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 2014  dicembre 21 Domenica calendario

«SENZA NUOVI FONDI AI TRASPORTI TAGLIEREMO PROGETTI IMPORTANTI»

[Intervista a Giuliano Pisapia] –
Signor sindaco, ritiene le attese di 20 milioni di visitatori a Milano realistiche? Se sì, la città riuscirà ad accoglierli?
Del tutto realistiche, considerato che sono già stati venduti 7,2 milioni di biglietti. Expo Milano, la prima Expo dell’era della conoscenza, sarà un’esperienza unica e sarà il posto dove essere nel 2015. Per garantire la migliore accoglienza, abbiamo fatto un grande lavoro nel quadro del Masterplan City Operations: un’impresa complessa fatta di 48 progetti in 5 aree, dalla sicurezza alla mobilità e alla cultura. Una sfida ambiziosa, su cui siamo tutti impegnati. Milano saprà essere all’altezza di questa sfida. A favore dei visitatori ma anche dei milanesi, cui resterà in dote una città più bella e vivibile, più smart. Pronta per il futuro.
A proposito del tema dell’ospitalità c’è ancora il problema delle risorse ristrette per il tpl. Cosa sta accadendo su quel fronte? Ritiene che allo stato attuale la società Atm sia in grado di fronteggiare l’intensificazione delle corse e il prolungato orario?
Il problema c’è, ma Atm ha già fatto investimenti importanti, a partire dall’acquisto di nuovi treni per 300 milioni di euro che saranno pronti per Expo, come lo sarà la metropolitana M5. Per il tpl, il decoro urbano e il personale per la sicurezza abbiamo chiesto al Governo 114 milioni, visto che Expo è evento nazionale. La Legge di stabilità ha assegnato solo 60 milioni, in cui faremo necessariamente rientrare i 35 milioni di euro stimati per la mobilità. Se il Governo non interverrà con fondi aggiuntivi, dovremo rinunciare a progetti importanti. Di sicuro non possiamo però rinunciare a mettere risorse per il trasporto locale. In ogni caso, garantiremo la mobilità per i 250mila visitatori previsti nelle giornate di maggior afflusso.
È deluso dal modo in cui il Governo ha sostenuto l’Expo?
Più che di uno, parlerei di quattro Governi che si sono alternati da quando sono sindaco. Già di per sé dà l’idea della difficoltà di ricominciare ogni volta l’analisi dei dossier e l’individuazione degli interlocutori. Per la realizzazione del sito, l’attenzione c’è stata. Più in generale, qualche volta forse manca la consapevolezza che sostenere Expo significa investire su Milano, la Regione e l’Italia intera.
Pochi giorni fa un altro commissariamento. Lei è favorevole a questo strumento o preferiva la sospensione delle gare? E secondo lei il protocollo con la Prefettura è stato un strumento valido?
Sì ai commissariamenti perché permettono di proseguire i lavori e non penalizzano chi lavora. Grazie ai Protocolli di legalità che abbiamo promosso, a oggi sono state individuate ed estromesse 66 imprese. Le mele marce sono state individuate dalla magistratura in tempi brevi grazie a un’intensa collaborazione innovativa tra le istituzioni. Ribadisco che sarei più preoccupato se i controlli non ci fossero. Su questo fronte il Comune di Milano ha fatto da battistrada in Italia.
Sui contenuti l’Expo darà un lascito alla città?
Per sei mesi Milano sarà al centro del dibattito sul diritto al cibo sano e sicuro per i 9 miliardi di abitanti del Pianeta nel 2050. Non è pensabile che, finita Expo, finisca l’impegno di Milano su questo fronte. Con due obiettivi. Innanzitutto il Comune, in collaborazione con la Fondazione Cariplo, sta costruendo la sua Food Policy per un modello di consumo del cibo improntato alla qualità e alla lotta agli sprechi, mettendo a sistema le politiche interessate: territorio, welfare, educazione, ambiente, benessere. In rete con oltre 30 metropoli estere stiamo inoltre lavorando all’Urban food policy pact. Un patto tra città che verrà firmato dai sindaci a ottobre 2015. Considerato il ruolo che le grandi città rivestiranno per lo sviluppo sostenibile di un pianeta in cui nel 2050 il 70% degli abitanti vivrà in realtà urbane, il Patto sarà una delle eredità più importanti della nostra Expo.
Sugli eventi collaterali, il cosiddetto Fuori-Expo, a che punto siamo? E di cosa va più orgoglioso per la sua città?
A Milano l’Esposizione Universale, per la prima volta nella sua storia, vivrà non solo sul sito espositivo ma anche in città e sul suo territorio. Expo in Città sarà un modello per le Expo del futuro e di questo sono orgoglioso. Insieme a Camera di Commercio stiamo preparando un palinsesto per sei mesi di eventi di qualità, che ha già raggiunto 7 mila appuntamenti e supererà i 10 mila. Ci saranno occasioni uniche, come la mostra dedicata a Leonardo, ed eventi diffusi, non solo nel centro della città, organizzati anche da tanti Paesi stranieri.
Dopo l’Expo, per i terreni ci sarà un progetto indicato dal pubblico. Ha un’idea di cosa sarà a grandi linee e di quali saranno i tempi per la realizzazione? E soprattutto: crede che ci saranno privati davvero interessati?
Il 56% del sito si trasformerà in uno dei più grandi parchi d’Europa. Il dopo Expo è un’opportunità strategica. È interessante la proposta del presidente di Assolombarda Gianfelice Rocca per un parco tecnologico: è giusto non disperdere il patrimonio di un’area con infrastrutture tecnologiche tra le più innovative. Confido nell’unità di intenti delle istituzioni e in un rapporto serio con i privati per trasformare l’opportunità in realtà concreta per Milano e per l’Italia.
Crede nelle prospettive occupazionali di Expo?
Certamente e gli ultimi dati lo confermano. Expo sarà un volano prezioso per il futuro, a partire anche dalle tantissime start up tecnologiche che stanno nascendo. Non a caso Milano è in testa alla classifica ICity rate delle città più Smart d’Italia e cresce nelle classifiche internazionali.
Sara Monaci, Il Sole 24 Ore 21/12/2014