Lauretta Colonnelli, Corriere della Sera 16/11/2014, 16 novembre 2014
GUIDA ROMANZATA FRA I SEGRETI DI OSTIA ANTICA
Perché quando andiamo in un sito archeologico o in un museo è così faticoso leggere e ascoltare la sua storia’ Partendo da questa riflessione Alessandro Rubinetti, regista e insegnante di teatro, ha fondato la compagnia Teatro Reale per accompagnare i visitatori in percorsi inediti al Foro Romano, lungo gli argini del Tevere, nell’ex manicomio di Santa Maria della Pietà, nel Cimitero Acattolico, a Villa Adriana, a Ostia Antica. Rubinetti organizza visite guidate come fossero veri e propri spettacoli: gli attori irrompono in scena nei punti strategici del tour recitando brani ripresi dai classici della letteratura. L’intento è di soggiogare lo spettatore itinerante facendogli scoprire nelle antiche pietre una vita ancora pulsante: «Perché quelle che vedete qui non sono semplici pietre, ma sentimenti fossili», declama. Chi non ha avuto modo di assistere a queste visite teatrali (info@teatroreale.it o tel.339.6881569) può ora seguirle nel libro «Ostia Antica, guida romanzata nei segreti di un’intera città romana», edito da Iacobelli. Che è anche una sorta di fotoromanzo. Perché Rubinetti, aiutato dal fotografo Roberto Zolli, illustra ogni tappa del viaggio tra le strade dell’antica cittadina con immagini che aiutano a districarsi nel labirinto delle rovine. Così, per passare dal Mitreo alla palestra per i pugili, indica: «Svolta a sinistra e fermati dopo due isolati sul ciglio del complesso della foto LVIII). In questo modo chiunque può seguire facilmente il percorso, leggendo a ogni tappa un capitolo del libro che fa rivivere con l’immaginazione le emozioni di uno straniero arrivato a Ostia duemila anni fa. Ecco il primo tratto del decumano, con il porticato monumentale su due piani interamente ricoperto di marmi colorati. E sotto i portici la sequenza di botteghe artigiane, dotate di rubinetti con l’acqua corrente, che una volta straripavano con le loro mercanzie sulla strada principale. Il traffico caotico nelle strette vie laterali, con i «cisarii» (tassisti dell’epoca) che sfrecciavano sui loro veloci carretti a due ruote. E poi i diciotto complessi termali, uno per ogni corporazione, perché dopo aver lavorato mezza giornata, si passava l’altra mezza a rigenerare il corpo e lo spirito, andando a teatro, praticando la ginnastica o i bagni termali. Ecco la domus che ha conservato intatte le condotte in terracotta per il riscaldamento, con il triclinio estivo e il pavimento a mosaico. Ecco la piazza con i magazzini e lo spazio dove gli insegnanti istruivano gli alunni passeggiando, il teatro con cinquemila posti, lo zoo dove stazionavano ogni giorno diecimila belve destinate ai giochi del circo, le scritte scurrili incise nelle terme dei Sette Sapienti, le taverne, i palazzi di sette piani dove abitavano i cittadini meno abbienti.