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 2014  dicembre 18 Giovedì calendario

IL PESO DELL’OBESITÀ AFFONDA IL PIL

In Italia vale il 2,9 per cento del Prodotto interno lordo. Non si tratta dell’ennesima manovra finanziaria, ma dell’impatto che hanno sull’economia italiana obesità e sovrappeso in base a un’analisi della società di consulenza McKinsey. Seconda solo agli effetti del tabacco, che ci costano ogni anno 62 miliardi di dollari (48 miliardi di euro), nel 2013 l’emergenza grasso riguardava il 42 per cento della popolazione adulta italiana, per i tre quarti colpita da sovrappeso e per il resto da obesità. Nel 2000, il dato era al 36,4 per cento della popolazione, di cui il 27,8 in sovrappeso e l’8,6 obeso.
Quella tracciata nel rapporto è una catastrofe planetaria che colpisce oltre 2 miliardi di persone, il 30 per cento della popolazione mondiale, e che di questo passo salirà al 50 per cento nel 2030. I numeri presentati da McKinsey sono quelli di una guerra: l’impatto economico di una popolazione sempre più grassa è stimato in 2 mila miliardi di dollari (1.600 miliardi di euro), il 2,8 per cento del Pil mondiale. Più di alcolismo (1.100 miliardi di euro), analfabetismo (1.000 miliardi) e cambiamenti climatici (800 miliardi); mentre tra il 2 e il 7 per cento della spesa sanitaria dei paesi sviluppati serve a contrastare le conseguenze dell’obesità, valore che arriva al 20 per cento se si sommano le malattie correlate. Soluzioni definitive non ce ne sono, anche se le campagne di sensibilizzazione come quelle portate avanti dalla first lady Michelle Obama restano centrali. Per McKinsey, infatti, sarebbe utile ridurre le porzioni di alimenti confezionati e di quelli venduti nei fast food, modificare il marketing sui cibi e fare più educazione fisica nelle scuole. (Mikol Belluzzi)