PAOLO TAGLIENTE, la Repubblica 28/10/1956, 28 ottobre 1956
NAZIONALE - 02
gennaio 2015
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CRONACA
Uccisa dalla pistola del padre
Dramma a Riva del Garda: la ragazzina, 11 anni, si sarebbe sparata accidentalmente Era sola in casa: il babbo poliziotto teneva l’arma carica in un cassetto dell’armadio
PAOLO TAGLIENTE
RIVA DEL GARDA .
Un bossolo sul pavimento della camera da letto dei genitori, al primo piano. La pistola del padre poliziotto a terra. E lei, Stella, 11 anni, riversa in una pozza di sangue. L’ha ritrovata così sua madre, nella villetta di famiglia di Pregasina vicino a Riva del Garda, dove si erano trasferiti da appena sei mesi. Inutili i soccorsi del 118, arrivati con l’elicottero e l’intervento dei volontari dei vigili del fuoco. Stella era già morta.
«Pare essere una tragedia, un colpo partito accidentalmente », sostengono gli inquirenti, impegnati nel tentativo di ricostruire cosa sia accaduto a casa Pederzolli tra le 15.30 e le 15.45 quando i due genitori, Elvio, assistente di polizia del nucleo delle autostrade dell’Autobrennero (era impiegato a Tarvisio, prima del trasloco), e la moglie Francesca Migliorati hanno telefonato per dare l’allarme. I due sono stati a lungo sentiti dai carabinieri di Riva del Garda, su delega del pm di Trento Fabrizio De Angelis. E così hanno raccontato l’accaduto.
Verso le tre e mezzo i coniugi sono usciti, lasciando Stella da sola in casa. «Non voglio uscire mamma, ho freddo», ha detto l’adolescente, che in quel momento stava giocando con un videogame. L’intenzione dei genitori era di andare a raccogliere alcune pietre non lontano dall’abitazione, che si trova in una località isolata tra i boschi. Volevano usare i sassi per costruire la recinzione per il loro cane, del resto si sono trasferiti da Calliano da pochi mesi, ci sono ancora molte cose da aggiustare.
Nel momento in cui sono rientrati, dopo un quarto d’ora, Elvio è andato in cucina. La mamma, invece, ha chiamato Stella e poiché non la sentiva rispondere, è salita al primo piano. L’ha trovata nella loro camera da letto, dove il marito tiene la pistola di ordinanza, una Beretta 92 calibro 9. La custodisce dentro il cassetto di un armadio, avvolta in un sacchetto di plastica all’interno di un borsello di pelle. «Era un posto segretissimo, ne ero convinto », ha spiegato in lacrime. Quel nascondiglio, però, Stella lo conosceva bene.
La ragazzina era a terra, in una pozza di sangue, accanto a un comodino. Un unico proiettile l’ha colpita alla tempia, cosa che inizialmente ha fatto pensare anche al suicidio. Ma gli investigatori, dopo aver parlato con Elvio e Francesca, si sono convinti che Stella non avesse intenzioni suicide, ma che sia stata mossa soltanto dalla curiosità di vedere quella pistola da vicino, senza il papà a vigilare.
Le urla, la disperazione, poi la telefonata al 118. Davanti all’abitazione, una palazzina di tre piani, al civico Pregasina 59, si sono riuniti numerosi cronisti e abitanti del paesino, ancora increduli della disgrazia avvenuta. «La pistola aveva la sicura», sostiene Elvio Pederzolli. Ma i colpi erano in canna e Stella, per scarrellare e caricare il proiettile, forse si è aiutata appoggiando l’arma semiautomatica sul comodino. Una manovra che le è risultata fatale.
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