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 1956  ottobre 28 Domenica calendario

NAZIONALE - 02

gennaio 2015
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R2 Cultura
Addio a Laura Lilli, giornalista dalla parte delle donne
La scrittrice è morta a Roma a 77 anni Dopo l’impegno nelle riviste femministe fu a “Repubblica” sin dal primo numero
PAOLO MAURI
QUALCHE mese fa Laura Lilli, scomparsa il 31 dicembre, ha concluso il convegno dedicato al marito Ugo Baduel rievocando i tempi in cui si erano conosciuti e messi insieme. Era il 1967, Ugo lavorava all’ Unità, dava parte dello stipendio, che era modesto, al partito mentre Laura faceva qualche servizio per la Rai che la pagava con un anno di ritardo. Morale: erano senza una lira e spesso Ugo la notte si giocava a dadi con Gastone Novelli quel poco che gli restava in tasca. Ma Laura ha rievocato quei tempi con un bel sorriso sulle labbra perché quella era la vita che avevano scelto. Essere comunisti come impegno morale prima ancora che politico. Essere compagni magari più di altri proprio perché borghesi di nascita. Laura, nata a Roma nel ‘37, era figlia di un grande giornalista del Corriere della Sera , Virgilio Lilli, Ugo veniva da una famiglia cattolica benestante. Laura aveva studiato al liceo Tasso e poi a Londra e in America. Nel 1963 comincia a scrivere sul Mondo di Mario Pannunzio e scrive articoli sugli Stati Uniti. «Non mi pagavano naturalmente », ricordava sempre, ma serviva per la carriera. Accanto all’impegno politico nel Pci comincia in quegli anni la militanza femminista, le riviste come Quarto mondo o Compagne, la collaborazione con La Stampa di Torino che aveva aperto una pagina alle donne. Un ghetto? Forse, ma anche un primo passo per diffondere certe tematiche. Dopo aver scritto, sempre in modo un po’ precario, per vari giornali, Laura era stata assunta da un quotidiano economico, Il Globo , diretto da Ghirelli, che aveva la redazione in piazza Indipendenza a Roma, esattamente negli stessi locali in cui sarebbe stata ospitata Repubblica. Proprio a Repubblica Laura entrò fin dai numeri zero nell’ultimo scorcio del 1975 (il giornale sarebbe uscito il 14 gennaio del ‘76). La redazione Cultura era allora diretta da Enzo Golino e lì Laura fu subito inserita e lì la trovai quando pochi mesi dopo arrivai anch’io in quelle stanze.
Laura, se così posso dire, era già una veterana, una giornalista con un curriculum professionale ragguardevole e sempre di più si sarebbe affermata sia con inchieste di natura politico-sociale sia con numerose incursioni in campo letterario. C’è un bel libretto del ‘95 pubblicato da minimum fax che si intitola Voci dell’alfabeto dove aveva raccolto le interviste a Sciascia, Moravia e Eco. Ma era con scrittrici del calibro di Nadine Gordimer o Doris Lessing che i temi letterari e quelli femministi si incrociavano perfettamente. Laura era portata alla riflessione profonda, probabilmente anche grazie ai suoi studi filosofici: riconosceva la complessità dei temi affrontati e lo si vede, per esempio, in un libro scritto con Chiara Valentini e intitolato Care compagne ( 1979) dove l’argomento trattato era il femminismo nel Pci e nelle organizzazioni di massa. Oggi, io credo, Laura avrebbe piacere d’essere ricordata soprattutto per le sue fatiche poetiche. Scriveva in italiano ma anche volentieri in inglese: Dolce per le formiche è un titolo, ma diversi altri se ne potrebbero citare raccontando della sua leggerezza e della sua arguzia, del suo modo di sorridere al mondo. Frequentando i letterati aveva anche scritto un romanzo di genere sperimentale Zeta o le zie che uscì prima (siamo nel 1980) per le edizioni delle donne e poi per Bompiani.
Come saggista la Lilli partecipò anche alla Storia della stampa italiana diretta da Castronovo e Tranfaglia con interventi sulla stampa femminile e sulla stampa italiana nell’età della tv. Mi sarebbe difficile chiudere questo ritratto di Laura Lilli senza ricordare la sua lunga passione per Capri dove per molti anni ebbe una casa e dove collaborò con l’editrice La Conchiglia che organizzava incontri ad alto livello nel solco di una lunga tradizione. Ma a Capri Laura e Ugo Baduel ebbero anche un gommone e con quello si divertirono come ragazzi. Tornando al discorso in memoria di Ugo citato all’inizio, è proprio questo dato a venir fuori: affrontare la vita come ragazzi che ne colgono i lati dolci anche in mezzo a mille difficoltà. Ora mi piace pensarla così, come una ragazza che non ha paura del domani.
I funerali di Laura Lilli si terranno domani a Roma alle 1-1, nella chiesa di San Saba all’Aventino