Monica Guerzoni, Corriere della Sera 20/12/2014, 20 dicembre 2014
ROMA «A
volte, forse, esagero un po’...».
Si è pentito di picchiare duro su tutto e su tutti?
«Io sono l’unico a fare opposizione ed è psicologicamente faticoso avere tanta responsabilità. Uno finisce per chiedersi, ma ne vale la pena?».
Ne vale la pena, presidente Renato Brunetta?
«Alla fine arrivo sempre a rispondermi di sì e vado avanti. Il governo è in stato comatoso, sulla legge di Stabilità al Senato sta succedendo di tutto. Si può andare avanti così, a colpi di decreti e fiducie? Io cerco di fare il mio dovere denunciando tutti gli imbrogli, le carenze, le promesse mancate, gli errori».
Cosa le ha fatto Renzi?
«Guida un governo di dilettanti allo sbaraglio. Dall’Europa al Jobs act, fino a questa legge di Stabilità, tutta tasse e niente coperture. È isolato. Ha chiuso il semestre europeo con un pugno di mosche, a parte la Mogherini».
Esagera, professore.
«Il Paese va a rotoli. Disoccupazione, debito e povertà sono ai massimi storici. Letta ha fatto meglio di Renzi, ma Berlusconi ha fatto meglio di tutti, anche di Monti. Renzi è il terzo premier non votato dagli italiani, il terzo governo figlio di Napolitano. Il de profundis del suo novennato, il che dimostra che non andare a votare quando serve è un errore che uccide la democrazia».
Vuole far saltare il patto del Nazareno?
«Non accetto che si trasformi nella fine di Forza Italia. In 11 mese abbiamo subìto 17 modifiche imposte leoninamente da Renzi. E non è finita».
Scrivendo che Verdini vuole lasciare Forza Italia, magari per allearsi col «nemico», lo ha fatto molto arrabbiare.
«Confermo, non credo che voglia andarsene e sarebbe una iattura per Forza Italia».
Perché Verdini dovrebbe volere la fine di Forza Italia?
«La cosa più atroce che i nostri elettori ci dicono è che non abbiamo una linea e non siamo né carne né pesce. Siamo schiacciati tra Renzi che ha bisogno di noi, ma non ci ama, e la Lega, che accumula consensi a nostre spese».
Tra voi è ormai una questione personale?
«Assolutamente no. Io ho sempre avuto totale sintonia con Verdini, quando faceva il falco. Ho problemi con lui da quando si è messo a fare il colombaccio. Con i libri di Geithner, Zapatero, Hillary Clinton e Alan Friedman sull’estate del 2011, il colpo di Stato contro Berlusconi, i governi Monti, Letta e Renzi, uno non dovrebbe fare il falco? Non sono affetto da sindrome di Stoccolma».
Ribaltando il calendario lei ha provocato una mezza crisi con Renzi, e Berlusconi l’ha chiamata per bacchettarla.
«Prima il voto sul Quirinale e poi le riforme è la linea di Berlusconi ed è l’unica linea logica. La vuole una notizia? Sarà così anche nei fatti».
Chi è il suo candidato, il presidente Brunetta?
«Ma no, per carità. Il più bravo di tutti si chiama Giuliano Amato. Doveva fare il premier al posto di Letta e qualcuno, all’ultimo, ha cambiato idea».
Risparmi almeno il capo dello Stato.
«Uno che gioca sulle date? No, le dimissioni si danno, non si annunciano».
Sul Colle, Renzi rischia?
«Il clima che si è instaurato con lui alla Camera è pessimo, anche nel Pd. Basti vedere le posizioni di Civati, Bindi, Fassina e altri, che considero con grande rispetto. L’intelligenza di Renzi è solo tattica. È opportunistica, tutta finalizzata all’azzardo morale. Chi ne è affetto può incassare un dividendo nel breve periodo, ma alla lunga finisce male. Se ti fai la reputazione negativa di uno che non onora le promesse, nessuno vuol fare contratti con te».
Il patto del Nazareno smentisce la sua tesi.
«Quello non è un contratto, nessuno sa cosa sia».
Spera in un governo tecnico per fare il ministro?
«Le battute sulle aspirazioni personali qualificano chi le fa. Negli ultimi tre governi io ho fatto opposizione, opposizione, opposizione. E ne sono orgoglioso. Io sono il più fiero e il più competente oppositore di Renzi, che ogni giorno chiede la mia testa a Berlusconi».