Concetto Vecchio, il Venerdì 19/12/2014, 19 dicembre 2014
RITRATTO DEGLI ITALIANI IN TRENO ( SI RIDE PER NON PIANGERE)
Venticinque anni fa Tim Parks, insediatosi per amore a Verona dalla natia Manchester, condensò il suo impatto con il Belpaese in un ritratto feroce e esilarante. Italiani, che resta una delle cose migliori scritte sul carattere degli italiani. Poi, con il volgere degli anni, fattasi più incerta la sua identità di inglese trapiantato in Veneto, il suo sguardo si è allargato ad altri ambiti della nostra società: su quella cosa misteriosa che è la famiglia, sul rapporto con il calcio (per un anno s’intrufolò tra gli ultra dell’Hellas Verona); ora ecco, appena uscito per Bompiani, Coincidenze, un’altra scorribanda nelle debolezze e nelle furbizie, colte però dai treni: i regionali dei «morti viventi», la fantomatica Ferrovie del Sud diretta a Otranto, naturalmente l’Alta Velocità. Si ride. Ci si indigna. Oppure, semplicemente, ci si lascia avvolgere dallo stile elegante con cui questo scrittore di talento osserva le nostre cose. La lite con l’occhiuto capotreno che gli rinfaccia di non avere stampato il biglietto regionale comprato online, che invece Tim ha diligentemente conservato sul desktop del suo portatile e che esibisce spontaneamente (il bigliettaio stava passando oltre), è una summa del gusto barocco per i cavilli, dell’infernale burocrazia con cui ci impicchiamo voluttuosamente. Nella discussione accesa Parks sostiene le sue ragioni, il bigliettaio, con sadico gusto, gli elenca tutti i commi per cui il ticket non è valido se non esibito come prova cartacea. Naturalmente tutti i viaggiatori che osservano quel pezzo di teatro parteggiando per Tim, e non per l’impiegato dello Stato, e alla fine, sfinito, il nostro non segue i consigli dei suoi vicini, non fa il furbo nascondendosi in un altro vagone, ma scende alla prima fermata, a Peschiera del Garda, dove paga un altro biglietto per un treno veloce che lo conduce alla stazione centrale di Milano addirittura cinque minuti prima del regionale dal quale era stato incredibilmente bandito.
Scrive Parks, a proposito di quel terribile Paese che è diventata l’Italia: «Una cultura di regole ambigue e di accese discussioni che non portano a nessun risultato preciso sembra fatta apposta per indurli a assumere un atteggiamento mentale basato sulla vendetta e il risentimento che succhia l’energia a ogni altro settore della vita. Diventi un membro della società nella misura in cui ti senti trattato ingiustamente, aggredito». Una fotografia amara.