Sil. Bar., Il Giornale 21/12/2014, 21 dicembre 2014
AMIANTO, CHIESTO IL PROCESSO PER DE BENEDETTI E PASSERA
ROMA Richiesta di rinvio a giudizio per 33 indagati su 39, accusati a vario titolo di lesioni colpose e omicidio colposo. La procura di Ivrea ha mantenuto la linea dura sulla morte di quattordici lavoratori dell’Olivetti per mesotelioma e per la malattia da esposizione all’amianto. A rischiare di finire sul banco degli imputati - una volta che il tribunale avrà fissato, in primavera, l’udienza preliminare - sono Carlo De Benedetti, i suoi due figli, Marco e Rodolfo, il fratello Franco, Corrado Passera e Roberto Colaninno. Il procuratore di Ivrea, Giuseppe Ferrando, ha chiesto l’archiviazione «solo per posizioni marginali», mentre ha mantenuto le accuse per i dirigenti che fino al 1996 sono stati a capo della società e che non avrebbero fatto abbastanza per evitare che l’amianto presente nei diversi stabilimenti e negli impianti di areazione danneggiasse irreversibilmente la salute di alcuni lavoratori. In particolare di coloro che, nel montaggio o nella manutenzione delle macchine per scrivere realizzate nella storica fabbrica fondata nel 1908 da Camillo Olivetti, sarebbero venuti a contatto con fibre di amianto presenti nel talco utilizzato per alcune operazioni.
LE REPLICHE
Carlo De Benedetti è tornato a ribadire la propria estraneità ai fatti contestati: «La corposa indagine dei pubblici ministeri che - si ricorda in una nota - deve essere ancora sottoposta al vaglio di un giudice, si basa su mere ipotesi, come dimostra il coinvolgimento di persone che non avevano alcuna responsabilità operativa nella società». Roberto Colaninno, accusato di lesioni colpose relative ad un solo episodio, ha precisato: «Ho assunto l’incarico di amministratore delegato di Olivetti nel settembre del 1996 e da tale data non è mai stata portata alla mia attenzione alcuna problematica relativa alla presenza di amianto nei luoghi di lavoro».
La procura di Ivrea ha valutato i ruoli manageriali ricoperti, nel tempo, dalla dirigenza negli stabilimenti Olivetti. E ha poi ipotizzato le responsabilità di ciascuno nella «carenza di prevenzione». Carlo De Benedetti fu amministratore delegato e presidente del Consiglio di amministrazione dal 1978 al 1996; Corrado Passera consigliere di amministrazione dal 1990 al 1996 e amministratore delegato dal 1992 al 1996.
In base a quanto stabilito dalla consulenza tecnica affidata dalla procura all’avvocato Giancarlo Guarini, l’amministratore delegato aveva l’incarico di gestite tutte le filiali e di «compiere in genere ogni operazione di ordinaria amministrazione anche se non innanzi elencata, nonché nei limiti dei poteri innanzi conferiti ogni altra operazione per il buon fine del mandato».
Nel corso di questi anni, De Benedetti senior si è difeso spiegando che l’organigramma aziendale non consentiva all’amministratore delegato di tenere sotto controllo la sicurezza all’interno degli stabilimenti. Secondo la procura, invece, a dimostrare le responsabilità del vertice sarebbero le deleghe, volute dallo stesso De Benedetti, attribuite al Servizio ecologia aziendale.