Domenico Cambareri, Panorama 18/12/2014, 18 dicembre 2014
PATRIMONIO ONLINE, EREDITÀ A RISCHIO
Un giovane di oggi acquisterà, nell’arco della sua vita, libri, musica e film per lo più in formato digitale. I suoi figli avranno i suoi libri e la sua musica, così come noi abbiamo ricevuto libri e dischi dei nostri genitori? Oggi è sempre più comune gestire i soldi con un conto corrente esclusivamente online: in caso di scomparsa improvvisa, gli eredi, se non hanno accesso alla posta elettronica del defunto, sapranno dell’esistenza del conto? Casi simili cominciano a far capolino negli studi dei notai italiani e hanno un valore non solo patrimoniale, ma anche umano e di costume.
Spesso quesfi servizi (dati personali, archivi locali o su cloud, investimenti gestiti online, blog, profili social) non sono basati in Italia e seguono la legislazione straniera, quindi far valere presso un operatore degli Stati Uniti le regole della successione italiana non è semplice. Offrire ai cittadini strumenti per una corretta gestione dei propri dati personali in rete e delineare possibili soluzioni sul tema dell’eredità di beni e contenuti virtuali, diventa una necessità sempre più forte.
Il Notariato italiano si è interessato al problema dell’eredità digitale già dal 2007 per definire un quadro operativo sul tema e pian piano si assiste al progressivo radicamento dei grandi operatori della Rete nei singoli paesi ove si trova la loro utenza. Per questo, insieme a Oreste Pollicino, professore associato di diritto pubblico comparato alla Bocconi, il Notariato si è fatto promotore di un manifesto diffuso online lo scorso maggio per instaurare un dialogo a livello locale, basato sulla legge italiana, con i principali internet player. Il risultato è l’istituzione di un tavolo di lavoro al quale già hanno aderito Google Italia, Microsoft Italia, l’Università Bocconi di Milano e lo Studio legale Portolano Cavallo con l’obiettivo di studiare, in maniera congiunta, soluzioni per sviluppare un protocollo che agevoli gli eredi di un utente scomparso nei rapporti con l’operatore, al fine di facilitare l’accesso alle risorse online del defunto.
I notai, con la loro capillare presenza sul territorio, sono pronti a fare da trait-d’union tra il cittadino e gli operatori, facendo pervenire a questi ultimi le informazioni necessarie secondo una procedura telematica concordata, in modo da ridurre per quanto possibile costi e tempi d’attesa. Il ritornello più comune in casi come questo sarebbe: «Serve una nuova legge» e qui non appare per nulla appropriato visto il carattere transnazionale della Rete, mentre una soluzione italiana potrebbe rappresentare un caso pilota a livello europeo.