Simonetta Scarane, ItaliaOggi 13/2/2015, 13 febbraio 2015
Tags : Demografia Europa
NEL 2030 I MUSULMANI SARANNO L’8% IN EUROPA
In Europa saranno sempre di più gli abitanti di religione musulmana. Nell’Unione europea, finora, il loro tasso di crescita è stato dell’1% ogni dieci anni. Nel 1990 i fedeli dell’Islam rappresentavano il 4% della popolazione Ue, nel 2010 erano saliti al 6%, e nel 2030, secondo le previsioni, arriveranno intorno all’8%.
Queste cifre sono il risultato di un’inchiesta effettuata dall’ istituto americano di sondaggi e statistiche, anche in campo religioso, Pew Forum», che ha deciso di pubblicare i risultati della sua indagine, guidata dal demografo Conrad Hackett, subito dopo la strage nella sede di Charlie Hebdo, a Parigi, perpetrata in nome dell’Islam.
Lo studio ha rilevato che, in genere, i musulmani risultano essere i più giovani in Europa se è vero, come è vero, che hanno un’età media di 32 anni, inferiore a quella degli europei, che è di circa 40 anni, e dei 42 attribuita, mediamente, ai cristiani. L’età media di chi non pratica nessuna religione in Europa è all’incirca di 37 anni.
La ricerca americana mette in evidenza anche che Francia e Germania sono i due paesi dell’Unione europea che contano il maggior numero di musulmani sul loro territorio. Fra i due paesi è un testa a testa per il primato. Nel 2010 gli islamici nella patria di Angela Merkel erano 4,8 milioni, pari al 5,8% della popolazione, mentre in Francia i musulmani, all’epoca, risultavano essere poco meno: 4,7 milioni, all’incirca il 7,5% del totale degli abitanti.
Il condizionale è d’obbligo dal momento che nella terra di Hollande le statistiche sulle appartenenze religiose sono vietate. Tuttavia, la maggior parte dei ricercatori è d’accordo sulle stime dello studio americano ottenute elaborando tutti i dati statistici disponibili per ogni singolo paese.
Lo stesso istituto americano, quattro anni prima, aveva pubblicato una ricerca che prendeva in esame la crescita demografica degli islamici a livello mondiale. I ricercatori avevano concluso stimando che nel 2030 il numero dei musulmani in Francia avrebbe superato il 10% della popolazione, arrivando a toccare i 6,86 milioni di uomini.
In questa classifica, al secondo posto c’è il Belgio, con il 10,2% di fedeli dell’Islam rispetto al totale della popolazione.
Sul piano globale questo studio dimostrerebbe anche che la popolazione musulmana crescerà del 35% di qui al 2030; cioè aumenterà con un tasso doppio rispetto a quello delle altre popolazioni: 1,5% l’anno contro lo 0,7% delle altre.
Inoltre, il numero complessivo dei musulmani sul totale della popolazione mondiale nel 2030 passerà, è la previsione, dal 23,4 al 26,4%.
Non basta. Lo studio dimostra ugualmente che se la crescita della popolazione musulmana si dimostrerà molto sostenuta fra il 2010 e il 2030, tuttavia risulterà, comunque, in netto rallentamento se comparata al periodo 1990-2010. Infatti, la progressione di crescita annuale passerà dal 2,2% del ventennio 1990-2010 all’1,5% dei prossimi anni.
In prospettiva, lo studio sull’incremento dei musulmani su scala mondiale metteva in evidenza che anche nel 2030 la maggioranza dei musulmani continuerà ad abitare nella tradizionale zona Asia-Pacifico (60%) e per il 20% saranno in Medio-Oriente e in Africa del Nord, come oggi. Le previsioni indicavano anche che il Pakistan sarebbe diventato, probabilmente, il paese musulmano più popolato, superando l’Indonesia che conta attualmente 205 milioni di abitanti e che passerà a 239 milioni. Da parte sua, il Pakistan, secondo quelle stesse previsioni, salirà dagli attuali 178 milioni a 256 milioni di persone.
Un altro elemento rilevante di questo studio americano riguarda il tasso di fertilità delle donne nei paesi a maggioranza musulmana. Con una sola eccezione, è indicizzato al livello di istruzione.
Negli otto paesi musulmani del mondo dove le donne hanno il più basso livello di scolarizzazione il tasso di fertilità è di cinque figli per ogni donna. Il doppio di quello riscontrato nei nove paesi musulmani dove, invece, è più alta la scolarizzazione femminile: qui il tasso scende a 2,3 figli per ogni donna.
L’eccezione riguarda i territori palestinesi dove, nonostante l’elevato livello di istruzione (le femmine vanno a scuola per circa 14 anni), l’indice medio delle nascite per donna è di 4,5 figli.
Simonetta Scarane, ItaliaOggi 13/2/2015