varie, 17 marzo 2015
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Carta igienica per Sette – Ogni italiano consuma in media 4 chili di carta igienica l’anno. Gli statunitensi nesono i maggiori consumatori al mondo: 57 fogli pro capite ogni giorno, sei volte la media mondiale
Carta igienica per Sette – Ogni italiano consuma in media 4 chili di carta igienica l’anno. Gli statunitensi nesono i maggiori consumatori al mondo: 57 fogli pro capite ogni giorno, sei volte la media mondiale. In Europa si consumano 22 miliardi di rotoli (635 volte il viaggio dalla Terra alla Luna e ritorno). Il fatturato della carta igienica in Europa vale 8,5 miliardi di euro e costituisce il 26% del consumo mondiale. Gli egizi si pulivano, sembra, con sabbia intrisa di oli profumati. Nei conventi del Trecento i frati si pulivano con pezze ricavate dalle vecchie tonache. Nel suo Galateo (1558), monsignor Della Casa prende ad esempio di tutto lo sporco le «pezze degli agiamenti», teli di stoffa appesi nei gabinetti. Tra gli oggetti del passato, il «ventaglio per signora a doppio utilizzo», nel cui manico erano occultati foglietti di carta igienica (detta anche «carta innominabile»). Per pulirsi, gli arabi si servono della mano sinistra. Ancora oggi è un insulto toccare un arabo o porgergli un oggetto con la sinistra, considerata impura. In un documento cinese del 1321 si riporta che l’Ufficio Rifornimenti Imperiali «ha iniziato a produrre carta igienica, riservata strettamente alla famiglia dell’Imperatore». Rifornimento annuale, 720mila fogli di «finissima» carta, ciscuno di due piedi per tre. La prima carta igienica brevettata fu, nel 1857, la “J.C. Gayetty’s Medical Paper for the Water Closet”, opera del newyorkese Joseph C. Gayetty. Prima di allora si usavano fogli di giornale. Ma si riteneva che inchiostro e sostanze chimiche potessero provocare o aggravare le emorroidi. Invece, secondo le pubblicità del tempo, le «medicazioni emollienti» di Gayetty «davano sollievo». Comunque fino alla metà del Novecento fu considerata un lusso. La carta igienica di Gayetty era venduta in pacchetti di strisce rettangolari. Su ogni striscia compariva il nome dell’inventore. Slogan: «Sono delicate come una banconota e robuste come un foglio per appunti». Lo slogan (1930) della Northern Tissue dichiarava orgogliosamente: «Senza schegge!». Nel 1879 sono arrivati i primi rotoli. La carta a due veli è stata immessa sul mercato dalla Scott Paper Company durante la Seconda guerra mondiale, nel 1942. È tuttora sconosciuta in molti Paesi dell’Africa e dell’Asia. Si racconta che nel 1901, per una visita dei sovrani russi a Parigi, un funzionario del protocollo francese, credendo di far cosa gradita agli ospiti, avesse fatto preparare per i bagni a loro riservati una speciale carta igienica che recava stampato lo stemma imperiale russo. I superiori se ne accorsero in tempo, evitando la gaffe. Ogni giorno 270.000 alberi finiscono nel gabinetto come carta igienica. Da un albero si ricavano circa 1.800 rotoli. La carta igienica si produce a partire dalla cellulosa ricavata dagli alberi, o dalla carta riciclata: più alto è il contenuto di fibra vegetale nuova, più la carta risulta morbida e soffice. Ogni kg di rotoli fatti con carta igienica riciclata al 100% riduce di 30 litri il consumo di acqua e di 3 kilowattora quello di elettricità. Solo il 2% dei produttori di carta igienica statunitensi utilizza carta riciclata. I marchi europei arrivano al 20%. La Nakabayashy di Tokyo ha progettato il primo riciclatore di carta da ufficio: un grosso marchingegno che trasforma e taglia i fogli usati da stampanti e fotocopiatrici in carta da toilette. Produce circa 2 rotoli l’ora a partire da 1.800 fogli A4. Nell’Unione Sovietica la carta igienica (tauletnaja bumaga) si trovava solo negli alberghi per stranieri e nelle istituzioni più importanti. Gli altri si arrangiavano con i giornali, che stingevano un sacco, e con fogli di carta per scrivere, tagliati in minuscoli triangoli. Tra i sovietici si scherzava che la carta igienica fosse così rara perché utilizzata per fare l’impasto di una mortadella chiamata doktorskja kolbasa (salame del dottore). Idea di un produttore tedesco: stampare su carta igienica un corso di inglese. Ogni lezione è ripetuta otto volte, per garantire continuità didattica a tutti i componenti del nucleo familiare. Quell’uomo del Nebraska che riuscì a evadere di prigione costruendo una pistola con della carta igienica. Uno studente di nome Matthew Blaney riuscì a introdursi nel bagno di Downing Street, ai tempi in cui era premier Tony Blair. Rubò otto fogli di carta igienica e li mise all’asta su Ebay. Scoperto dallo staff, la vendita fu sospesa e lui accusato di ricettazione. Il signor Barry Thomas negli anni Ottanta acquistò per 85 sterline un rotolo di carta igienica che i Beatles si erano rifiutati di utilizzare nel bagno degli studi di Abbey Road. Motivo: era troppo dura. Il Madison Museum of Bathroom Tissue, chiuso nel 2002, era specializzato in rotoli di carta igienica. Impilati in altissime cataste erano visibili solo attraverso pannelli di vetro. Ogni visitatore poteva contribuire alla mostra fornendo pezzi del proprio Paese. L’articolo più prezioso era un rotolo proveniente dal Caesar Palace di Las Vegas. In esposizione anche oggetti sostitutivi: gusci di cozze, corna, erba, foglie, sabbia, pagine di quotidiani. Rabelais, in Gargantua e Pantagruele, elenca le alternative alla carta igienica. Per tenersi netto e pulito Gargantua bambino prova di tutto: «Ma, in conclusione, affermo e sostengo che non v’è miglior nettaculo di un papero ben piumato: purché si abbia l’avvertenza di tenergli la testa in mezzo alle zampe. Sentirete una mirifica voluttà: sia per la soavità di quel suo piumetto che per il temperato calore naturale del papero, il quale facilmente si comunica al budello e agli altri intestini, risalendo così fino alla regione del cuore e del cervello». «I giornali sono troppo spessi, mentre la carta igienica è troppo sottile» (Winston Churchill). Se la carta igienica si srotola con lo strappo dietro anziché davanti, Jennifer Aniston non riesce a trattenersi dal girare il rotolo. «I guai sono come fogli di carta igienica: ne prendi uno, ne vengono dieci» (Woody Allen). Tra i primi lavori di Daria Bignardi, occuparsi di pubblicità: «Andavamo alla Scottex, quelli della carta igienica. Incubo surreale: direttore marketing, product manager, quattro assistenti e io, l’ultima ruota del carro, 20 persone laureate che parlavano del modo in cui si può piegare la carta igienica». «Si può abbandonare un uomo solo perché nel suo bagno manca la carta igienica» (Carmen Llera). A un certo punto Jamie Spears, padre di Britney Spears, si accorse che sua figlia allora adolescente aveva speso di 2mila 500 dollari per la fornitura di carta igienica griffata Louis Vuitton. Secondo il centro di ricerca “Japan Toilet Labo”, una “poesia ecologica” ben posizionata all’altezza degli occhi di chi sta seduto sul water è in grado di diminuire del 20% l’utilizzo di carta igienica.