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 2015  novembre 18 Mercoledì calendario

DRIBBLING

«Come tanti ragazzini della mia epoca, frequentavo il campo parrocchiale, io ero quello un po’ più bravino, e mi costringevano a non fare gol. Questa cosa mi è rimasta dentro. E siccome non potevo fare gol ho trovato l’escamotage del dribbling. Poi anche quando potevo far gol non li facevo...» (Roberto Donadoni).

PIEDI «Sono alto 1.68. Ma il calcio si gioca coi piedi. Certo, da bambino facevo il difensore, e quello magari... (Stefano Sensi, giovane regista del Cesena che piace a molte big di serie A).

DIFFICILE «Per fortuna ho un contratto molto lungo e credo sia facile pensare di chiudere a Firenze la carriera. Quando smetterò, i miei figli avranno passato qui buona parte della loro vita, sarà difficile portarli via» (il centrocampista viola Borja Valero).

ANIMO «Quando metti tutta questa energia, quando guidi il Mondiale ogni giorno e fino all’ultimo giro e poi vedi l’obiettivo svanire, ti ritrovi con l’animo distrutto. Normale che Valentino ora sia completamente vuoto. A lui più di tutti serviranno mesi per ricaricarsi, trovare nuove motivazioni» (Lin Jarvis, team manager Yamaha).

STRANO «È un po’ strano, un po’ come tutti i campioni. Ed è anche molto ragazzo. Ha fatto davvero fatica ad arrivare dov’è e io cerco sempre di tirar fuori la sua vera natura» (Niki Lauda parlando di Lewis Hamilton).

POVERINO «Perché ero tanto simpatico a tutti durante il Tour? Perché avevo smesso di vincere. Prima tutti a dire che sei un Cannibale, e poi diventi poverino, e alla gente piace più la tua immagine di poverino. Quando ero piccolo, mi piacevano Armstrong e Ullrich perché si facevano sempre la guerra tutti i giorni, e mi era più simpatico Jan, perché faceva sempre secondo.... Ma ricordate che io sono contento perché vinco, non perché ho battuto qualcuno» (il campione del mondo di ciclismo Peter Sagan).

BARATRO «La retrocessione sarebbe un danno esagerato, un baratro quasi inaffrontabile. La A, con i proventi dei diritti televisivi, vale 30 milioni, perdendo la categoria rimarrebbe il “paracadute”. Ma sono certo che tutto questo non accadrà. E anche dovesse avvenire noi saremo sempre qua» (il presidente del Verona Maurizio Setti).

TOMBA «Vado spesso sulla tomba di Paolo Mantovani. Era romano come me: non dico di arrivare ai suoi livelli, però...» (Massimo Ferrero).