Luisa Grion, la Repubblica 28/10/1956, 28 ottobre 1956
NAZIONALE - 02
gennaio 2015
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POLITICA E SOCIETÀ
Il premier e il web.
In Italia il presidente del Consiglio distanzia Berlusconi, Squinzi, Napolitano e Grillo. Da noi il tema più dibattuto resta la crisi economica, a differenza del resto nel mondo
Crisi, politica, riforme Renzi-boom su Twitter è il più citato al mondo dopo Barack Obama
LUISA GRION
ROMA .
Dopo Obama, ma prima, molto prima di Putin e di Cameron. Per non parlare della Merkel o di Hollande, che Renzi distacca su lunga distanza. Quando il popolo di Twitter discute di lavoro, politica, crisi, il nome del premier italiano è secondo solo a quello del presidente degli Stati Uniti d’America. E non solo considerando i messaggi in lingua italiana, ma anche quelli scritti in inglese, spagnolo, portoghese, tedesco e francese. Tutto il mondo occidentale e oltre, insomma.
Barack Obama e Matteo Renzi amano i tweet, «cinguettano» spesso e utilizzano volentieri il mezzo per avere un contatto diretto con l’elettorato. E il popolo dei social network corrisponde tale passione e usa sua volta citarli quando discetta d’attualità varia in centoquaranta battute. Lo ha scoperto uno studio di Almawave, società d’innovazione tecnologica del gruppo Almaviva, che ha analizzato 250 milioni di tweet espressi in due diversi periodi dello scorso anno (gennaio-marzo e settembrenovembre 2014) partendo da otto macro temi (accesso al credito, crescita economica, crisi, lavoro, politica, propensione al consumo, strumenti di investimento, tasse). L’idea dello studio «Global economy» era quella di capire quanto e cosa dicono gli utenti di Twitter dei vari paesi quando parlano di crisi, lavoro, consumi. E nonostante la predominanza della lingua inglese (utilizzata nell’80 per cento dei messaggi nel periodo settembre- ottobre) il nome del premier italiano è al secondo posto della classifica totale, citato nel 14 per cento dei tweet e ritweet, dopo il 61,3 per cento di Obama. Putin è al terzo posto, ben distaccato con il 7,9 seguito da Cameron (4,4), dalla Merkel (2,4) e Hollande (1,9). Quanto ai soli messaggi in italiano Renzi stravince con la presenza in quasi l’83 per cento degli invii contro il 6,5 di Silvio Berlusconi, secondo in classifica. Terzo, visti anche i temi presi in considerazione, il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi (3,1 per cento).
Un risultato che, in entrambi i casi, va letto «tenendo conto del periodo e dei temi scelti» precisa Almawave, ma che certo mette l’Italia ai primi posti di una particolare graduatoria: Twitter ha un pubblico enorme di utenti (in tutto il mondo si mettono in rete 500 milioni di messaggi al giorno) caratterizzati da un’età mediamente giovane e da un livello culturale mediamente alto. «È un social media molto legato all’attualità e nel periodo scelto - se negli Stati Uniti, con le elezioni di medio termine, predominava la politica e il nome di Obama - in Italia, con il dibattito sul Jobs Act in corso, è soprattutto di Renzi che si parlava» spiega Valeria Sandei, amministratore delegato di Almawe. Ma va detto che gli ultimi mesi del 2014 hanno visto anche presidenza italiana nella Ue la visita del premier alla Casa Bianca: si è parlato molto sia dell’Italia che del suo premier.
Graduatoria dei leader più mediatici a parte, fa notare Sandei, «dallo studio emerge anche come Twetter sia la cassa di risonanza dei sentimenti e degli approcci dell’opinione pubblica riguardo ai temi d’attualità». Un’analisi non propriamente scientifica (non c’è un campione e una stessa persona può twittare più volte), ma che permette di avere il polso immediato della situazione basato su grandi numeri.
Ecco quindi che se i temi più trattati nelle sei lingue risultano essere quelli della propensione al consumo (indebitamenti, carovita, ma anche molti scambi su sconti e acquisti consapevoli), in Italia il tema predominante è stato di gran lunga quello della crisi (24,5 per cento dei tweet contro il solo 8 delle conversazioni in altre lingue) e del lavoro (16,4 contro il 13,2). Si è parlato molto di spesa delle famiglie e in particolare di come tagliare il costo alimentare e di come l’auto sia diventato un lusso. Molto meno citato il bonus di 80 euro (1,8 per cento), anche se - fa notare la ricerca - la novità è arrivata a maggio, mese non direttamente preso in considerazione dall’analisi dei testi. Protagoniste indiscusse invece sono state le tasse sugli immobili, Tasi soprattutto (16 per cento). Una nota positiva però c’è: negli ultimi mesi gli italiani hanno ricominciato a parlare di crescita economica e in modo più frequente di quanto si faccia negli altri paesi: il concetto è evocato nel 16, 2 per cento dei messaggi inviati (soprattutto a riguardo dei piani di sviluppo) contro il 15,1 dei tweet in altre lingue.
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