Marco Cobianchi, Panorama 26/2/2014, 26 febbraio 2014
WEB SEX
Provate a immaginare un social network, in stile Facebook, in cui gli utenti oltre condividere foto e video, possono entrare in contatto fisico, toccarsi, sfiorarsi, stringersi la mano, baciarsi e avere un rapporto sessuale completo. Sembra impossibile, ma un sito così esiste davvero e sta avendo un successo globale. E non solo tra gli amanti del sesso virtuale.
Basta leggere l’indirizzo web, FriXion.me, per capire in cosa consiste la sua pruriginosa innovazione. Tradotto letteralmente, infatti, vuol dire «strusciati con me». Non lascia spazio a equivoci pure lo slogan in homepage: «Fai amicizia, sii presente, fai sesso». Come tutti i social che si rispettino anche Frixion basa la sua innovazione su un algoritmo segreto con una funzione che lo rende unico: Frixion permette di controllare a distanza un’infinita serie di sensori e sex toy come guanti, vibratori e vagine in silicone.
Facile da usare, cattura pressioni, ritmo, vibrazioni, movimenti e li trasmette dall’altra parte del mondo al computer di chi è connesso a Frixion e sta indossando la medesima attrezzatura hot collegata alla porta usb, quella che di solito serve per la stampante. Per essere ammessi si deve fare una richiesta online. Servono nome (ne basta uno fasullo), nickname e casella di posta. Pochi giorni di attesa e arriva l’email con la password d’accesso. Poi bisogna acquistare gli oggetti hard da indossare (e avere un partner con la stessa tecnopassione). Il computer trasmette audio e video via web insieme alle stimolazioni dei sensori che si indossano su mani, capezzoli e genitali.
Sembra che la previsione futuristica che il visionario David Levy aveva preconizzato nel suo libro Love and sex with robots si stia avverando. Anzi sia notevolmente in anticipo sulla tabella di marcia. Secondo lo scrittore, infatti, il sesso via internet tra umani o robot sarebbe dovuta diventare pratica comune entro il 2050. Invece già oggi è realtà. E potrebbe trasformarsi in fenomeno di massa. Come ha spiegato il fondatore di Frixion (si fa chiamare solamente Seth) al britannico Daily mail: «Frixion a breve potrà gestire rapporti sessuali di gruppo online». In pratica, un unico «master» potrebbe controllare a distanza migliaia di sex toy. Saranno contenti i milioni di voyeur del porno digitale e anche le casalinghe disperate che potranno così rendere più reale il sesso solo immaginato e avere un rapporto sessuale in remoto con una vera pornostar (non è chiaro se si dovrà pagare oppure no). Basterà collegarsi all’ora stabilita per trasformare una serata solitaria «in una esperienza indimenticabile» racconta Seth.
Quella che potrebbe essere percepita come una devianza sessuale, secondo uno studio realizzato dall’istituto americano Center for Generational Kinetics, invece, sembra piacere molto alla generazione dei «millennials» come sono stati definiti dal New York Times, ossia quegli individui nati tra gli anni ’80 e il 2000. Un popolo vastissimo (75,3 milioni solo gli americani) che comprende sia chi ha vissuto in prima persona l’evoluzione di internet sia, e specialmente, i cosiddetti nativi digitali. Secondo i dati della ricerca, una persona su quattro si è detta disponibile a indossare tecnologia durante l’atto sessuale. Sono le stesse persone che utilizzano smartphone e tablet connessi a braccialetti e gadget dotati di sensori per misurare, sonno, calorie bruciate, attività fisica che potrebbero essere le prime a essere interessate alla tecnologia da indossare hard.
Su internet, questo genere di tecnologia a luci rosse ha già una parola che la definisce: «teledildonic». E le aziende che producono oggetti attivabili a distanza in grado di procurare il piacere si stanno moltiplicando. Il mercato potenziale è enorme. Basti pensare che, solo lo scorso anno, a livello mondiale, sono stati spesi 15,2 miliardi di dollari in sex toy tradizionali, quelli da utilizzare da soli o in coppia per intenderci, ma che non sono connessi al web. La crescita annuale di questo settore, in media, è stata del 12,5 per cento dal 2008 a oggi.
Frixion non è l’unico pioniere in questo campo. Servizio analogo è offerto da Kiiroo, società olandese con sede ad Amsterdam, che per 378 dollari vende un astuccio penico (per lui) e un dildo (per lei) che si connettono senza fili al web e permettono di far provare ai due partner, separati/connessi da internet, i movimenti ritmici impressi ai sex toy. Il servizio include la possibilità di vedere, in tempo reale, la performance del partner sullo schermo del computer. La società americana Lovense aggiunge lo schermo del tablet o dello smartphone a quello del computer.
Basta digitare «teledildonic» su Google per veder comparire centinaia di risultati. Start-up che vendono oggetti che possono essere telecomandati, a distanza, mediante app su smartphone. Tra i più apprezzati dagli amanti del genere ci sono il Dua Toy della francese Je Joue e BlueMotion dell’americana OhMiBod. Si tratta di stimolatori anatomici femminili che possono essere comandati dal partner sfiorando lo schermo touch. La carezza erotica e virtuale viaggia via etere sulle ali del web e si trasforma in vibrazione concreta negli slip della partner.
Far percepire sensazioni fisiche nonostante tra i due partner ci siano migliaia di chilometri di distanza: ecco la chiave del successo di questi oggetti.
Mancava ancora qualche cosa. Guardare negli occhi l’amante nel momento dell’apice dell’amore. Per questo i Google glass, ritirati dal mercato pochi giorni fa dalla società californiana, stanno diventando un oggetto ricercatissimo acquistato online anche al doppio del prezzo originario (1.500 dollari). Con la app Glance si trasformano in accessori indispensabili per il voyeur 2.0. Come nel film Strange Days, la app e gli occhiali permettono vedere l’atto sessuale, mentre lo si fa, utilizzando il punto di vista di lei o di lui. Nel futuro del sesso virtuale c’è anche la maschera realizzata da Oculus, società acquistata da Facebook per due miliardi di dollari. A prescindere dagli utilizzi che ne vorrà fare Mark Zuckerberg, questo dispositivo che permette visioni a 360 gradi e a breve arriverà sul mercato, è entrato nel mirino dell’industria del porno. Un esempio: Brian Shuster, fondatore del network di realtà virtuale Utherverse (nome che non lascia scampo agli equivoci) sta lavorando all’integrazione di Oculus Rift con il controller a sensori di movimento Leap Motion. Lo scopo è rivoluzionare la fruizione del porno, rendendola un’esperienza totalmente immersiva. Dove la fantasia diventa un’emozione fisica.