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 2014  dicembre 20 Sabato calendario

PERISCOPIO

Etti Hillesum, poco prima della deportazione, scrisse: «La vita è bella e piena di significato_ se tutto questo dolore non allarga i nostri orizzonti e non ci rende più umani, liberandoci dalle piccolezze e dalle cose superflue di questa vita, è stato inutile. Dio non è responsabile verso di noi, siamo noi a esserlo verso di lui. Voglio essere un cuore pensante». Etti morì ad Auschwitz nel 1943, aveva 29 anni, ora ne avrebbe 100. Biglietto di auguri di Buone feste di Marina Salomon agli amici.

Gli italiani sono decisamente migliori di come vengono raccontati e di come loro stessi si raccontano. Elisabeth Eberl ha trentotto anni, è nata in Baviera ma vive in Italia dal 2002 dove insegna tedesco. la Stampa.

Interpellatela come vi pare, un altro come Napolitano non lo troveremo. Jena. La Stampa.

Re Giorgio: «Me ne vado». Lascia l’Italia nei casini. Titolo di apertura della prima pagina del Fatto.

La sinistra ha fallito. La sua crisi rientra nel più generale declino della civiltà europea. È finita l’occidentalizzazione del mondo. Siamo entrati nel turbo-occidente senza più valori né punti di riferimento. La potenza economica ha travolto il potere politico. Chi è oggi il sovrano? I mercati governano, i tecnici gestiscono, i politici vanno in televisione. Parlo non da esperto, ma da uomo che è vissuto a lungo. Alfredo Reichlin, esponente del Pci fin dai tempi di Togliatti. Repubblica (Antonio Gnoli).

Ho sentito alla radio che c’è attesa per «il discorso» di Susanna Camusso. E come no. Io, che non ho mai avuto un euro se non dal mio lavoro e purtroppo oggi gli euro non ci sono più, non faccio altro che aspettare quel discorso. Ne sarò elettrizzato come sempre dalle litanie dei dirigenti sindacali. Pensate come debbono essere contenti Stefano Fassina e quelle altre macchiette ottocentesche che stanno ai vertici di Cgil e Uil del fatto che se uno volesse prendere un bus per andare a visitare un amico malato in ospedale o tornarsene a casa in treno dopo un settimana di lavoro, non lo può fare. Sono sicuro che nove italiani su dieci e persino otto giornalisti su dieci la pensino come me, solo che non hanno il coraggio di dirlo. Perché è sacrilegio dir male della Cgil, e come se la Cgil di oggi fosse quella di Giuseppe Di Vittorio o Luciano Lama. Giampiero Mughini. Dagospia.

Nelle ore prima che la guerra del kippur iniziasse, Golda Meir, il nostro primo ministro di allora, prese la decisione difficile di non lanciare un attacco preventivo. Il governo israeliano capì che se avessimo lanciato un attacco preventivo, avremmo perso il sostegno della comunità internazionale. Mentre le armate arabe avanzavano su tutti i fronti, la situazione in Israele diventava grave. Il numero dei nostri caduti stava crescendo ed eravamo pericolosamente a corto di armi e munizioni. Allora, nell’ora del bisogno, il presidente americano Richard Nixon e il segretario di stato Henry Kissinger decisero di inviare aerei Galaxy carichi di tank e di munizioni per rifornire le nostre truppe. L’unico problema era che i Galaxy avevano bisogno di fare rifornimento sulla strada verso Israele. Gli stati arabi ci stavano circondando e la nostra esistenza era minacciata - e nonostante questo, l’Europa non concesse nemmeno che gli aerei facessero rifornimento. Gli Stati Uniti intervennero ancora e ottennero che agli aerei fosse concesso di rifornirsi nelle Azzorre. Il governo e il popolo di Israele non dimenticheranno mai che, quando la nostra esistenza era in gioco, un unico paese è venuto in nostro aiuto, gli Stati Uniti d’America. Ron Prosor, ambasciatore israeliano alle Nazione Unite, discorso all’Onu.

È difficile seguire i dibattiti alla tv (dove tutti parlano all’unisono per dire le stesse cose di certi sprovveduti avventori del bar Commercio) o leggere i giornali, che grondano buonismo fuori dalla realtà e/o scrivono solo delle beghe di Palazzo. Sono convinto che anche gli italiani e il loro sistema informativo siano fra i responsabili delle molte inefficienze pubbliche. La funzione dei media, in una democrazia rappresentativa, qual è la nostra, è (dovrebbe essere) quella del cane da guardia del sistema politico. Ne dovrebbero rilevare, e denunciare, carenze e distorsioni soprattutto quando si riflettono sulla vita delle Persone. Ma, a parlare della centralità e della sacralità della Persona è stato, davanti al Parlamento europeo, solo un Pontefice di matrice terzomondista. La ragione per la quale, da noi, si comprano, e si leggono, sempre meno i giornali è probabilmente che non si occupano delle libertà del cittadino, ma unicamente del Palazzo, che ne è responsabile, e delle sue beghe. Piero Ostellino. Corsera.

Voi lo sapete quanto buio è il mare, la notte? È una voragine nera, vertiginosa; e che silenzio, oltre al povero ronzio del nostro motore. In quella notte tutti pregavamo (ma io non so, se davvero Dio ci sentiva). All’alba il mare aveva cambiato volto. Raffiche aspre di vento, e schiuma di piccole onde rabbiose. Poi le onde si sono fatte possenti. Ci trascinavano, senza più alcuna rotta. Piangevano le donne, atterrite. All’orizzonte si è profilata la sagoma di una gran nave chiara. Abbiamo urlato, agitato le braccia: niente. Come un fantasma, la nave si è allontanata. E mille volte a un’onda più alta abbiamo creduto di morire. Uno di noi è morto, di fatica o di spavento. Lo hanno gettato in acqua come un cane. E poi di nuovo notte, nera, immensa, abissale. Quando all’alba abbiamo scorto una sottile striscia di terra all’orizzonte, ci siamo messi a piangere, e a ringraziare Dio: pregavamo in dieci lingue diverse. Lentamente, la striscia da miraggio si è fatta consistente: coste, un porto, case. E ci hanno tratto sul molo con premura, ci hanno dato da bere, hanno preso in braccio i bambini. Ma nella gioia io sentivo ancora le grida del malato lasciato indietro, e rivedevo le membra inerti dell’uomo gettato nel mare. Gli occhi dei perduti, degli abbandonati, dei vinti ci inseguiranno, in questa vita da ricominciare. Marina Corradi. Avvenire.

Natale a Milano. I soci del Clubino si sono fatti gli auguri. Carlo Rossella. Il Foglio.

Natale, che tristezza. Luigi Serravalli, critico d’arte e scrittore.

Non bisogna aver paura del ridicolo quando lo si è meritato! Walter Siti, Exit strategy. Rizzoli.

Siamo peggiori di quello che crediamo. E migliori di come ci giudicano gli altri. Roberto Gervaso. il Messaggero.

Paolo Siepi, ItaliaOggi 20/12/2014