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 2014  dicembre 21 Domenica calendario

L’IMPRESA DEI MILLE (RICICLATI) DI SALVINI

«Senti che puzza scappano anche i cani, sono arrivati i napoletani. Son colerosi, terremotati, voi col sapone non vi siete mai lavati». Era l’estate del 2009, a Pontida. Un boccale di birra in mano, Matteo Salvini intonava a squarciagola l’oltraggioso ritornello. Cori da stadio, dirà dopo, ma intanto l’obiettivo era molto chiaro: la Padania, la secessione, Roma ladrona, Napolitano terun , l’epopea del Trota, il Nord indipendente. Contrordine, compagni. La Lega ritenta il colpo dei Mille: annettere il Mezzogiorno alla Padania. Dopo l’exploit alle Regionali dell’Emilia-Romagna, il segretario si allarga. Di qui l’idea del simbolo camuffato: non c’è la parola Lega, ma c’è il nome di Salvini: «Noi con Salvini». Al «verde padano» i grafici hanno preferito una sobria scritta gialla in campo blu. Noi chi? Con la crescita del Carroccio nei sondaggi, la truppa dei fiancheggiatori, dei profittatori, dei voltagabbana si è infoltita. Sono molti gli ex di Alleanza nazionale (centralisti duri) a gridare «vengo anch’io». Da Silvano Moffa, ex presidente della Provincia di Roma, a Stefano Gaggioli, ex presidente di Sviluppo Italia. Per non parlare dei berlusconiani, degli alfaniani... La più convinta è Barbara Mannucci, quella che diceva: «Berlusconi è la luce, resterò con lui fino alla fine. Sarò la sua Claretta Petacci». Sì, ciao. Il nemico ora è più a Sud: «Senti che puzza scappano anche i cani, sono arrivati gli extracomunitari...».