operazione è in corso a Aubervilliers, nella regione dell’Ile-de-France, per cercare le persone vicine a Hasna Aitboulahcen, la kamikaze che si è fatta esplodere a Saint Denis. Lo riferiscono i media francesi, dopo che ore fa la polizia aveva perquisito l’abitazione della madre della donna a Aulnay-sous-Bois. Come riferisce il quotidiano francese Liberation, tutto il quartiere è stato cordonato dagli agenti.
Nessuna informazione su Abaaoud da Ue. "Nessuna informazione proveniente dai Paesi europei da cui sarebbe potuto transitare arrivando in Francia ci è stata comunicata e ci ha suggerito che lui potesse essere arrivato in Europa e fino in Francia": il ministro dell’Interno, Bernard Cazeneuve ha sottolineato che Parigi non era stata informata del possibile arrivo del terrorista. "Soltanto il 16 novembre - ha aggiunto - dopo gli attentati di Parigi del 13, un servizio di intelligence di un Paese al di fuori dell’Europa ci ha segnalato di essere a conoscenza della sua presenza in Grecia".
Dei sei attentati sventati dalla Francia dalla primavera scorsa, Abdelhamid Abaaoud sembra coinvolto in quattro di essi, ha detto il ministro dell’Interno della Francia, Bernard Cazeneuve. Gli attentati sventati seguono tutti lo stesso canovaccio, ha detto ancora Cazeneuve: "Sono organizzati all’estero, con terroristi addestrati all’estero che poi vengono rimandati in Francia", ha detto il ministro, che ha sottolineato che nessuna segnalazione è arrivata dai Paesi in cui è stato il terrorista: "Soltanto il 16 novembre, i servizi di un Paese extraeuropeo ci hanno segnalato la presenza di Abaaoud". Per il ministro, il sistema di scambio di informazioni sui passeggeri (passenger name record o Pnr) deve essere rivisto a livello europeo". Cazeneuve, assieme alla sua collega della Giustizia Christiane Taubira, sarà domani a Bruxelles per una riunione che dovrà esaminare proprio il funzionamento del Pnr.
Prolungato lo stato d’emergenza. Oggi i deputati dell’Assemblea Nazionale hanno votato il progetto di legge che rafforza e prolunga per tre mesi lo stato di emergenza, decretato dal presidente François Hollande già venerdì sera, dopo l’attacco a Parigi. Il premier francese, Manuel Valls, ha sottolineato che resta attuale la minaccia dei Foreign Fighters: "È urgente un archivio dei passeggeri sugli aerei e dobbiamo poter negare la cittadinanza a persone con doppia nazionalità". Il primo ministro ha lanciato un allarme: "C’è il rischio che i terroristi usino armi chimiche e batteriologiche in futuri attacchi terroristici".
Ue: rivedere spazio Schengen. I paesi europei, Francia in testa, hanno sollecitato una rapida revisione delle norme dello spazio Schengen, in modo che anche i cittadini europei possano essere sottoposti a controlli sistematici alle frontiere esterne dell’Unione europea. E’ quanto si legge nel documento che deve essere adottato domani a Bruxelles. Si tratta di una delle principali misure su cui sono chiamati a decidere i ministri degli interni degli stati membri che domani parteciperanno alla riunione straordinaria del consiglio giustizia e affari interni dell’Ue, convocata su richiesta della Francia dopo gli attentati di Parigi.
Belgio: nuove misure antiterrorismo e blitz di polizia. Anche il Belgio aumenta gli sforzi contro il terrorismo dopo gli attentati di Parigi. Il primo ministro Charles Michel ha annunciato un ulteriore stanziamento di 400 milioni di euro per potenziare l’intelligence. In un discorso al parlamento federale, Michel ha annunciato l’introduzione di una serie di misure di sicurezza, tra le quali l’arresto per i combattenti che ritornano dalla Siria e la chiusura dei luoghi di culto non riconosciuti. Oggi la polizia ha compiuto sei raid a Molenbeek e in altre aree di Bruxelles per scovare persone vicine a Bilal Hadfi, uno dei kamikaze nei pressi dello Stade de France. La polizia belga ha arrestato nove persone.
multimedia
Hollande ordina intensificazione raid in Iraq e Siria
Il presidente francese ha dato il via libera per l’intensificazione di attacchi aerei contro lo Stato islamico in Siria e Iraq.
da Katia Riccardi 19.56
Senza esito blitz polizia Ardenne, appartamento vuoto
Non ha scaturito alcun esito il blitz della polizia francese a Charleville-Mezieres nelle Ardenne. L’appartamento perquisito era vuoto. L’esplosione, sentita dai residenti, è stata conseguente alla detonazione per aprire la porta dell’appartamento. Lo scrive il sito de ’L’Union’, quotidiano delle Ardenne.
da Katia Riccardi 19.42
Francia a Onu, "contr Isis adottare tutte le misure"
La Francia chiede al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di autorizzare "tutte le misure necessarie" alla battaglia contro l’Is. Una bozza di risoluzione messa a punto da Parigi sarà presentata ai 15 membri dell’organismo del Palazzo di vetro. In essa si sollecitano gli stati membri a "raddoppiare e coordinare le iniziative per prevenire e reprimere i gesti di terrorismo commessi in modo specifico da Is".
da Katia Riccardi 19.42
Usa avrebbero informato di Abaaoud in Grecia
Sarebbero gli Stati Uniti ad aver informato la Francia del passaggio

REPUBBLICA.IT
Fonti di intelligence sostengono che il terzo corpo ritrovato tra le macerie della casa di Saint-Denis appartiene a Salah Abdelsam. Se le analisi lo confermeranno, la cellula terroristica islamica autrice dei sanguinosi attacchi di venerdì 13 novembre a Parigi può considerarsi annientata. Nel blitz di ieri nel piccolo centro a Nord di Parigi, le forze speciali hanno ucciso Abdelhamid Abaaoud, considerato la mente degli attentati. Francese, ma belga di nascita, 27 anni, era originario del quartiere di Molenbeek a Bruxelles e sarebbe legato anche agli attentati dello scorso gennaio a Verviers in Belgio. Appariva in molti dossier di criminalità comune per fatti commessi a Bruxelles tra il 2010 e il 2011.
Videoritratto - Abaaoud, l’uomo dei servizi segreti del Califfato in Europa
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Nello stesso blitz è morta anche la cugina di Abaaoud, Hasna Aitboulahcen, francese, 26 anni, che si è fatta saltare con una cintura esplosiva. Una vita da ragazza normale e tutt’altro che integralista, come dimostrano alcune sue foto pubblicate sul belga Le Soir. Ottime scuole superate con profitto, Hasna aveva ricoperto incarichi di responsabilità nella Beko Construction, società di costruzioni specializzate creata nel 2011 a Epinay-sur-Seine, nel dipartimento di Saint-Denis, ma poi fallita. Dopo l’avvio del suo percorso di radicalizzazione, forse alimentato dal cugino Abdelhamid, era ossessionata dall’idea di unirsi ai miliziani dell’Is in Siria. Durante il blitz a Saint-Denis Hasna, assediata dalla polizia, è stata protagonista di un dialogo assurdo: "Dov’è il tuo compagno?", le chiedevano gli agenti. E lei, prima di farsi esplodere ha risposto: "Non è il mio compagno".
Strage di Parigi, le urla poi l’esplosione: la kamikaze del blitz di Saint Denis
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Il terzo elemento chiave del gruppo terroristico era Salah Abdeslam. Francese, nato il 15 settembre 1989 a Bruxelles, è colui che ha noleggiato la Polo nera ritrovata nei pressi del Bataclan. Non si sa esattamente che ruolo abbia avuto negli attacchi di venerdì notte, ma gli inquirenti ritengono che sia stato lui ad accompagnare la terza squadra - quella che è entrata in azione nel X e XI arrondissment - e a lasciare in Boulevard Voltaire il fratello più piccolo, Ibrahim, vent’anni, che poco dopo si è fatto esplodere al Comptoire Voltaire. Secondo la Libre Belgique, Salah era amico d’infanzia di Abdelhamid Abaaoud. Cresciuti entrambi a Molenbeek i due diventano inseparabili. Frequentano lo stesso bar, dove i ragazzi del quartiere si ritrovano a bere e a fumare. Le proteste dei vicini, per le zaffate di hashish e il frastuono della musica, provocano l’intervento della polizia. Il locale viene chiuso “per traffico di droga”. Salah resta a spasso, Abaaoud parte per la Siria. Torna in Belgio un anno dopo. È cambiato. Organizza una cellula di jihadisti. Trova i fondi, paga quei ragazzi sbandati e senza lavoro. Progetta i suoi piani di morte. Fallisce più volte. La polizia arriva prima. Smantella, nel gennaio scorso, una cellula che Abaaoud aveva messo in piedi a Verviers, nel Vallone. La guida da Atene, dopo essere stato in Siria. Viene arrestato assieme a tre altri jihadisti, ma poi rilasciato pochi giorni dopo per mancanza di prove.
ROMA - Anche la comunità musulmana in Italia è chiamata a dare un segno collettivo e popolare di condanna, senza se e senza ma, dei nuovi attentati di Parigi e della strategia del terrore con cui lo Stato Islamico vorrebbe paralizzare la vita quotidiana degli europei.
In Francia, il Consiglio nazionale del culto musulmano diffonderà domani, nel venerdì di preghiera, un "testo solenne" di condanna "senza ambiguità" di "tutte le forme di violenza o di terrorismo". Sarà letto in tutte le circa 2.500 moschee del Paese (con l’eccezione della Grande Moschea di Parigi, dove il raduno è stato annullato in queste ore per ragioni di sicurezza) per proclamare "attaccamento assoluto al patto repubblicano che ci unisce tutti e ai valori fondanti della Francia".
In Italia l’appuntamento è per il giorno dopo, sabato 21 novembre a Roma. Dove, alle ore 15 in piazza Santi Apostoli, i musulmani sono chiamati a partecipare una manifestazione di valore nazionale, intitolata Not In My Name e nata dal coordinamento sostenuto dalla Coreis italiana (COmunità REligione ISlamica) a livello regionale e interculturale fra musulmani italiani, marocchini, pakistani, senegalesi e turchi.
La manifestazione è preceduta da una nota, che riprende il richiamo all’appartenenza del testo francese: "Noi musulmani d’Italia condanniamo con forza la recente strage di Parigi, esprimendo il più profondo sentimento di vicinanza al popolo francese e a tutti i familiari delle vittime così barbaramente uccise. Intendiamo perciò lanciare un appello che sappia indicare una solida svolta nei rapporti con la società civile e lo Stato italiano di cui siamo e ci riteniamo parte integrante. Invitiamo quindi tutte le musulmane e i musulmani a una mobilitazione che, isolando ogni pur minima forma di radicalismo, protegga in particolare le giovani generazioni dalle conseguenze di una predicazione di odio e violenza in nome della religione. Questo cancro offende e tradisce il messaggio autentico dell’Islam, una fede che viviamo e interpretiamo quale via di dialogo e convivenza pacifica, insieme a tutti i nostri concittadini senza alcuna distinzione di credo. Questa pericolosa deriva violenta rappresenta oggi il pericolo più feroce per il comune futuro nella nostra società".
L’appello raccoglie adesioni di ora in ora, non solo tra le componenti della comunità islamica. Saranno in piazza tra gli altri Abdellah Redouane, del Centro Islamico Culturale d’Italia Moschea di Roma, Zidane el-Amrani Alaoui, responsabile della Confederazione Islamica Italiana, musulmani dal Marocco, Izzedin Elzir, presidente dell’Unione delle Comunità Islamiche d’Italia, l’imam Yahya Pallavicini, vicepresidente Coreis, Omar Camiletti, del tavolo interreligioso di Roma, Khaled Abdalat e Ahmad al Hygazi dell’Unione Medici Arabi, l’imam Abd al-Razzaq Bergia, del Coreis Piemonte. E ancora il sociologo Ali Baba Faye, il teologo della comunità sciita d’Italia Hujjatulislam Abbas Di Palma, l’amministratore delegato di Halal Italia Hamid Abd al-Qadir Distefano. Giunge l’adesione della Comunità del mondo arabo in Italia (Co-mai), con il suo presidente, Foad Aodi, che ribadisce: "Dobbiamo essere uniti contro il terrorismo e la violenza feroce che si abbatte sui civili di tutte le religioni, senza distinzioni".
Dalla politica, il sostegno di molti deputati del Pd, a cominciare dal presidente della Commissione parlamentare diritti Luigi Manconi e dal deputato Khalid Chaouki, uno dei riferimenti dell’iniziativa, da cui è partito anche l’invito a partecipare rivolto personalmente al segretario della Lega Nord Matteo Salvini. Da altri schieramenti, si segnala il plauso a Chaouki da Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia, con reciproco scambio di tweet.
In piazza sabato potrebbero esserci anche esponenti di primo piano del governo. A quanto si apprende, sono avviati contatti, l’ipotesi è che una delegazione di Not In My Name possa incontrare il premier Renzi o il ministro dell’Interno Alfano. Ma gli organizzatori non escludono la presenza a sorpresa in piazza dei ministri o dello stesso presidente del Consiglio.
Ci saranno anche intellettuali, registi, attori, docenti universitari e giornalisti. Aderiscono, tra gli altri, Ermanno Olmi, Pierfrancesco Fiorato, Ascanio Celestini, Paolo Virzì, Emiliano Torre, Paolo Rossi, Milly Bossi Moratti, Gloria Ghetti, Carmelo Cantone, Massimo Magrelli, Gad Lerner, Lorenzo Fanoli, Fabio Furlanetto, Leda Petrone, Bruno Fusciardi, Nora Barbieri.
Ma non c’è solo Roma. Il messaggio sta oltrepassando i confini della Capitale. A Milano la comunità islamica reagisce alle criminalizzazioni e il Coordinamento delle Associazioni Islamiche di Milano, Monza e Brianza (Caim), Partecipazione e Spiritualità Musulmana e Giovani Musulmani d’Italia lanciano per sabato una manifestazione da tenere in concomitanza con quella nazionale, alle ore 15 in piazza San Babila. Per dire "no al terrorismo e alle guerre" ma anche "all’Islamofobia" e chiedere per i musulmani il riconoscimento di una cittadinanza "a pieno titolo", colmando "lacune" nel diritto alla libertà di culto: "Abbiamo bisogno di moschee riconosciute e dignitose, di essere sostenuti nel lavoro quotidiano contro l’estremismo".
Di Not In My Name intanto si discute oggi, sempre a Milano, a Palazzo Reale nell’ambito del forum "Libertà religiosa, educazione, sicurezza e sviluppo", dove oltre 30 realtà religiose, istituzionali e accademiche, ebraiche, cristiane e musulmane, si scambiano opinioni e contributi con lo scopo di favorire la creazione di una Consulta cittadina che possa diventare un osservatorio permanente, un coordinamento informale, una piattaforma di sensibilizzazione per le istituzioni e i media.
E’ previsto per oggi pomeriggio un corteo per le strade del centro di Lucca. Ieri a San Giovanni Valdarno (Arezzo), zona dove è molto alta la presenza di immigrati di religione islamica, si sono raccolte quasi cinquemila persone, oltre ai capi delle varie comunità, dal rabbino all’imam al vescovo. A Colle Val d’Elsa, in provincia di Siena, un corteo è partito dalla moschea per arrivare al duomo. A Massa (Massa Carrara), venerdì, il confronto "senza veli" in moschea tra i giovani del Pd e i coetanei musulmani, "per costruire una relazione che al momento non c’è", spiega la parlamentare dem Martina Nardi. L’imam Youssef Sbai ai giovani parlerà di Not In My Name, a cui interverrà personalmente.
Imam di Crotone: "Gli attentatori di Parigi sono animali"
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Il Coordinamento delle associazioni islamiche di Parma e Provincia promuove un importante momento di confronto invitando tutta la cittadinanza venerdì 20 novembre al centro culturale islamico di via Campanini a Parma, in occasione del sermone settimane dell’imam, che sarà in arabo e in italiano. "Vogliamo far capire alle persone ciò che centinaia e centinaia di musulmani sentono - spiega il presidente della Comunità islamica locale Soufiane Lamzari - non abbiamo niente da nascondere, è da anni che ci dissociamo da questi assassini. La comunità musulmana li combatte in prima linea".
Significativo quanto accaduto ieri al carcere "Dozza" di Bologna, durante il corso "Diritti Doveri Solidarietà - La Costituzione italiana in dialogo con il patrimonio culturale arabo-islamico", promossa all’interno della struttura dall’Assemblea legislativa regionale insieme al Centro per l’Istruzione degli adulti metropolitano. Tra gli oltre cento detenuti di fede musulmana presenti, in molti hanno voluto prendere la parola per esprimere la loro "netta presa di distanza dai fatti criminali commessi in nome della religione, come quelli recenti di Parigi".
Genova, nei centri islamici: "Quelli di Parigi sono criminali di guerra"
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Venerdì a Palermo, dalle 17,30 alle 19, la Federazione islamica che rappresenta le dieci moschee della città scenderà in piazza Politeama per dissociarsi dalla violenza dell’Is e mandare un messaggio di pace, come annunciato da Mustafà Boulaalam, imam della moschea sunnita di piazza Gran Cancelliere: "La manifestazione è aperta a tutti, anche ai cristiani e alle associazioni laiche. Alcuni fedeli hanno paura, non tanto gli adulti ma i più giovani, gli studenti e i lavoratori. Il mio obiettivo è far passare questo messaggio: non avere paura ed essere presenti". In piazza Politeama ci saranno anche Cgil, Cisl e Uil.
Terrorismo, musulmani d’Italia scendono in piazza. "Stato Islamico, non in mio nome"
Gli studenti musulmani manifestano all’Università della Calabria, il 16 novembre scorso
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C’è poi la testimonianza resa ieri a RadioNorba dall’imam di Lecce, Saifeddine Maaroufi: "Dopo i fatti di Parigi volevamo fare una manifestazione di massa in strada, ma abbiamo preferito rinviare: nel vedere un gruppo di musulmani, le persone avrebbero potuto avere reazioni inattese. Stamattina (ieri, ndr) molti di noi, sul lavoro o per strada, hanno fatto una foto con la scritta: sono musulmano e non sono un terrorista. Eravamo una cinquantina, ma solo perché era una giornata lavorativa". Sulla manifestazione nazionale, l’imam di Lecce dice: "Le persone si aspettano questa reazione da parte dei musulmani, una voce unica e inequivocabile di condanna del terrorismo. Perché quello che sta accadendo non rispecchia affatto lo spirito e la fede islamica".
A Monfalcone, in provincia di Gorizia, ieri sera la comunità musulmana ha partecipato alla manifestazione di solidarietà a Parigi e alla Francia organizzata dal Comune. Come a Lecce, alcuni cittadini originari del Bangladesh hanno esibito cartelli per dire "Stop terrorism", ma anche "I’m muslim, I’m not terrorist". Proprio dall’imam di Monfalcone, Abdelmajid Kinani, è giunta una delle dichiarazioni di condanna più ferme del terrorismo di matrice islamista, perché "proprio i musulmani stanno pagando un conto carissimo alla violenza perpetrata da chi dovrebbe essere un suo correligioso".
Stragi di Parigi, la condanna dell’imam di Monfalcone
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Ma c’è anche chi punta il dito contro la risposta della Francia agli attentati. "Ha provocato finora 6000 vittime" in Siria, denuncia Sharif Lorenzini, portavoce ufficiale del Consiglio Islamico Supremo dei Musulmani in Italia (Cismi), nonché vice presidente del Consiglio Supremo dell’Islam in Italia (Csi), presidente della Comunità islamica d’Italia e vice presidente della Comunità Islamica di Puglia. Lamentando la morte di molti civili a causa dei bombardamenti, Lorenzini lancia un appello "all’Italia e a tutte le forze istituzionali e politiche a scegliere la via della diplomazia e della pace perché rispondere al sangue con altro sangue vuol dire per l’essere umano perdersi in una strada senza via d’uscita".