Gabriele Romagnoli, la Repubblica 21/12/2014, 21 dicembre 2014
DA OMERO AL PODCAST LA RIVINCITA DEL RACCONTO SULLE IMMAGINI
Sta’ a vedere (anzi, sentire) che il nostro futuro è il passato. Un po’ come la moda: tieni quel che andava ieri e aspetta domani. Alla fine, s’inventano nuove forme per vecchi contenitori, tutto lì: più leggere, adattabili a tempi e spazi di gente che ne ha sempre meno. O almeno così crede stiano le cose. Il sorprendente successo di Serial è in fondo il trionfo del radiodramma. Un po’ come il ritorno in passerella dello scialle, ma in materiale tecnico, o la riscoperta della pendola in salotto realizzata però con un ologramma. Serial è un’idea brillante, furba e vecchia come il mondo. Un racconto orale, niente di più.
Omero, o chi per lui, si sedeva davanti a un fuoco e intratteneva cittadini o viandanti con la narrazione di una guerra combattuta per amore e orgoglio e decisa da un’astuzia. La storia passò di bocca in bocca, poi venne recitata sui palcoscenici, trascritta nei libri, stampata, trasmessa sulle onde radio, filmata. Se Omero nascesse oggi, farebbe un podcast.
Esattamente quel che ha fatto l’autrice di Serial: ha preso una vecchia storia, un delitto del 1999, e l’ha raccontata non in un nuovo modo, ma in un nuovo mondo. Quindici anni fa avrebbe potuto farne un libro, ma l’avrebbero letto in pochi: non ci sono autentiche svolte nel caso e purtroppo di ex fidanzati che uccidono ragazze è piena la cronaca di ogni Paese.
Una docufiction? E perché mai se il “True detective” (il vero indagatore) di successo è fiction pura? Allora ha preso la storia e l’ha letta a un microfono. Ci ha messo, certo, una nuova indagine, qualche intervista, suggestioni, il dubbio (che funziona sempre): e se in galera ci fosse un innocente? Mai un podcast aveva attirato tanti utenti (se li chiami ascoltatori finisci rottamato). Han destato le orecchie i signori della rete e quelli della pubblicità. Dicono sia merito della flessibilità: fruisci quando e dove vuoi.
Dell’interazione: mandi commenti, suggerisci piste, apri forum, realizzi parodie sul web. Poi si scopre che la stragrande maggioranza del pubblico si sintonizza per ascoltare il nuovo episodio di Serial nell’istante esatto in cui viene messo a disposizione, come fosse un antico palinsesto, un vecchio prime time, il giallo del giovedì su RaiUno tratto da un romanzo di Francis Durbridge. E anche allora, se non ricordo male, il piacere vero e grande era: condividere, scommettere sull’assassino, aspettare la prossima puntata, non sapere come andava a finire e, quando lo sapevi, dubitarne.
Gabriele Romagnoli, la Repubblica 21/12/2014