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 2014  dicembre 23 Martedì calendario

LA CINA PRONTA AD AIUTARE PUTIN

Pechino non ha intenzione di lasciare affondare Mosca sotto il peso del crollo dei prezzi del petrolio e delle sanzioni occidentali. Il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, ieri ha detto che Pechino fornirà l’assistenza necessaria alla Russia se sarà necessario, pur notando che Mosca ha la capacità e la saggezza per uscire dalle difficoltà economiche. Mentre il ministro del Commercio, Gao Hucheng, si è offerto di espandere gli swap valutari tra i due Paesi e ritiene che un maggior uso dello yuan nei commerci bilaterali sarebbe utile a Mosca. In un editoriale pubblicato dal Quotidiano del Popolo si legge che «la Cina è in grado di offrire alla Russia sufficienti capitali, tecnologie e mercati, ma questi sforzi possono avere solo effetti limitati se l’economia russa dipende ancora pesantemente dalle esportazioni di petrolio e manca di diversificazione strutturale». Pechino deve quindi «agire come un attivo mediatore fra Russia e Usa, altrimenti dovrà affrontare inevitabili rischi geopolitici, se il loro conflitto dovesse finire fuori controllo».
Nonostante le dichiarazioni rassicuranti di Pechino, ieri il rublo ha perso l’1%, a 60,68 per dollaro. Anche il Micex, l’indice della borsa di Mosca denominato in rubli, è sceso dell’1%, mentre l’Rts, denominato in dollari, ha guadagnato il 5,6%. Tornando alla Cina, Xia Taifeng, direttore della Scuola di Finanza della Capital University of Economics, ha assicurato che Pechino non venderà in misura massiccia i titoli di Stato Usa che ha in portafoglio perché un collasso di quel mercato provocherebbe grandi perdite alla Cina. Una rassicurazione necessaria, visto che a ottobre deteneva 1.250 miliardi di T-bond, il livello più basso dal febbraio 2013. La Banca centrale russa, intanto, è intervenuta con un salvataggio fino a 30 miliardi di rubli (530 milioni di dollari) per impedire il fallimento della Trust Bank. L’istituto di credito, famoso per la campagna pubblicitaria sponsorizzata dalla star di Hollywood Bruce Willis, rappresenta la 16esima maggior banca russa per depositi privati totali e la 28esima per asset. È il primo salvataggio di una banca russa da quando è esplosa la crisi del rublo. Sempre ieri, le sanzioni imposte dall’Occidente a Mosca hanno fatto saltare un nuovo accordo di M&A tra un’azienda russa e una società estera: Rosneft e Morgan Stanley hanno deciso di annullare l’accordo che avrebbe portato il colosso petrolifero ad acquisire il business del trading petrolifero della banca d’affari statunitense. L’accordo, firmato il 20 dicembre del 2013, è stato annullato a causa di «un’obiettiva impossibilità a completarlo» determinata dal rifiuto delle autorità di controllo, in particolare statunitensi, a concedere il via libera all’operazione. «Avendo investito sforzi sostanziali nell’accordo, le parti sono dispiaciute di non aver potuto completare l’accordo. Ciononostante, continueranno a cooperare in altri ambiti», è scritto in una nota della società russa.
La cancellazione dell’accordo segue di pochi giorni la decisione di Basf di annullare il maxi scambio di asset con Gazprom a causa del difficile contesto politico. L’intesa prevedeva che Basf, tramite la controllata petrolifera Wintershall, cedesse a Gazprom le attività di commercializzazione e stoccaggio di gas naturale e il 50% di Wintershall Noordzee, attiva nel campo dell’exploration and production di petrolio e gas nel Mare del Nord. In cambio il gruppo tedesco avrebbe ottenuto la possibilità di partecipare allo sviluppo congiunto di due giacimenti di gas naturale in Siberia. Ora il business della distribuzione di gas continuerà a essere gestito dalla joint venture paritetica tra Gazprom e Wintershall. Con una certa ironia, il presidente russo, Vladimir Putin, ha osservato che, nonostante le sanzioni, gli scambi con gli Usa sono in crescita del 7%, mentre quelli tra la Russia e la Ue, in particolare con la Germania, sono in generale calo. «La situazione con il nostro partner principale, la Germania, è degradante», ha detto il leader del Cremlino. «Un calo del 3,9% nel commercio; e anche le importazioni dalla Germania sono crollate». Per quanto riguarda l’Italia, a novembre le esportazioni verso la Russia sono cadute del 23,2%.
Marcello Bussi, MilanoFinanza 23/12/2014