Virginia Della Sala, Il Fatto 11/2/2014, 11 febbraio 2014
Per un periodo Hervè Falciani è stato conosciuto con un altro nome, quello di Ruben Al-Chidiack. È un elemento che contribuisce a tracciare la sua figura multiforme e che conferma le ombre sulla sua immagine di idealista disinteressato
Per un periodo Hervè Falciani è stato conosciuto con un altro nome, quello di Ruben Al-Chidiack. È un elemento che contribuisce a tracciare la sua figura multiforme e che conferma le ombre sulla sua immagine di idealista disinteressato. Prima un informatico, poi un ladro, poi un seguace della giustizia, poi un bugiardo. E ancora un informatore e una vittima del sistema. Oggi, è di sicuro l’uomo che ha rivelato al mondo i nomi di oltre 100 mila evasori fiscali, tutti proprietari di conti correnti nella filiale svizzera della banca inglese Hsbc. herve falciani herve falciani Nato nel 1972 a Montecarlo (il padre, bancario, di origini toscane, e la madre francese) è un ragazzo che ama il nuoto e il poker. Mentre lavora come croupier in un casino, si laurea in informatica ed è poi assunto come tecnico per la filiale monegasca della Hsbc. È bravo, non eccellente, ma volenteroso e per questo, nel 2001, viene trasferito alla filiale di Ginevra. Intanto si sposa, ha una figlia, divorzia. La sequenza delle donne delle sua vita, tra le diverse conquiste (durante le indagini è stato da tutte definito un “manipolatore”), si ferma a una collega di origini libanesi, Georgina Mikhael. Iniziano a frequentarsi proprio mentre Falciani riceve l’incarico di realizzare un nuovo strumento informatico per la banca, il Customer Relationship Management, che servirà a potenziare i contatti tra i dipendenti e i clienti. HERVE FALCIANI HERVE FALCIANI Ed è in questo passaggio, secondo le Monde, che Falciani si sarebbe trovato a gestire gli importantissimi dati dei clienti. Secondo le testimonianze, Falciani in quel momento avrebbe trovato una falla nel sistema che permetteva il passaggio di dati non crittografati: e li avrebbe salvati tutti. È difficile capire il motivo di questa decisione. Secondo quanto emerso dalle indagini e le inchieste dell’Icij, all’origine potrebbe esserci stata la frustrazione per un lavoro non gratificante: il suo progetto fu scartato e gli fu negato una posizione lavorativa migliore. Falciani, però, ha sempre giurato di aver agito sulla base di un forte idealismo, per denunciare le pratiche illegali della banca. Gli interrogatori della sua amante libanese raccontano altro. Georgina Mikhael ricorda che Hervé aveva intenzione di guadagnare attraverso le informazioni che aveva rubato. Con lei, secondo le ricostruzioni, nel 2006, va in Libano. Incontra alcuni bancari a Beirut, si spaccia per Ruben Al-Chidiack, proprietario di una società di Hong Kong e cerca di vendere i sui dati: sarebbero tutti potenziali nuovi clienti. HERVE FALCIANI HERVE FALCIANI A dare la conferma dell’incontro è Jacques Awad, di BNP Paribas Beirut. Sui fogli mostrati, ricordano i banchieri , c’era chiaramente il logo di Hsbc. Interrogato sulla faccenda, Falciani reagisce in due modi: prima racconta che quel viaggio in Libano gli serviva per sviluppare un progetto informatico a cui stava lavorando. Poi, scrive Le Monde, con un cambio di tono dice che aveva solo intenzione di allertare una banca libanese per porre fine all’illegalità di Hsbc. A questo punto, la strategia di Falciani cambia. Invia messaggi ai servizi segreti britannici e tedeschi e nel 2008 contatta le autorità fiscali francesi, che saranno cruciali nella sua storia. Per le autorità svizzere, Falciani è accusato di spionaggio economico, sottrazione di dati e violazione del segreto bancario. Ma quando lo convocano (dopo aver arrestato la sua amante), Falciani è già in fuga. Si rifugia in Francia dove il procuratore di Nizza, Eric de Montgolfier, gli offre protezione in cambio di aiuto nell’inchiesta che porterà a recuperare 186 milioni di euro frodati al fisco. falciani falciani Spiccato un ordine di cattura internazionale, su richiesta della Svizzera, la Francia si rifiuta di concedere l’estradizione. Falciani resta a Parigi fino al 2012, poi parte per la Spagna dove, appena sbarcato, viene arrestato. Uscirà dopo cinque mesi con la promessa di contribuire alle indagini per frode. E grazie a lui la Spagna ha recuperato oltre 300 milioni di euro. Sia che abbia avuto una missione dall’inizio, sia che si sia convertito in corso d’opera, oggi Falciani ripete che alla base di tutto c’è il bisogno di verità. E intanto sogna una vita normale, magari con un altro nome.