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 2014  dicembre 18 Giovedì calendario

IL SESTO CONTINENTE

Dal momento in cui al banco del check in vengono riconsegnati carta d’imbarco e passaporto e si passa indenni allo scanner del controllo bagagli, non si guarda in faccia nessuno. Il tempo è misurato con il contagocce. Un’ora esatta, di media, prima dell’apertura del gate. La chiamano la «golden hour», 60 minuti per attirare i passeggeri nei duty free, nelle boutique monomarca, nelle spa e nei ristoranti. L’aeroporto è il nuovo centro commerciale del futuro in cui in un anno, riporta The Economist, si spendono circa 60 miliardi di dollari, nelle mani di un plotone di 5 miliardi di viaggiatori all’anno, destinati a raddoppiare entro il 2030.
Ma quali sono i migliori aeroporti in cui fare shopping? Al primo posto della classifica World’s Best Airport Shopping stilata da Skytrax, una società di ricerca britannica che ogni anno raccoglie dati su circa 13 milioni di passeggeri da più di 100 nazionalità e che viaggiano attraverso 410 aeroporti nel mondo, c’è il London Heathrow Airport per il quinto anno consecutivo: 400 boutique (tra duty free e monomarca) racchiudono 1.400 brand (di cui il 60 per cento è british) dove si risparmia il 40 per cento rispetto ai negozi. Un giro d’affari che si aggira intorno ai 2,3 miliardi di euro l’anno. La carta d’imbarco offre utili informazioni ai rivenditori aeroportuali: orario del volo e destinazione lasciano intuire la personalità, la disposizione d’acquisto e il momento esatto del flusso di passeggeri. Dettagli non casuali nella disposizione delle boutique. Per chi non ha dimestichezza con lo shopping a cronometro, ecco il Personal shopper di Heathrow, il servizio di consulenza per gli acquisti gestito da stylist che parlano dall’arabo al mandarino. Ma non ci sono solo creme e profumi, alcolici e tabacchi: quello di Londra è l’unico aeroporto al mondo ad avere due ristoranti stellati (Heston Blumenthal e Gordon Ramsay).
Tutto questo insieme di vizi e servizi ha fatto sì che gli aeroporti, dal punto di vista commerciale, sono diventati il «Sesto continente»: ambitissimo dalle maison del lusso che combattono per colonizzarlo. A testimoniarlo sono le cifre da capogiro presentate dal Moodie Report, un raccoglitore di dati che ogni anno stila la classifica dei Top 25 Travel Retailer del mondo. A spiazzare è il Dubai Duty Free, del Dubai International, con un giro d’affari di 1,8 miliardi di dollari l’anno. Una cifra impressionante se si pensa che, a differenza di altri colossi come Dfs Group, presente in ben 18 aeroporti, oppure Dufry, con un network di 10 stazioni, quello di Dubai esiste solo in una singola struttura. Un megacentro che offre 28 mila metri quadrati per lo shopping, 15 aree spa e trattamenti beauty, 14 ristoranti, un giardino zen con fontane e foschia tropicale, la struttura di cioccolato più alta del mondo (una riproduzione del grattacielo Burj Khalifa alta 42 piedi in mostra per le prossime due settimane) e macchine di lusso disseminate ovunque, messe in palio come primo premio della lotteria. Grazie al suo Terminal 3, dedicato a Emirates Airlines, ogni anno all’aeroporto di Dubai vengono effettuate 25.973.819 transazioni, più di 70 mila al giorno. Ma l’obiettivo è un altro: con l’ampliamento dell’aeroporto Al Maktoum International di Dubai, il secondo del paese, entro il 2020 il numero dei passeggeri in transito arriverà a 160 milioni e il giro d’affari schizzerà alle stelle.
Da Dubai a Doha, dove solo il Qatar Duty Free (altro punto vendita presente in una singola location) all’interno del nuovo Hamad International Airport, inaugurato lo scorso 27 maggio, ha un giro d’affari di 397 milioni di dollari. Sommando al Qatar Duty Free, i 70 negozi e i 15 mila mq dedicati al food&beverage, lo spazio totale per spendere soldi è di 40 mila metri quadrati, un terzo della città di Doha. In più, l’aeroporto ha un giardino tropicale, una moschea, una piscina a sfioro di 15 metri e opere d’arte significative. Non c’è dubbio ormai sul fatto che lo scettro del mercato del travel retail è nelle mani dell’Oriente. Il Singapore Changi Airport (al primo posto della classifica dei migliori aeroporti al mondo e al secondo per quanto riguarda lo shopping) è nella top 4 della graduatoria
per travel retail con un giro d’affari di 2 miliardi di dollari. All’interno dei tre terminal ci sono più di 350 negozi e 120 punti food&beverage, una cascata di 6 metri, un giardino di farfalle, cinema aperti 24 ore e connessioni wi-fi gratuite ovunque. E per chi non ha tempo per girare la distesa di 134 mila metri quadrati di struttura (aperta anche ai non viaggiatori) può fare shopping sul sito iShopChangi.com (da due settimane a 24 ore prima del decollo del volo): basta avere la carta d’imbarco, si scelgono i prodotti tax free e si ritirano al collection center 60 minuti prima dell’imbarco.
Nella top 10 dei best shopping airport, quest’anno davanti a Parigi, il Franz Josef Strauss International Airport, di Monaco di Baviera. Un giro d’affari di 730 milioni di dollari con 153 negozi e 51 punti food. Uno scalo in crescita che solo nella prima metà del 2014 ha registrato un passaggio di 19 milioni di passeggeri. Ma non ci sono solo duty free. Oltre a un mercatino di Natale attorno a una pista di pattinaggio sul ghiaccio, con 40 bancarelle di souvenir e street food, ecco le boutique di lusso. Un’infilata di brand d’alta moda (dominano i marchi italiani) completano la riproduzione della Maximilian Street, la via del lusso di Monaco.